10 dicembre 2012 Lascia un commento
Penso a "Memento", "Houdini" ma la Felicia di "Priscilla" resta un piccolo capolavoro, come tutto il film del resto.
Dotato di un gran fisico, il ruolo di duro nel film d’azione ci sta bene e con la giusta strafottenza dispiace non averlo visto prima anche in altri film di questo tipo.
In "Lockout" siamo proiettati nel mondo del 2070 e Pearce e’ un ex agente ribelle che incastrato per un delitto che non ha commesso, ricevera’ la proposta irrifiutabile di andare a salvare la figlia del presidente degli Stati Uniti rimasta intrappolata durante una fuga di massa in una stazione spaziale adibita a colonia penale, con tutti i (pochi) pro e (molti) contro che questa situazione puo’ portare.
Reinventato "1997: Fuga da New York", e’ ovvio che a Pearce sia spettato il ruolo di Jena/Snake Plissken del nuovo millennio e in fondo il confronto non e’ neppure cosi’ sacrilego, con tutto il rispetto per il cult di Carpenter che resta lassu’, luminoso ed inavvicinabile.
Produzione molto europea a partire dall’idea di Besson il cui zampino non puo’ dirsi nascosto ed una realizzazione che si sposta per il vecchio continente con l’ovvio approdo logistico a Belgrado e dico ovvio perche’ ormai e’ chiaro dove conviene girare il cinema.
Effetti speciali scarsini, un passo indietro di un decennio ma anche questi sono realizzati in casa e se si deve sopportare un gap tecnologico per tenere da noi il business, a me sta bene, anzi benissimo.
Imprecisioni e scontatezze a profusione non impediscono una sana visione di un’oretta e mezza di puro entertainment, per quanto qualche sciocchezza in meno avrebbe giovato.
Carino.