Mancano soldi per rilanciare gli investimenti, la ricerca scientifica, la scuola pubblica, finanziare i servizi sociali degli enti locali? Non tutto però è incerto, anzi: la stella polare della politica nazionale resta fissa al suo posto e sempre più brillante. Sì, i soldi per la Chiesa ci sono, arrivano presto o tardi ma arrivano. CL coltivava altri interessi e luoghi di marketing politico-ecclesiastico, il Pd con gli uomini di Azione cattolica guarda ad altre forme di investimento sul potere d’aggregazione della Chiesa e il prete domina regolarmente la scena. Senza alternative.
Più simpatici gli oratori che l’affarone delle cliniche private e l’aziendalizzazione della sanità, non c’è dubbio: all’oratorio si va con gli amici, si gioca. Anche i luoghi prediletti da don Bosco però vengono accorpati e cambiano, diventando anche centri di servizi offerti da cooperative. I tempi cambiano, i fenomeni sociali negativi aggrediscono anche gli oratori. In oltre un secolo, anche più, non s’è inventato altro, nessun’altra forma di aggregazione, nulla di laico, senza religioni.
Lo Stato rinuncia a fare lo Stato, sopra le parti e diverso dalle religioni, e caduto in mano ai partiti, si asserve alle strategie di conquista del consenso.
ORATORI, STOP AI RITARDI
I dubbi sui finanziamenti e quel bando mai concluso. Ecco la verità sui fondi ai centri parrocchiali
Soldi sì, soldi no. Sui finanziamenti regionali agli oratori parrocchiali sono girate varie versioni in questi giorni. Ma di fatto restano alcuni punti fermi che il Pd esplicita con precisione: “La Regione esamini al più presto le richieste pervenute, distribuisca le risorse già stanziate e riapra il bando in tempi brevi. I ritardi non sono giustificabili”, sentenziano i consiglieri Fabio Pizzul e Carlo Borghetti.
Ma come prima cosa, Pizzul suggerisce di sgomberare il campo dagli equivoci: “Sarebbe stata una scelta grave azzerare i fondi per gli oratori lombardi, soprattutto a fronte dell’esiguità dello stanziamento dello scorso bilancio, ovvero 700mila euro che divisi per i 3000 oratori fanno poco più di 230 euro ciascuno. In realtà, questi soldi sono nel bilancio del 2013 e verranno quindi garantiti. Quello che manca è, invece, il finanziamento del Frisl per gli oratori, ovvero del bando per il finanziamento di lavori di ristrutturazione e/o ampliamento”.
Le risorse non sono scomparse, aggiunge Pizzul, “ma vengono fatte slittare al 2014 e questo perché le richieste giunte sul bando, aperto il 4 settembre e chiuso il 4 dicembre 2012, non sono state ancora esaminate perché non è stata ancora costituita l’apposita commissione. Da qui la necessità di spostare i fondi sul 2014: prima di allora non saranno sicuramente erogati”.
Precisa ancora Borghetti: “Premetto che il Frisl (Fondo ricostituzione infrastrutture sociali Lombardia) è un mutuo a tasso zero, quindi non sono contributi a fondo perso, ma vanno restituiti. Detto ciò, lo spostamento al 2014 è veramente dovuto a una lentezza da parte della politica lombarda nell’attivare le procedure per l’erogazione del contributo. E trovo davvero singolare che la Giunta Formigoni prima, quella Maroni ora non abbiano avuto la necessaria attenzione verso questo tema, visto anche quanto dicono a parole rispetto al sostegno rivolto al sociale e al mondo cattolico”.
Borghetti ricorda quando “l’anno scorso avevo presentato, in sede di bilancio, l’emendamento che stanziava per il 2013 2 milioni di euro per gli oratori, e aveva raccolto un consenso unanime che stava a dimostrare come la funzione sociale degli oratori e dei centri giovanili parrocchiali fosse riconosciuta dall’intero consiglio regionale. Spiace ora constatare che a questo riconoscimento dell’organo di indirizzo del consiglio non sia seguita pari determinazione da parte della Giunta”.
E non sarebbe solo una questione di finto interesse verso il mondo cattolico: “Tutto questo attiene anche alla scarsa attenzione che le giunte di centrodestra hanno sempre dato al ruolo dell’assemblea. Troppo spesso, infatti, mozioni e ordine del giorno che impegnano l’esecutivo rimangano disattesi. Speriamo che questa volta la Giunta Maroni sappia recuperare rispetto all’era formigoniana”.