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LO TSUNAMI E’ ARRIVATO #elezioni #amministrative #ballottaggi

Creato il 12 giugno 2013 da Albertomax @albertomassazza

 

elezioni

Un voto piuttosto avulso dalle vicissitudini politiche nazionali, quello che ha visto la clamorosa affermazione del centrosinistra nelle amministrative, confermata anche dal primo turno in Sicilia. Un voto che dimostra come solo la politica che sta realmente sul territorio sia in grado di reggere l’urto dell’onda anomala del malcontento. Ridicolo che il giovane Letta ne tragga buoni auspici per le larghe intese; ancor più ridicolo che, in qualche modo, se ne intesti una parte del merito. Non ha vinto il Pd, non ha vinto il centrosinistra; ha vinto una politica razionalmente movimentista, partecipata, della quale il centrosinistra si è fatto interprete negli ultimi anni. Questo almeno a livello locale. A pensarci bene, l’idea di Bersani, bocciata a fine febbraio, era proprio quella di traslare l’esperienza vincente sul territorio a livello nazionale. L’elettorato delle politiche ha preferito puntare sul movimento di Grillo: oggi, alla luce di questi tre mesi di attività parlamentare, le cose andrebbero diversamente.

Per il Movimento5stelle sarebbe dovuta arrivare la conferma, dopo l’exploit delle poltiche, ma si è rivelata una Caporetto, con un consenso che si è ridotto allo zoccolo duro, mandando in fumo in un solo colpo tutto il voto di opinione conquistato a febbraio. Certo, c’è tutto il tempo per riprenderselo, ma la china intrapresa da Grillo, stile Notte dei lunghi coltelli, farebbe pensare al contrario ad un ulteriore arroccamento con conseguente ulteriore scrematura dell’elettorato meno radicale. Per loro, non per il Governo Letta, le vicissitudini nazionali hanno contato, in maniera decisamente negativa.

Per il centrodestra nessuna sorpresa: un conto è raggranellare consenso con la formidabile macchina da guerra di Berlusconi, un conto è ottenere la fiducia per il lavoro amministrativo svolto a livello locale. La sonante sconfitta nelle tradizionali roccaforti dimostra che il Pdl si regge esclusivamente sulla figura del leader e che la Lega, dilaniata da una guerra fratricida, ha rotto definitivamente il  legame col territorio e perso l’aura di duri e puri costruita negli ultimi vent’anni.



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