I prezzi dei metalli industriali, durante gli ultimi anni, sono stati duramente colpiti dalla crisi economica globale.
Alcuni di essi continuano a scontare l'eccesso di offerta venutosi a creare come conseguenza del rallentamento dei consumi.
Tuttavia, per alcuni metalli, la situazione è completamente diversa. Basta guardare a cosa sta accadendo allo zinco.
Infatti, come tutti gli operatori di questo mercato conoscono da mesi, è atteso un grave deficit di zinco a causa delle chiusure di alcuni importanti produttori di metallo ("È arrivato il deficit dello zinco").
I prezzi al London Metal Exchange (LME) hanno già cominciato a crescere e qualcuno prevede che nei prossimi anni raggiungeranno i 4.000 dollari a tonnellata.
Considerando che lo zinco è attualmente scambiato a circa 2.400 dollari a tonnellata, vorrebbe dire un aumento di prezzo del 66% in pochi anni.
Molti osservatori credono che siano finiti i tempi in cui tutte le materie prime crescevano indistintamente e generavano profitti per tutti i partecipanti al mercato, periodo battezzato da qualcuno come il super-ciclo delle materie prime ("Il super-ciclo delle materie prime è finito?").
Secondo il CRU Consulting, società di consulenza specializzata in minerali, metalli e fertilizzanti, la domanda globale di metalli e minerali crescerà, ma i prezzi saliranno soltanto per alcuni metalli e la selezione da parte degli investitori dovrà essere più attenta e ponderata. Lo zinco è uno dei fortunati metalli che dovrebbero dare delle ottime soddisfazioni agli investitori.
Entro il 2018 anche per l'alluminio aumenteranno i prezzi (+ 31%), oltre che per molti metalli di base, per i quali la crescita sarà del 37%. L'acciaio crescerà del 19% mentre i prezzi dei metalli preziosi registreranno un aumento di soltanto il 3%.
Stando alle previsioni del CRU Consulting, chi ha investito su alcuni dei metalli industriali può dormire sonni tranquilli per i prossimi anni.
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