‘Fils de… (Figlio di…)’, un film di HPG
Premessa: mi riferisco sempre alle proiezioni stampa, anticipate anche di un giorno rispetto a quelle del programma ufficiale per il pubblico.
ore 9,00: La princesa de Francia di Matias Piñeiro (Argentina, 9o minuti). Concorso internazionale.
Un giovane regista e le sue cinque attrici, a lui variamente legate. Volatili giochi d’amore mentre si recita Shakespeare a Buenos Aires. Un po’ Rohmer, un po’ Frances Ha, un po’ Hong Sang-soo. Leggero fino a richiare l’inconsistenza. Velocissimo, acuto, colto senza smancerie. Una discreta sorpresa.
ore 11,oo. Fils de… di HPG (Francia, 70 minuti). Sezione Signs of Life.
Il pornoregista francese HPG, che già tre anni aveva portato a Locarno I movimenti del bacino, stavolta gira il suo piccolo Otto e mezzo, il suo Synecdoche New York. Un regista (porno) in crisi, tra moglie, due figli piccoli, il set, e qualche défaillance sessuale. Non male. Il sesso esplicito non è poi così tanto.
ore 14,00: La Sapienza di Eugène Green (Francia-Italia, 97 minuti), Concorso internazionale.
In my opinion, il miglior film a oggi di Locarno 67. Sbertucciato da molti, amato da pochi. Divisivo. Cinema del rigore, anche del rigore più ossessivamente geometrico. Un architetto sulle tracce del Borromini tra Ticino e Roma, la moglie, una ragazza dagli strani malori e suo fratello. Si tende al sublime e qualche volta si sfiora rischiosamente il ridicolo, ma che importa. Quando ci prende questo è un film grandissimo. Pardo!
ore 16,00: Sud Eau Nord Déplacer di Antoine Boutet, 110 minuti. Cineasti del Presente.
Il mezzo film di cui sopra. Perché son dovuto uscire prima, se no come facevo a scrivere qualcosa su questo blog? Documentario di un francese a testimoniare una Grande Opera nel Nord della Cina, la riforestazione di un pezzo di desert. Con costi ambientali e umani altissimi. Vorrei rivederlo intero.
ore 18,00: Songs from the North di Soon-Mi Yoo (Sud Corea, 72 minuti). Cineasti del presente.
Una regista sudcoreana curiosa di quella Nord Corea he le han sempre descritto come il paese del male. Con spezzoni della tv di regime, cori e film di propaganda. Più qualcosa (poco) che ha potuto girare in un viaggio a Pyonyang e dintorni. Film con una certa nostalgia canaglia. Se non proprio filo nord coreano, molto comprensivo verso quel mondo. Io l’ho trovato imbarazzante.
ore 21,00: Love Island di Jasmila Žbanič, 90 minuti. Sezione Piazza Grande.
Una coproduzione tra Germania, Svizzera, Croazia e Bosnia-Herzegovina dove la puoi vedere se non qui a Locarno? Tremendissimo. La cosa più spazzaturesca che si sia vista qui, e non solo quest’anno. Estate in Croazia con un triangolo che non è quello che ci si aspetta. Film lesbo-teutonico-balcanico di un gusto e di una finezza che vi lascio immaginare. Guilty pleasure! C’è anche Ariane Labed, una delle attrici più belle del mondo, ignobilmente sprecata. La regista ha pure vinto anni fa un Orso d’oro a Berlino, e non riusciamo a capacitarci.