In attesa di commentare i risultati (CHI HA VINTO, CHI HA VINTO?) e pure il red carpet dei Golden Globe Awards 2014, ecco un post su un film di cui a nessuno fregherà niente. A nessuno tranne ai fan di Greta Gerwig, ovviamente.
Non c’è versus. Io Greta Gerwig la adoro. E più la vedo e più ne sto diventando dipendente. Ironico diventare dipendente per l’attrice più indie-pendente oggi in circolazione. La prima volta che mi è capitata davanti è stata in The House of the Devil, mastodontico splendido horror firmato da Ti West. Lì è l’amica della protagonista, non ha un ruolo enorme però è il personaggio simpa di turno e quindi rimane impressa, ancor più della protagonista, Jocelin Donahue, che infatti da allora chi l’ha più vista? Poi l’avevo notata in Lo stravagante mondo di Greenberg, stravagante pellicola con Ben Stiller che mi era piaciucchiata ma non mi aveva sconvolto del tutto. E poi ancora era apparsa nella romcom Amici, amanti e…, solo che lì c’era Natalie Portman e allora “Ciao!” a tutte le altre.
"Oooh, era un sacco che aspettavo il post cannibale su questo film!"
La vera folgorazione per Greta Gerwig ce l’ho avuta soltanto in seguito. Non certo nel terrificante To Rome With Love di Woody Allen, dove pure è tra le poche cose a salvarsi ancora, quanto in Damsels in Distress – Ragazze allo sbando, una commedia leggera, piacevolissima, graziata dal suo particolare personaggio. Lì Greta è Violet, una ragazza egocentrica, radical-chic e un po’ stronzetta, in cui non ho fatto troppa fatica a immedesimarmi, sarà che non mi sembra troppo lontana da una mia versione al femminile. Se lì Greta Gerwig mi ha conquistato e con il video di “Afterlife” degli Arcade Fire diretto da Spike Jonze ha cominciato a piacermi ancora di più, il vero amore è però scattato, come di recente vi ho riportato, con Frances Ha, l’ultimo spettacolare film di Noah Baumbach. Greta e la sua Frances, una tipa indie fuori di testa ed eccentrica come mi è capitato di vedere poche altre volte, anche all’interno delle eccentriche e stravaganti figure che affollano il cinema alternativo americano recente. In qualche modo Greta Gerwig rappresenta l’evoluzione dell’alternative girl che negli anni ’90 veniva portata sullo schermo in genere da Chloe Sevigny, attrice che ricorda molto fisiciamente. Eppure a livello di personaggi le cose sono cambiate. C’è stato il passaggio dalla it girl figa, un po’ tossica e sicura di sé molto post-grunge come la Sevigny, alle imbranate, pasticcione ma anche più simpatiche e vere indie girls di oggi, rappresentate da Greta Gerwig, così come anche da Lena Dunham della serie Girls (ripartita negli USA questa notte con la terza stagione).Divampato il fuoco della passione per Greta Gerwig con Frances Ha, mi è venuta voglia di andarmi a recuperare qualche altra sua pellicola, visto che non riesco più a fare a meno di lei. La filmografia dell’attrice 30enne non è così sterminata, molti suoi film da noi non sono arrivati manco sottotitolati, come il suo esordio alla regia in co-abitazione con Joe Swanberg (quello dell'alcolico Drinking Buddies), Nights and Weekends, che non vedo l’ora di recuperare. La scelta è allora caduta su questo Lola Versus che in Italia ovviamente non è uscito, ma se non altro i sottotitoli li si trova facile.
"Bella la tua camicia, complimentoni!"
"Perché, tu ti credi di essere vestita tanto bene?"