Tra le poche certezze accettate e condivise nel mondo della scienza c’era la consapevolezza per l’universo femminile di poter vivere, in media, tanto di più dei propri partner. I maschi dal canto loro, invece, potevano vantare diverse altre abilità inscritte nel proprio codice genetico. Se non che i cambiamenti imposti dalla società e la veloce evoluzione del mondo lavorativo sembra aver riproposto i termini della proporzione a vantaggio, però, del solo sesso maschile evidenziando come la variabile stress possa condurre ad una riduzione importante delle aspettative di vita.
La ricerca è frutto del lavoro del Britain’s Office for National Statistics (ONS) che dà conferma di come lo stress da lavoro possa risultare rischioso per la nostra salute ma soprattutto per quella delle donne. Lo studio ripropone le analisi di diversi lavori condotti negli ultimi cinquant’anni per approfondire i tassi di mortalità di uomini e donne in relazione anche a fattori esterni e comunque condizionanti. Da qui un impatto negativo maggiore risulta per le donne che sembrano soffrire di più i ritmi frenetici del lavoro e rispondono allo stress con comportamenti e abitudini di vita scorrette. Se da una parte, quindi, il miglioramento della salute maschile porta ad un aumento delle aspettative di vita, dall’altra l’aumento della mortalità per le donne sembra essere legata sempre più al vizio di bere e di fumare. Nello specifico, spiegano i ricercatori, se nel 1963 morivano il doppio degli uomini rispetto alle donne, oggi questo rapporto si è drasticamente ridotto riportando un equilibrio alla pari che è tutto vantaggio del solo universo maschile. Ancora, se prima lo scarto tra i due sessi era di circa 6 anni di vita, oggi quel gap è ridotto a circa tre anni e l’aspettativa di vita è, in media, di 82 anni per le donne e 79 per gli uomini.
- Ricerca di: Britain’s Office for National Statistics
- Conclusione: Lo stress da lavoro riduce le aspettative di vita nelle donne