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Questa è la spiegazione che ricordo quando, da bambina, domandavo in famiglia cosa fossero i Lòm a Merz. La tradizione di accendere fuochi nelle campagne, bruciando i rami tagliati durante la potatura invernale (i sarment) e radunarsi assieme attorno al fuoco per danzare, e mangiare e bere (la convivialità è uno dei tratto inprescindibile della socialità romagnola) è stata recuperata nella contemporaneità, cercando di riproporne sia lo spirito intrinseco di richiamo al buon auspicio, sia il folclore legato al mondo agricolo romagnolo, ai cicli della terra e alle feste ad esso dedicate.
Il tratto costitutivo della tradizione dei Lòm a Merz è il legame con la tradizione contadina del passato, che confluisce nel mondo agricolo del presente. Come per la maggioranza delle feste romagnole che hanno origine nella vita delle campagne, accade che , all’origine vi sia un “rito propiziatorio” che unisce un’ esigenza concreta del lavoro contadino e un significato simbolico che lo riveste.
“Molto probabilmente il Lume a Marzo era l’ultima tardiva reliquia di un rito di passaggio fra il vecchio ed il nuovo anno; il fuoco bruciava il tempo passato con un atto di purificazione e, nel contempo, costituiva un simbolo propiziatorio per il tempo a venire” [..] “Se, però, qualche decennio fa, si chiedeva ad un contadino il perché di quei falò di sarmenti, questi rispondeva, razionalizzando, che in quei giorni, solitamente molto freddi, occorreva combattere il pericolo delle brinate riscaldando l’aria.”
Il ciclo delle stagioni è l’orologio che scandisce la vita lavorativa: la raccolta e l’eliminazione dei resti della potatura e il tentativo di proteggere il risveglio delle gemme dalle brine sono parallelamente il gesto di chiusura dell’inverno e il primo avvisaglio della primavera. Due esigenze che si concretizzazo nell’unica azione del fare fuoco: al fugarèn, i falò propiziatori, sono intrinsecamente simbolici proprio in virtù della loro origine nella concretezza della vita ritmata dai segni della natura. Celebrano l’arrivo della primavera e invocano un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno.
L’usanza di accendere al fugarèn è sopravvisuta (anche un po’ abusivamente) nelle aziende agricole del territorio, ma l’altro ingrediende da aggiungere per fare Lòm a Merz è il tratto ludico, conviviale e popolare della festa. I lavoranti e le famiglie si radunavano attono ai falò, si mangiava e beveva assime. Si accompagnavano le fiamme con canti e danze tradizionali, e filastrocche per richiamare la fertilità del seme e l’abbondanza del raccolto:
Lom a merz, lom a merz,
ogni spiga féza un quert;
un quert, ’na quartarola,
tri mizen di Cutignola,
d’impinì e’ magazen
e fê cuntênt e’ cuntadên
Giorni leciti per festeggiare sono gli ultimi tre di febbraio e i primi tre di marzo. Anche oggi in queste 6 serate la romagna rurale rispolvera la tradizione e la rinnova con eventi culturali ed enogastronomici di ogni tipo. Fioriscono le proposte e gli appuntamenti nei comuni, da Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme, Bagnacavallo, Gambellara, San Pietro in Campiano, Sant’Alberto, Savarna, Russi , a Imola, Modigliana e Argenta.
Nei campi, all’imbrunire, vicino alle case di campagna, come tradizione impone, verranno accesi i grandi falò attorno ai quali prenderanno vita iniziative e incontri sulla tradizione e la cultura contadina romagnola. Il tutto arricchito da balli, spettacoli, mostre, degustazione di vini e cibi tipici dell’ enogastronomia locale, incontri e approfondimenti con scrittori, cuochi, sommelier, maestri artigiani, cantastorie, antropologi.
Oltre 40 appuntamenti per mantenere ardente (è il caso di dirlo?) “la brace” della tradizione, e <>, perchè non si perda!
http://www.illavorodeicontadini.org/
[Le citazioni sono tratte dall'articolo "Lom a Mêrz" di Bas-ciân, in LA LUDLA. Periodico dell'Associazione "Istituto Friedrich Schürr" per la valorizzazione del patrimonio dialettale romagnolo; Anno X • Febbraio 2006 • n. 2. http://www.argaza.it/Ludla.htm
Per gli appuntamenti in questa settimana propiziatoria, tutto il calendario lo trovate in http://www.illavorodeicontadini.org/ ]