if only he knew
his palm could be
my well
Lodi Matsetela è una poetessa, blogger, sceneggiatrice, copywriter, produttrice cinematografica e televisiva. Nella poesia che Raphael D’abdon ha scelto di presentare in questa occasione, il lavoro poetico del movimento degli spoken word artists sudafricani si estremizza al punto che il dettato diventa quasi una sequenza filmica che fa combaciare la visione intima del piacere femminile con un’immagine esterna separata, generativa e sua volta di un suono, di una ritmicità assurta all’onirico. Nella poesia che segue la verità del sogno erotico è in assoluto indipendente, lecita narrazione di un fatto prosciolto da qualsiasi accidente lo delimiti, lo nomini, lo leghi a cosa o persona. Ma cos’è la spoken word poetry? Esistono esempi che possono fare intendere di che si tratta? E’ un fenomeno che nasce dalla tradizione della poesia orale di certi paesi ma che poi ha travalicato come nel caso del Sudafrica la sua genesi rurale per diventare un genere urbano, sociale, politico. Un fenomeno quindi che si è sviluppato naturalmente in paesi diversi nel momento in cui lo scarto tra vita rurale e vita metropolitana è risultato evidente a una comunità in cui è era ancora possibile un confronto immediato che si esprimesse artisticamente prima che politicamente. La spoken word poetry mantiene la sonorità intimista del racconto individuale pur facendosi parola immediata del sentire espresso nell’ambito di una comunità. In questa immediatezza il ritmo guida l’espressione, l’icastica del pronunciato diventa un attributo fisico del poeta. Le artiste sudafricane sopratutto hanno accettato la responsabilità e propugnato il diritto che lo status femminile inteso pienamente impone e comporta a un’artista donna. Non hanno barattato la loro indipendenza con una certa forma di apparentamento e si sono riappropriate, come la poesia di Lodi Matsetela testimonia, di un modo del tutto emancipato e perciò non mercificabile di intendere l’eros, preferendo questa particolare forma di integrità all’idea di una femminile trita e preconcetta. Alcune artiste hanno quindi optato in favore di una libertà creativa che si basi essenzialmente sulla loro poesia, intesa soprattutto in senso performativo e con divulgazioni autoprodotte, facendo sì che essa divenisse, soprattutto nel metodo, un atto politico.
he strums – 340ml*
he strums
and he strokes
the guitar
making it groan
and wail
tickling it
making it laugh
and hum
long fingers
hard but soft and tender
safe in the anonymity of the audience i stare
a dark silhouette in the spotlights glare
long fingers are meant to
stroke
strum
pluck
arousing
a wailing
moan
of
slow satisfactory
inhibition
he doesn’t know it but i’ve taken it there
deep, down, under, over there
if he were to
pluck my strings
stroke me
till i’m still
and ill
with want
make me wail
and sing
he could tune me
to any note
or chord
or pitch
or key
he wanted
but on the stage is where he must remain
lest in person he’s just normal and humane
if only he knew
his palm could be
my well
his command
my wish
his dreams
my reality
his poverty
my wealth
his ignorance
my knowledge
but he is oblivious of me
as he plays another key
so he strums
and i moan
he plucks
and i groan
he strokes
and i die
soft
little
deaths
with
breaths
in between
as i touch each
peak
summit
and climax!
then the clapping awakes me from his trance
reminding me i don’t really have a chance
come accarezza le corde della la chitarra lui… – 340 ml
lui accarezza
e fende
la chitarra
la fa mugolare
e gemere
la pizzica
e la fa sorridere
e canticchiare
lunghe dita
dure, ma soffici e tenere
e io, protetta dall’anonimato del pubblico osservo
una silhouette scura tra il bagliore delle luci
lunghe dita che sono nate per
fendere
accarezzare
pizzicare
far salire in cielo
un lamento
un gemito
di
lenta, soddisfacente
inibizione
lui non lo sa ma l’ho portata lì
giù giù, lì nel profondo
se solo lui
pizzicasse le mie corde
mi fendesse
fino a che sono ferma
malata
di desiderio
per farmi gemere
e cantare
potrebbe accordarmi
con qualsiasi nota
o accordo
o intonazione
o tono
se solo volesse
ma il suo posto è il palcoscenico
di persona è solo normale e umano
se solo sapesse
che il palmo della sua mano potrebbe essere
la mia fonte
i suoi desideri
un ordine per me
i suoi sogni
la mia realtà
la sua povertà
il mio benessere
la sua ignoranza
la mia conoscenza
ma lui è all’oscuro della mia presenza
mentre suona un’altro tono
e così lui accarezza
e io gemo
lui pizzica
e io mugolo
lui fende
e io muoio
soffici
piccole
morti
intramezzate
da respiri
mentre io raggiungo
vette
picchi
e l’orgasmo!
quindi gli applausi mi svegliano dalla trance
in cui lui mi ha fatto cadere
e mi ricordanoche non ho proprio alcuna chance.
trad. Raphael D’Abdon
* 340 ml is a well-known reggae-dub band in South Africa