Lolita, la moda giapponese conquista l’Europa

Da Nippolandia

Gothic Lolita

Con il termine “Lolita” si indica in genere una sottocultura, nata alla fine degli anni ‘90 tra le adolescenti giapponesi che volevano opporsi “alla continua esposizione del corpo femminile nella società”. Fonte di ispirazione sono state le band musicali “visual kei”, ovvero le “visual rock”, i cui componenti erano soliti indossare travestimenti cross-gender. Punto di riferimento per le adolescenti giapponesi è il quartiere di Harajuku a Tokyo. La sottocultura ha varcato i confini del Giappone, arrivando fino in Europa. A Parigi (al 72 di Avenue Ledru Rollin) ha recentemente aperto un negozio monomarca di uno dei marchi più famosi in Giappone, “Baby, the Stars Shine Bright“. Ed è subito successo. Sono molte le giovani francesi che frequentano abitualmente questo negozio per acquistare abiti ed accessori e diventare delle perfette “Lolite”. Monica Capuani ha intervistato, per L’Espresso, alcune di queste ragazza, per cercare di capire fino in fondo la loro “filosofia di vita”. L’abbigliamento delle “Lolite” è molto simile: gonne a ventaglio con crinolina e sottogonna per dare volume, merletti, fiocchi, scarpe con tacchi alti ma mai a spillo, grembiulini, cerchietti, spillette, ombrellini di pizzo e tanto altro. Ma ci sono anche dei sottogeneri. Tra i principali troviamo la “Gothic Lolita”, che si veste soprattutto di nero (o al massimo viola e blu scuro), con trucco leggero ma più scuro, rossetto e smalto neri, borse a forma di crocifissi, bare o pipistrelli; o la “Sweet Lolita”, che si veste prevalentemente di colori pastello ed indossa abiti con fiori, ciliegie, angeli o coniglietti. Per alcune, però, i problemi non mancano: Melodie ha dovuto smettere di indossare questi abiti per andare a scuola per evitare di essere presa in giro. Sempre Melodie poi racconta come è nata questa passione: “Ho scoperto il Giappone guardando gli anime, i cartoni animati giapponesi come Sailor Moon. Poi ho esplorato la musica delle J-rock band, e lì ho incontrato lo stile Lolita“. Strecy invece racconta: “Io ho sempre amato le principesse. Vestire Lolita mi fa sentire come una di loro. Suscita qualcosa di gioioso, grazioso, magico. A Parigi la gente è cupa, depressa, noi Lolite portiamo un po’ di luce”. Certo, seguire la moda da “Lolita” non è proprio economico: si può arrivare a spendere circa 1.000 euro per un vestito completo di accessori. Ma queste giovani Lolite non si perdono d’animo e sono pronte a lavorare nel tempo libero per poter acquistare questi abiti. Perchè, come dice Julie, “la realtà è così deprimente. Al telegiornale c’è solo guerra. A scuola devi lottare per essere la migliore. Poi dovrai lottare per trovare un lavoro. Invece il passato era così bello: grandi castelli, Versailles, i tè di Marie Antoinette con le amiche, i dolci, gli abiti meravigliosi“. E a voi piace lo stile Lolita? (Fonte: L’Espresso)


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