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Lo stress nell'interpretazione dell'iridologia

Creato il 21 dicembre 2015 da Informasalus @informasalus

Lo stress nell'interpretazione dell'iridologia
L'iridologia è in grado di informarci sui fattori che possono interferire con una normale e fisiologica risposta allo stress

Intendendo per stress qualsiasi condizione endogena o ambientale in grado di minacciare l'equilibrio di un organismo vivente, vediamo di scandirne più in dettaglio le varie fasi di evoluzione. Il compito di adattamento continuo, definito anche omeostasi, è svolto dai sistemi neuro-vegetativo ed endocrino, modulati dall'ipotalamo. Quando l'ipotalamo è informato dai sistemi recettoriali (olfatto, vista, udito, tatto ecc.), della presenza di una situazione in grado di minacciare l'integrità del soggetto, predispone l'organismo a fronteggiare il fattore aggressivo istantaneamente, determinando una serie di modificazioni che portano, in pochi decimi di secondo, all'attacco o alla fuga. È questa la fase denominata di allarme, dove una massiccia increzione di adrenalina e noradrenalina, prodotte dalla midollare del surrene, determina: ridistribuzione della circolazione arteriosa, con aumento a livello dei muscoli scheletrici (per aumentare le prestazioni fisiche) e riduzione a livello cutaneo (in caso di ferita il sanguinamento sarà minore), orripilazione (il raddrizzarsi dei peli, presente limitatamente anche nell'uomo, conferisce all'animale un aspetto più massiccio e minaccioso), midriasi, aumento della frequenza cardiaca.

Se lo stress persiste, il sistema si predispone a sostenere nel tempo il confronto con l'agente perturbante: entriamo allora nella fase detta di resistenza.

In questo caso la risposta ipotalamica non sarà di tipo nervoso, cioè più rapida ma anche più dispendiosa energeticamente, bensì di tipo endocrino, ovvero più lenta ma più persistente e quindi più economica. Quest'ultima via vede coinvolte due ghiandole endocrine: l'ipofisi e il surrene.

L'impulso parte dall'ipotalamo, sotto forma di molecola biologica (R.F.), raggiunge l'ipofisi attraverso i vasi che collegano queste due strutture e la induce a produrre ACTH che, immesso nel sangue, va a stimolare la corteccia del surrene. Questa ghiandola produce allora cortisolo, un ormone in grado di determinare nell'organismo una maggior resistenza agli agenti aggressivi ambientali o endogeni, e dotato di molteplici azioni, in quanto aumenta la glicemia (tendenza al diabete), aumenta le proteine nel fegato e nel plasma, mobilizza i grassi dal tessuto adiposo (queste funzioni permettono all'organismo di avere a disposizione materie prime fondamentali in corso di resistenza allo stress), blocca i processi infiammatori, blocca le manifestazioni allergiche, deprime il sistema immunitario, mobilizza le proteine nei muscoli (astenia) e nel tessuto osseo (osteoporosi), aumenta la pressione arteriosa (caratteristiche queste che, negli stati di stress persistente, possono essere considerate come "effetti collaterali" dell'ormone, così come l'iperglicemia che predispone al diabete).

Se, dunque, lo stress continua per un lungo periodo, possono comparire sintomi riferibili all'azione del cortisolo, in particolare quelli che abbiamo indicato come effetti secondari di tale molecola: l'ipertensione arteriosa, il diabete, una depressione del sistema immunitario. Questa è la fase di cedimento, dove gli effetti negativi della risposta allo stress superano quelli positivi. La possibilità che questa condizione si avveri, prima o dopo, dipende dalle caratteristiche costituzionali del soggetto e dalle capacità funzionali delle varie strutture implicate nella risposta allo stress.

Venendo al nostro tema, esaminiamo per primi gli aspetti inerenti i meccanismi di reazione allo stress, in quanto l'iride è in grado di informarci in modo semplice e piuttosto preciso sui fattori che, sul piano fisico, possono interferire con una normale e fisiologica risposta allo stress.

Focalizzeremo la nostra attenzione sulle zone di proiezione delle ghiandole coinvolte in tale funzione: alle ore 12 per l'ipotalamo, alle 12.05 a destra e alle 11.55 a sinistra per l'ipofisi, alle ore 6 per la ghiandola surrenale. In tali sedi valuteremo la presenza di segni congeniti (diradamenti, lacune, cripte), testimoni, se presenti, di una labilità funzionale legata a fattori genetici, oppure di segni acquisiti, (macchie, pigmenti) che, in base alle loro caratteristiche cromatiche, ci indicheranno le cause di un'anomala attività endocrina.

Verificheremo poi l'eventuale presenza di anomalie degli anelli di contrazione (indizio di una necessità di oligoelementi) o di fibre radiali trasversali, indicatrici di interferenze, anche di tipo geopatico o da inquinamento elettromagnetico, in grado di alterare la risposta ipotalamica.

Altri segni molto importanti sono i pigmenti riferibili a un alterato funzionamento delle "nostre ghiandole": il color giallo-arancio brillante per la surrenale e il colore rosso brillante per il complesso endocrino centrale ipotalamo-ipofisi. Il rilevare tali pigmenti in qualsiasi zona dell'iride può indicarci un'anomala risposta allo stress, sia di tipo iper che ipo.

