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Lockout – James Mather, Stephen St. Leger

Creato il 10 dicembre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

10 dicembre 2012 Lascia un commento

Lockout
Guy Pearce e’ un altro di quegli attori rimasti nell’ombra malgrado l’indiscutibile bravura. Intendiamoci, di occasioni buone ne ha avute, il nome se l’e’ fatto eppure ci sono mestieranti ingiustamente piu’ celebri di lui e un po’ dispiace.
Penso a "Memento", "Houdini" ma la Felicia di "Priscilla" resta un piccolo capolavoro, come tutto il film del resto.
Dotato di un gran fisico, il ruolo di duro nel film d’azione ci sta bene e con la giusta strafottenza dispiace non averlo visto prima anche in altri film di questo tipo.
In "Lockout" siamo proiettati nel mondo del 2070 e Pearce e’ un ex agente ribelle che incastrato per un delitto che non ha commesso, ricevera’ la proposta irrifiutabile di andare a salvare la figlia del presidente degli Stati Uniti rimasta intrappolata durante una fuga di massa in una stazione spaziale adibita a colonia penale, con tutti i (pochi) pro e (molti) contro che questa situazione puo’ portare. 
Reinventato "1997: Fuga da New York", e’ ovvio che a Pearce sia spettato il  ruolo di Jena/Snake Plissken del nuovo millennio e in fondo il confronto non e’ neppure cosi’ sacrilego, con tutto il rispetto per il cult di Carpenter che resta lassu’, luminoso ed inavvicinabile.
Produzione molto europea a partire dall’idea di Besson il cui zampino non puo’ dirsi nascosto ed una realizzazione che si sposta per il vecchio continente con l’ovvio approdo logistico a Belgrado e dico ovvio perche’ ormai e’ chiaro dove conviene girare il cinema.
Effetti speciali scarsini, un passo indietro di un decennio ma anche questi sono realizzati in casa e se si deve sopportare un gap tecnologico per tenere da noi il business, a me sta bene, anzi benissimo.
Imprecisioni e scontatezze a profusione non impediscono una sana visione di un’oretta e mezza di puro entertainment, per quanto qualche sciocchezza in meno avrebbe giovato.
Carino.

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