Pensa solo a sé stesso, ai propri eleganti vestiti e all’orologio d’oro che porta nel taschino del panciotto.
Ha un’ altissima opinione di sé e non si preoccupa degli altri.
Edward Tulane è un coniglio di porcellana “alto una novantina di centimetri dalla punta delle orecchie a quella delle zampe e aveva occhi dipinti di un azzurro acuto e penetrante” (pag.10) Vive nell’accogliente casa di Egypt Street con la sua “padroncina” Abilene Tulane, ma non la considera certo tale, anzi, si può dire che non la consideri proprio.
Edward assiste a tutto con il massimo distacco, salvo impermalirsi se qualcuno gli manca di rispetto, come Rosie, il bulldog dei vicini che è riuscito ad azzannarlo, o come la sventata cameriera che osa “aspirapolverarlo”.Solo di una persona Edward ha soggezione: Pellegrina, la nonna di Abilane, il cui gelido sguardo lo mette a disagio.
È stata proprio Pellegrina a donare Edward ad Abilane e sa benissimo che sotto la raffinata veste, nel duro corpo di porcellana pregiata, il cuore del coniglio è chiuso a doppia mandata, come un geloso scrigno.
Ma la sorte ha in serbo brutte sorprese per l’elegante Edward dal cuore di ghiaccio.
Durante la traversata che Abilane compie con i genitori verso Londra sulla Queen Mary, Edward finisce in mare per colpa di Amos e Martin, due pestiferi ragazzini che glielo hanno sottratto.
“Infine il coniglio di porcellana toccò il fondo dell’oceano, e mentre se ne stava là, con la faccia nella melma, provò la sua prima, genuina emozione, Edward Tulane ebbe paura.” (pag.50)
Cominciano così le disgrazie ei problemi del raffinato coniglio di porcellana, che viene fortunosamente ripescato dall’oceano solo per passare di mano in mano a persone sconosciute.
Sono esperienze dolorose per l’incertezza, la frustrazione, la paura, ma soprattutto per l’amore che Edward comincia a scoprire in alcune persone e dentro di sé.
Sembra però che la mala sorte si accanisca contro di lui e lo strappi di volta in volta dalle braccia di chi abbia provato a dargli e a chiedergli un po’ d’amore.