L’Ospedale Antonini è stato il più grande manicomio d’Italia fino al 1978 anno in cui, con la legge Basaglia, si decise la progressiva chiusura delle strutture di ricovero per malati psichiatrici. Nel 1999 la struttura cessò completamente di lavorare ad eccezione di alcuni padiglioni ancora oggi attivi come il SER.T. e il “Corberi” una struttura per il ricovero di malati psichici gravi e la settecentesca Villa Corberi già residenza di Napoleone durante la Campagna d’Italia ed ospitante oggi un Istituto Tecnico Agrario.
Le varie strutture che un tempo ospitavano i vari reparti del manicomio sono ora completamente abbandonate, così come sono stati abbandonati al loro interno gli archivi cartacei, ormai disseminati per stanze e corridoi, e questa è la cosa che più mi ha colpito durante la mia prima visita, l’abbandono di migliaia di cartelle cliniche che, oltre ad essere una palese violazione della privacy, mi è risuonata come un ulteriore abbandono di quelle persone che là dentro era già state abbandonate una volta da chi spesso faceva ricoverare i suoi cari più per vergogna che per altro.
Un po’ di storia…
La struttura si trova in un parco di quasi un milione di mq che originariamente erano il giardino della Villa Pusterla, realizzata tra il XIV e il XIX secolo in cui soggiornarono Federico IV di Borbone, Re di Napoli e Napoleone Bonaparte che, durante la Campagna d’Italia la usò come suo quartier generale. La villa venne poi ceduta nel 1718 al Conte Crivelli che la arricchì con giardino all’italiana e fontane con giochi d’acqua trasformandola in un lussuoso palazzo e alleggerendo gli stili mediovali con dei rifacimenti in stile barocco.
Nel XIX Secolo la villa cadde in abbandono fin quando nel 1863 il Comune di Milano la acquistò e decise di costruirvi un Manicomio apportando varie modifiche al parco ed utilizzandolo come ospedale psichiatrico fino, appunto, al 1978 quando la legge Basaglia decretò la chiusura di tali istituti.
L’Ospedale Antonini era un posto in cui i pazienti lavoravano e in cui si cercava di dar loro la possibilità di un futuro reinserimento nella società. Vi erano quindi spazi di ricovero ma anche spazi di lavoro.
Le strutture sono diverse e complessivamente hanno una dimensione di oltre 40000 mq; molte di esse sono inoltre collegate da corridoi sotteranei che venivano utilizzati per il passaggio di tubature e corridoi di servizio nel periodo di attività.
Come ci si arriva…
Arrivando dal Carrefour si segue via Monte Grappa fin quando dopo aver passato il comando dei Carabinieri sulla sinistra ci si troverà, sulla destra, uno spiazzo. Di fronte a questo vedrete un gabbiotto reception abbandonato con due ingressi carrai, uno per lato, senza cancelli o impedimenti. Ricordo che entrare nel parco non è un problema, mentre entrare nelle varie strutture dismesse oltre a poter essere pericoloso potrebbe essere anche poco legale.
I caseggiati da visitare sono tanti, c’è chi ne conta circa 12, e sono sparpagliati un po’ per tutto il parco. Avrete solo l’imbarazzo della scelta.
La location è molto suggestiva, da visitare non da soli possibilmente, e sicuramente vi darà la possibilità di liberare l’immaginazione e la vostra creatività!!
Oggi i principali visitatori della struttura sono curiosi, vandali, writer e ovviamente curiosi.