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Lois Elaine Heckman: Out of Nowhere

Creato il 20 ottobre 2013 da Martinaframmartino

 

Lois Elaine Heckman: Out of Nowhere

Quanto bene conosciamo le persone che ci circondano? Leggendo la breve biografia di Lois Elaine Heckman posta al termine di Out of Nowhere, la sua prima raccolta di poesie, ho trovato la conferma di qualcosa che già sapevo anche se l’avevo dimenticata, il suo lavoro presso la Croce Rossa, e scoperto cose che non avrei mai sospettato, come il fatto che le sue poesie sono state pubblicate da parecchi giornali e hanno avuto riconoscimenti in diversi concorsi. Per me quella dolce signora è e sarà sempre la mamma della mia amica Chiara. Trent’anni di conoscenza, eppure le persone possono ancora sorprenderti così tanto.

Come dichiara il titolo, le poesie sono in inglese. Lois… posso chiamarla così? Quando un personaggio famoso mi piace lo chiamo indifferentemente per nome o per cognome, in modo da evitare troppe ripetizioni all’interno del testo. Ma per me lei non è un personaggio famoso, è la mamma di un’amica, e le ho sempre dato del lei. Come dovrei rivolgermi a lei in futuro, chiamandola Lois qui? La signora Heckman? Di solito non uso il sostantivo prima del cognome, farlo qui mi fa un certo effetto, e poi con lei ho sempre usato il cognome del marito pur conoscendo il suo. Ma in questo caso lei non è la moglie di nessuno, si presenta come autrice e protagonista dei suoi componimenti e le persone che le stanno intorno hanno poca importanza.

Lois Elaine Heckman: Out of Nowhere
Non leggo molti libri di poesie. Qualcuno sì, uno di Pablo Neruda, un paio di Wislawa Szymborska – uno proprio qualche giorno prima che morisse, e poi non ho più letto nulla di suo per evitare di entrare nella massa di quelli che cercano un autore solo perché è appena morto – e poco altro. La poesia è difficile, se non riesci a entrare in sintonia con i versi non ti dice nulla. Probabilmente il fatto di girarle alla larga è legato anche a una certa pigrizia, al non voler fare la fatica di entrare in quell’atmosfera. In inglese lo avevo fatto solo una volta, per Beyond This Dark House di Guy Gavriel Kay. Ho sempre trovato molto poetica la scrittura di Kay, anche quando lo leggo in inglese. Così, dopo un po’ di indecisione, ho deciso di leggere anche le sue poesie. Mi piace troppo per ignorare qualsiasi cosa scritta da lui, anche se mi richiede uno sforzo supplementare per la lettura. Un doppio sforzo, visto che avevo l’ostatolo della lingua e quello della metrica. Incredibilmente mi è piaciuto. Probabilmente sono di parte, quando amiamo un autore tendiamo a giudicare positivamente tutte le sue cose. Però, anche se sono consapevole di aver perso molto, ho apprezzato il libro. Spesso la poesia di Kay è epica, si rifà al mito, e anche quando è malinconica e introspettiva riesce a parlarmi.

Lois Elaine Heckman è più introspettiva. Non c’è il mito, c’è solo una donna che mette a nudo il suo cuore. A me ha fatto uno strano effetto leggere le parole e cercare, a volte ritrovare, la donna che le ha scritte. Quanta forza ci vuole per esporsi così? Sì, possiamo dire che in molti casi si tratta di finzione poetica, ma certe parole non possono essere scritte se certi sentimenti non sono stati provati, se non ci si è interrogati su determinati temi. La Heckman ha un linguaggio più difficile di quello di Kay. Non posso dire di aver capito tutto, ma sono stati molti i punti in cui mi sono fermata a riflettere, e non sul significato delle singole parole. Sul significato delle frasi, sul senso di quanto veniva detto. Sulla sua forza.

I don’t dare

expose my core. I deceive, lie,

leave my

sentiments behind this steeled

spiny shield.

Si tratta di un frammento, non di un’intera poesia. Insecurity. Mancano il primo e gli ultimi quattro versi, la poesia non è mia perché io possa trascriverla a piacimento. Pochi versi, giusto per dare un’idea di quel che intendo sul mostrarsi. Melancholia.

Sometimes

a wave captures

you in silence

Melancholia, davvero. Molti testi ne sono intrisi. Su amazon è possibile leggere qualcosa in più, anche se il componimento visibile nell’anteprima è il più lungo della raccolta e ne manca quasi la metà. È comunque possibile farsi un’idea dello stile e di alcuni temi affrontati da questa sorprendente poetessa: http://www.amazon.com/Out-Nowhere-Lois-Elaine-Heckman/dp/0615779468/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1382216203&sr=8-1&keywords=out+of+nowhere+heckman.



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