Mi ricordo quando io e la mia amica Daniela abbiamo fatto il nostro ingresso trionfale nel Ninfeo di Valle Giulia a Roma. Era la serata in cui la Parrella era fra i candidati del Premio Strega e avevano appena fatto l’attentato in metropolitana a Londra, il 7 luglio 2005. Le telecamere non riprendevano le signore a tavola, che affondavano in un mega dessert, Sgarbi era accompagnato dalla solita ragazzetta improbabile, tutti chiacchieravano mentre sul palco il presidente di giuria declamava i voti.
Adesso c’è Nesi che dice: “Piperno 95, Trevi…”, una giornalista di Rai 1 che chiede che futuro ci sia per la poesia, e si continuano a fare pronostici. Sul palco c’è Piperno con un critico letterario che lo accompagna, parlano del suo libro, raccontano la trama, fanno vedere la copertina. Adesso, come prima per Trevi, ne leggeranno un pezzo. Piperno sta dicendo quello che c’è scritto in TUTTI i comunicati stampa e in tutte le schede del libro si trovino in giro.
“Se inventassero una pillola contro il mal d’amore…” e il giornalista (Luca di Nicola) lo interrompe e gli chiede se è emozionato per la serata. Grande! Un altro giornalista che non ascolta le risposte.
Il critico ci insegna come leggere il libro e ci dice che Piperno è un “ritrattista sociale”. Una ragazza di verde vestita a cui molti gridano “Bravaaaaaa” legge un brano recitando come se fosse sul set di Un posto al sole. O della Melevisione.
Piccolo intermezzo con inutili domande in platea e sale sul palco Fois (mi sa che mi sono sintonizzata in ritardo, stava finendo di parlare Trevi, chissà che mi sono persa. Trevi… il nichilista della Gamberale, chissà se qualcuno gli ha chiesto se gli fa piacere). Un altro critico ci sta spiegando come leggere il libro di Fois. “Se prova a battere la nocca sul libro di Marcello sente il nulla, la voragine che si apre”. Che estrapolata dal contesto suona male, ma sicuramente era un pensiero profondo.
Legge la signorina, adesso sembra quasi arrabbiata. Francesca “non sei stata in grado di catturare uno degli ospiti che c’era nella platea” dice il presentatore molto delicatamente alla sua collaboratrice che non acchiappa la palla da lui passatagli.
Intermezzo comico con il giornalista che dice che “si sniffa il nome del vincitore” e Nesi che ride sotto i baffi e dice che non gli pare il caso. Natale allo Strega, ci vuole qualcuno che rutti dal pubblico ed è fatta.
Lorenza Ghinelli, unica donna e giovanissima (vai Lorenza!) accompagnata da un critico sigaro-munito. “Un libro molto forte, dove la lingua è molto ricca e tende alla poesia. Va a toccare le esperienze primarie, come il dolore”. L’avrà letto il libro? Nel caso gliene legge un pezzo la tipa in verde. Stavolta guarda un po’ in camera e si dimentica di cambiare tono durante la lettura e sembra ancora arrabbiata.
Come si dice a Roma, ‘amo quasi finito. Chi avrà trovato Francesca? Una scrittrice non meglio identificata a cui piacciono le storie strepitose con un pezzo di realtà. E chiede anche a lei come stia andando la serata.
Sono in testa Trevi, Piperno e Carofiglio a breve distanza e poi gli altri (due).
Nesi sembra Ulisse in camicia nera e declama instancabile i nomi dei suoi colleghi. Annuncia l’ultimo voto. Per Carofiglio. La Ghinelli ha 16 punti, è spacciata. Nesi invoca calma con la mano, in un gesto teatrale che lo fa assomigliare ancora di più a Ulisse.
Carofiglio 119; Fois 48; Ghinelli 16; Piperno 126; Trevi 124.
Vince Piperno, Mondadori. Non se l’aspettava. Beve un quarto di litro di Strega. Minacciano la continuazione della saga dei fratelli Pontecorvo. L’occhio critico di Piperno sulla società colpirà ancora. Paragona la gioia di vincere allo scudetto.
Arriva Marzullo. Intervisterà Piperno “piano piano, poco poco” dopo il tg. E Piperno sta arrivando a mezza bottiglia. La giovane attrice verdevestita si chiama Erika (o Erica). Andrà anche lei da Marzullo? Orribile sigla finale. Anche quest’anno è finita con una casa editrice forte e potente sul podio (e pensare che lo scrittore Russo, intervistato dalla mitica Francesca, parlava di “serata diversa”, di un contatto più diretto fra scrittore e pubblico, che prescinde dal potere delle grosse case editrici. Forse ho capito male. O ha pronosticato male lui).
Piano piano, poco poco, me ne vado a letto e aspetto il Campiello.