(id.)
di Steven Knight (GB, 2013)
con Tom Hardy
durata: 84 min.
★★★★☆
Tutto in una notte. Anzi, tutto in appena 84 minuti, la durata di un viaggio in autostrada, dove il tempo filmico coincide con il tempo dell'azione. Una settimana di riprese, un solo personaggio, una sola telecamera, un unico luogo (l'angusto abitacolo di un automobile) e un telefono. Locke è tutto qui, ed è uno di quei film che possono riconciliarti con il cinema... non solo, possono perfino farti venir voglia di farlo il cinema, dato che è l'esempio lampante di quanto poco ci voglia per girare un buon film se si hanno idee e talento da vendere. Steven Knight, ex sceneggiatore di successo (per Cronenberg e Frears, tra gli altri) dopo aver debuttato alla regìa con Redemption (passato quasi inosservato in Italia) vince alla grande la sua scommessa, quella di coinvolgere e inchiodare al video lo spettatore esclusivamente con la voce, la presenza e lo sguardo dell'unico, grandissimo, protagonista del film.
Ivan Locke è un uomo onesto, mediamente felice. Ha un buon lavoro, una bella macchina, una bella famiglia, i figli che lo aspettano a casa per vedere la partita in tv. Ma Ivan Locke quella sera ha deciso che a casa non ci tornerà, perchè deve compiere la scelta più difficile della sua vita. Una scelta che (forse) comprometterà in quei maledetti 84 minuti di viaggio tutto quello che gli è più caro e che si è faticosamente costruito in tanti anni: casa, moglie, figli, lavoro, stabilità. Ma lui non se ne cura, e va fino in fondo nella consapevolezza di fare la cosa giusta, con la calma e la lucidità di chi sa di non poter fare altro, provandone a gestire le conseguenze.
Ovviamente non vi diciamo in cosa consiste il dilemma interiore del protagonista, vi basti solo sapere che il film vi catapulterà all'interno dell'auto di Locke e ascolterete le sue telefonate private, scoprirete a poco a poco la sua situazione, trepiderete con lui nella speranza che tutto si risolva per il meglio, poichè è impossibile non schierarsi dalla parte di un uomo che ha il coraggio di giocarsi tutto quello che possiede, nello spazio di una notte, per rimettere a posto la propria coscienza.
Avviso per i più smaliziati: tranquilli, Locke non è affatto un esercizio di stile fine a se stesso, e non è nemmeno teatro filmato spacciato per cinema. Anzi, è cinema allo stato puro, dove tutte le potenzialità tecniche dello stesso (fotografia, musiche, suoni) sono funzionali a creare un'atmosfera plumbea ma allo stesso tempo suggestiva, psichedelica, avvolgente, dove le luci dell'autostrada, dei fanali delle auto, delle insegne luminose contribuiscono a renderne clamorosamente affascinante la visione. Aggiungete poi l'interpretazione straordinaria, impagabile, del suo unico protagonista, quel Tom Hardy che, per quanto ci riguarda, ha già in tasca la nomination per i prossimi oscar e avrebbe pure una Coppa Volpi in più se all'ultima Mostra di Venezia il film non fosse stato presentato inopinatamente fuori concorso (Barbera, perchè??).
Locke è un film forte, potente, senza fronzoli, che come il suo unico attore punta dritto al sodo: il nodo è il coraggio dell'assunzione delle proprie responsabilità in seguito ad azioni apparentemente innocue, inconsciamente già rimosse ma che possono franare rovinosamente sulle nostre vite. E' un film sull'importanza del passato, sulla consapevolezza che nulla di ciò di facciamo agli altri è esente da conseguenze.
Correte a vederlo, vi stupirà.
Magazine Cinema
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