Teniamo sempre presente che gli effetti negativi vanno facilmente a manifestarsi nelle strutture più deboli, segnalate iridologicamente da lacune presenti nei siti di proiezione degli organi.

Trasferendoci sul piano energetico, particolarmente interessante in relazione allo stress è applicare le conoscenze della Medicina energetica all'Iridologia. Sappiamo che uno dei principi fondamentali della MTC è quello dei cinque Movimenti energetici che, in base al variare del rapporto yin-yang, danno origine a tutti i fenomeni manifesti. Fra tali fenomeni possiamo individuare gli organi (Rene, Fegato, Cuore, Milza-Pancreas, Polmone) e gli aspetti psichici a essi correlati (paura, rabbia, gioia, preoccupazione e tristezza). Osservando il colore dei pigmenti eventualmente presenti a livello irideo, siamo in grado di identificare quale organo può essere disturbato nella sua funzione, grazie alla correlazione colore-organi individuata dal dott. S. Rizzi: giallo chiaro = Rene, marrone = Fegato, beige = Pancreas, nero = Polmone

Il Cuore non compare tra queste corrispondenze, perché, essendo espressione del massimo yang, non ha materia e pertanto si esprime a livello di una struttura immateriale: la pupilla.

Una volta effettuata questa correlazione, possiamo considerare l'ipotesi che alla base delle manifestazioni stressanti vi possa essere una emozione negativa. Così, ad esempio, la presenza di un pigmento giallo chiaro, che ci richiama il Rene, può farci pensare che alla base dello stress di quel soggetto vi sia una paura a colorarne le esperienze, mentre un pigmento marrone, legato a Fegato, ci può indicare uno stato di tensione legato a una collera repressa. Per completare: la presenza di un pigmento beige ci induce a pensare di trovarci di fronte a una personalità particolarmente apprensiva e facilmente preoccupata; un pigmento di colore nero, a macchia, ci può indicare un soggetto con difficoltà a contattare la propria interiorità e che conseguentemente ha un rapporto alterato con gli altri, fino a manifestare malinconia e tristezza. Altrettanto interessante, se ci spostiamo sul piano psichico, è lo studio della pupilla, in quanto da esso possiamo ricavare dati relativi al sistema limbico, struttura in grado di generare sensazioni emotive finalizzate a un determinato comportamento: ad esempio, la sensazione di fame spinge l'animale alla ricerca di cibo nell'ambiente, mentre la sazietà lo induce a un comportamento tranquillo. Nell'uomo, tutte le pulsioni vengono valutate da una struttura psichica, il Super-Ego, in grado di bloccare determinati comportamenti non in sintonia con gli insegnamenti ricevuti dalla società e dalla religione. Pertanto, se determinate esigenze stimolano emozioni che spingono l'uomo ad adottare comportamenti che il Super-Ego non approva, l'ipotalamo continua ad avvertire che qualcosa non è stato risolto e attiva i meccanismi di resistenza, considerando l'esigenza non soddisfatta un agente di minaccia all'integrità dell'individuo.

La conseguente increzione persistente di cortisolo può, come abbiamo visto, determinare nel tempo stati patologici, in relazione agli effetti secondari di tale ormone. Da un punto di vista diagnostico, indagando il piano psichico, andremo ad analizzare la pupilla, perché è proprio questa struttura a rispecchiare la situazione del sistema limbico. La nostra attenzione dovrà concentrarsi sulle dimensioni della pupilla e sulle deformazioni pupillari:

– una pupilla miotica indica pulsioni che spingono il soggetto verso acquisizioni materiali (denaro, belle auto, una bella casa, successo nel lavoro ecc.). Importante è verificare che queste pulsioni non siano frustrate;

– una pupilla grande, midriatica, è all'opposto tipica di chi proietta le proprie aspettative in campi più sottili (l'estetica, l'amicizia, la disponibilità per gli altri ecc.). Facilmente queste persone sono soggette a stress, dato che il modo di vivere di noi occidentali non è molto in sintonia con tali temperamenti;

– le deformazioni temporali possono essere in relazione a tensioni con l'ambiente. Spesso le osserviamo in pazienti che non riescono ad affermarsi, in campo lavorativo o in ambito affettivo. Determinante è la lateralità, in quanto a destra ritroviamo l'aspetto anima (affetti) nella donna e animus (lavoro) nell'uomo, mentre a sinistra si evidenzia l'anima per il maschio e l'animus per la femmina;

– quanto alle deformazioni nasali, il problema è spesso una tensione interiore, di rapporto con se stessi, di autoconsiderazione, di autostima. Importante diventa in questo caso analizzare il passato, per cercare di individuare eventuali blocchi nell'evoluzione della personalità, da infante dipendente in tutto e per tutto dall'ambiente familiare a persona adulta in grado di affermarsi con sicurezza nel mondo in cui vive. Questi aspetti possono essere studiati a livello sclerale, perché è lì che secondo autorevoli sclerologi si manifesta l'influenza dell'ambiente.

Tratto da “Curarsi con la Naturopatia Vol.1” di Catia Trevisani


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