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Lo stuolo dei servi sciocchi e il giornalismo italiano da operetta

Creato il 13 novembre 2011 da Angel

Le dimissioni di Silvio Berlusconi  hanno aperto  un capitolo di fondamentale importanza per gli sviluppi della vita politica del paese. L’ uscita di scena dell’ ex premier, infatti, ha da subito stimolato la fervida e servile creatività giornalistica di alcuni personaggi, noti al grande pubblico. Parlo di personalità come Giuliano Ferrara, Sallusti, Belpietro. Individui che dovrebbero rappresentare il meglio, l’ imparzialità, lo spirito per un’ informazione libera e, soprattutto, onesta del giornalismo italiano. Invece, questi ultimi si sono subito dati da fare nel tessere le lodi di Berlusconi, nel tratteggiare il governo appena defunto come il migliore che l’ Italia abbia mai avuto. E’ evidente che le cose non stanno così. E desta qualche preoccupazione che a non accorgersene siano proprio questi giornalisti di professione. Ma soprattutto, tengo a sottolineare due fatti estremamente importanti che, in queste ore, stanno cominciando a prendere forma: il primo, è la  difesa spudorata, sciocca, sconclusionata e, soprattutto, non richiesta di Berlusconi, del suo ex governo, del suo mondo da parte di alcuni personaggi ( ivi compresi quelli sopraelencati); verrebbe da pensare che “excusatio non petita, accusatio manifesta”. L’ impegno che questi eminenti giornalisti stanno profondendo nella difesa di Berlusconi e del suo operato, è la spia inequivocabile, e con questo giungo al secondo fatto di una certa gravità, di un marciume del mondo dell’ informazione, suddito, propaggine di quello politico. A questo si aggiunga la precoce, inopportuna campagna diffamatoria, inaugurata dal Giornale di Sallusti,  contro il governo tecnico presieduto da Monti; un governo, vorrei ricordarlo,  incoronato dal consenso mediatico ma non ancora istituzionale e operativo. Il signor Sallusti, direttore de “Il Giornale”, ha tirato fuori una storiaccia degna delle peggiori cronache di periferia, per dare inizio a questa opera di destabilizzazione: i 25 mila euro di indennità che spetterebbero a Mario Monti per la sua nomina a senatore a vita. Un fatto in contraddizione con i propositi di Monti di tagliare i privilegi e i costi della politica, in un periodo di crisi economica così prodonda. Nulla quaestio verrebbe da dire. Ma, cari lettori, non vi insospettisce che questa polemica contro lo stipendio di Monti venga fuori nelle ore che precedono la formazione del suo presunto governo tecnico? Non è troppo “premurosa”, un’ informazione che mira più che a “informare” la pubblica opinione,  a destabilizzare realmente una determinata situazione politica in fieri? La polemica strumentale del Giornale ( che, in modo ignobile, ha anche attaccato i trascorsi europei di Monti) non è forse un’ arma impropria contro questo neonato governo tecnico? I referenti de “Il Giornale” sono i suoi lettori, la verità dei fatti o Berlusconi? Io credo, e sostengo ciò con molta amarezza, che l’ aria nuova da alcuni avvertita in questo paese sia resa ancora impura dall’ opprimente cappa del servilismo e del giornalismo politicizzato. Non ho sentito in questi giorni, in queste ore, una sola analisi politica seria su questo momento che stiamo vivendo; nessuna riflessione serena; chi prende le difese di Berlusconi a oltranza (come i servi sciocchi di brillanti commedie teatrali), chi grida improvvidamente e inopportunamente  alla liberazione nazionale ( Di Pietro docet), chi spera di ritrovare i valori mai avuti nel mutato clima politico ( Bersani sia da esempio). Con una certa forza, mi sento di esprimere la mia fiducia verso il Governo, oramai probabile, di Mario Monti; sono fiducioso perchè ritengo che sia il migliore dei governi che l’ Italia si potesse inventare in questo momento drammatico. Sono fiducioso per la credibilità europea del professore bocconiano. E’ evidente, però, che il governo tecnico dovrà operare all’ interno di  un clima politico forgiato da intenti comuni, su una base condivisa. Sono cominciate le grandi manovre,  non solo politiche. Ma anche da parte di certi ambienti giornalistici, il cui unico scopo è alimentare la tensione e foraggiarsi, come un parassita, dell’ emergenza politico – economica del nostro paese.



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