- Finimondo di Signorini.
Quando si vuole intraprendere un viaggio, conviene, prima di partire, sapere dove si deve andare; quando si vuole cominciare un’operazione industriale o militare, conviene di nuovo aver fatto un piano: in tutte le cose, infine, bisogna avere uno scopo. Ma se, soprattutto nelle questioni grandi e importanti, è una pazzia procedere a caso e avanzare sempre senza essersi prefissi uno scopo, non è anche una pazzia il dirigersi verso una meta incerta, immaginaria e indecisa, che è soltanto una parola vaga e non definita? Per conseguenza non è una pazzia intromettersi negli affari politici e sociali, soffiarvi il freddo e il caldo, voler imporre la propria opinione come un peso sulla bilancia, quando non si è in grado di dire esattamente, schiettamente e completamente: ecco ciò che voglio, ecco cosa propongo? Penso che molte persone, che fanno oggi la voce grossa, sarebbero costrette a tacere, se il pubblico provasse ad esigere da loro la definizione di quello che vogliono: voglio dire, una definizione vera, e non uno di quegli equivoci politici, una di quelle frasi ideologiche, in cui si declamano principi vaghi, oscuri e contraddittori; in cui si preannunciano i grandi vantaggi che ne risulteranno, ma senza spiegare come e con quali mezzi pratici. E tutto considerato, mi chiedo perché i partiti, invece di scambiarsi reciprocamente ingiurie grossolane, che non giovano per nulla al paese, aspettando di combattersi, il che giova meno ancora, non concludono fra di loro una tregua per un po’ di tempo. Durante questa tregua, il talento e il sapere di questi combattenti dovrebbero esser usati per compilare, da tutti i punti di vista, un’esposizione di ciò che farebbero gli uomini di questa o quella tendenza, se avessero il potere. Allora noi sapremmo esattamente che cos’è la repubblica, quali rimedi il centro vorrebbe applicare alle nostre piaghe, quali riforme sarebbero attuate dal governo di Enrico V; conosceremmo anche le garanzie con le quali questi differenti sistemi assicurerebbero alla nazione il godimento delle loro rispettive promesse. Non so esattamente quanti diversi sistemi noi dovremmo esaminare: se ne presenterebbero senza dubbio molti, poiché ci sarebbero numerose combinazioni distinte, anche contrastanti e ostili, in ognuna di queste tre categorie; ma anche, se ce ne fossero trenta o quaranta fra le più importanti, questo sarebbe meglio dell’inestricabile caos nel quale ci troviamo ora. Si potrebbe tentare di mettersi d’accordo, di discutere su qualche cosa di reale; poi, se non ci dovessimo intendere, cosa molto probabile, ricominciando l’ingiuria, l’odio e il combattimento, si saprebbe almeno perché si combatte, perché ci si insulta. Sarebbe allora più logico e meno indecente di adesso. (Meditazione su: Ideale di una società perfetta (1834) di Victor Considérant).
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La ricchezza cos’è? Sole che scalda.
Lo gode il mendicante quanto noi.
Ma al ricco non dispiaccia
la profonda, beata
gioia del mendicante.
( Meditazioni di Johann Wolfgang Goethe )