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Lombardia, stop ai treni. La faccenda Trenord ancora calda. Venerdì 18 gennaio sciopero

Creato il 07 gennaio 2013 da Yellowflate @yellowflate

sciopero dei treniIl 2012 è stato un anno nero per il trasporto pubblico italiano, gli scioperi si sono susseguiti giorno dopo giorno mese dopo mese. Non inizia in modo diverso il 2013.

L’ORSA Lombardia ha indetto lo stop dei lavoratori per venerdì 18 gennaio 2013 dalle ore 9:00 alle 17:00.

A comunicare lo sciopero è il Segretario Regionale Or.S.A. Lombardia, Adriano Coscia, ha inviato all’Assessore della Regione, Andrea Gilardoni, la seguente lettera di motivazione che riportiamo integralmente

“Con la nota dello scorso 10 dicembre Le avevamo motivato le conseguenze dell’infelice decisione di Trenord di sommare in un momento già, di per se, delicato coincidente con il cambio dell’orario quello dell’applicazione del nuovo contratto e del nuovo programma di gestione del personale mobile. Un errore che ritenevamo non si sarebbe risolto in tempi brevi e purtroppo non avevamo sbagliato. Una scelta sconsiderata ed irresponsabile le cui responsabilità sono da attribuire alla dirigenza aziendale ed a coloro che siedono al cosiddetto “tavolo di monitoraggio”, infatti la data di decorrenza del contratto viene condivisa con le parti sociali. Anche il cambio orario di Trenitalia di alcuni anni fa che aveva interessato Piemonte – Lombardia – Liguria – Emilia Romagna, con l’introduzione del sistema di gestione ” IVU “ (del tutto similare a Goalrail) da parte di Trenitalia in diverse regioni aveva evidenziato e determinato significative difficoltà nella circolazione. Certamente chi, in questa situazione, è avulso da qualsiasi responsabilità sono i lavoratori di Trenord che, come sempre, si sono prodigati con la massima collaborazione, ma anziché veder riconosciuta la loro disponibilità sono stati additati da alcuni organi di stampa quali responsabili delle inefficienze a causa di una diffusa morbosità che non c’è mai stata.
In questo senso auspicavamo una nota di smentita di Trenord che non è mai arrivata, invece sono
pervenuti i ringraziamenti alle OO.SS. per lo spirito di collaborazione. Ci lasci passare il pensiero satirico e umoristico: “collaboratori di un caos che non ha mai avuto eguali non solo nel nostro Paese ma nell’intera Europa”. Le stesse OOSS firmatarie del Contratto Aziendale di Trenord che Le hanno inviato una nota con cui veniamo accusati di essere irresponsabili per non aver differito lo scorso sciopero del 16 dicembre. In questo senso intendiamo evidenziare che ancor prima dei numerosi suggerimenti che ci sono pervenuti, in particolare dalla FILT – Cgil, avevamo valutato questa possibilità. Differimento che, a causa del periodo di franchigia previsto dalla legge, avrebbe spostato lo sciopero addirittura a dopo la prima decade di gennaio, in questa dilazione era insito anche il rischio di uno sciopero spontaneo di lavoratori. A Milano questo ricordo è ancora presente ed era concreto il rischio di un blocco totale in un giorno infrasettimanale senza alcun preavviso. Questa è stata la nostra sensazione e valutazione, cioè quella di un sindacato che è presente tra i lavoratori ed è in grado di comprenderne gli umori. Per questi motivi abbiano ritenuto per il bene di tutti: cittadini e lavoratori che era preferibile scioperare nelle regole ed evitare iniziative che, oltre a creare il completo caos, avrebbero danneggiato gli stessi lavoratori già esasperati da una condizione che si sta prolungando da troppo tempo.
Lavoratori esasperati per l’applicazione di un contratto che li costringe a lavorare il 25% in più per avere la stessa retribuzione, ma soprattutto dalla violenza e dall’abuso di chi nega loro il diritto di valutare il contratto che, invece, è stato approvato da RSU, decadute da diversi anni, con una striminzita maggioranza grazie ai telegrammi di quattro componenti che erano in ferie al mare e, molto probabilmente, non avevano mai letto i contenuti del contratto. Indignati perché la loro raccolta firme, con cui hanno richiesto il referendum ( 50% circa di cui 80% del personale mobile) non è stata ascoltata da nessuno e per questo motivo sono costretti a scioperare ancora: il prossimo 18 gennaio. Non riusciamo a comprendere perché le OOSS, le quali dichiarano di essere le strutture sindacali maggiormente rappresentative dei lavoratori, e la dirigenza di Trenord, entrambi convinti sostenitori della bontà del contratto negano agli stessi dipendenti il diritto di potersi esprimere. Ammessa e non concessa l’assemblea delle RSU, può un sindacato che dovrebbe rappresentare gli
interessi dei lavoratori eludere la loro richiesta di espressione e per questo motivo spingerli allo sciopero. E’ questo che le organizzazioni sindacali si dovrebbero domandare ed è questo che chi rappresenta gli interessi della collettività dovrebbe loro domandare. A questi lavoratori si è aggiunta anche la beffa. Infatti nel mese di Luglio è stato effettuato tra i ferrovieri il referendum sul contratto di lavoro con l’inspiegabile differenza che i dipendenti del Gruppo FS si sono potuti esprimere sul contratto nazionale e su quello aziendale, mentre quelli di Trenord sul solo contratto nazionale, perché ovviamente quello aziendale sarebbe stato inesorabilmente bocciato. Per tutti questi motivi il nostro
giudizio politico della vicenda è assolutamente negativo e in Trenord si sta scrivendo una delle storie più assurde della rappresentanza sindacale nel nostro Paese. Anche i cittadini Lombardi sono stati vittime di questa arroganza. Infatti i cinque scioperi che si sono svolti, con una sempre maggiore adesione, si potevano evitare con il semplice riconoscimento di un diritto democratico. Ma l’arroganza e la presunzione di rappresentare per diritto acquisito i lavoratori sono sconfinate anche in
giudizi diffamatori nei confronti dell’Organizzazione Sindacale che mi onoro di rappresentare accusandola falsamente di essere responsabile del clima di tensione tra i lavoratori di Trenord.
In questo senso vi invitiamo a chiedere all’Autorità di Pubblica Sicurezza ( in questo caso DIGOS) quale è stato il comportamento dei nostri rappresentanti e attivisti in occasione delle diverse manifestazioni che abbiamo organizzato. Un comportamento di collaborazione, teso ad evitare fenomeni di violenza, che sono tutti e da sempre estranei alla nostra organizzazione. Allo stesso modo siamo consapevoli del sempre maggior disagio presente tra i lavoratori poiché costretti
ad una sorta di imbavagliamento imposto da coloro a cui competerebbe il compito istituzionale di rappresentarli e difenderli.
Per questi motivi giudichiamo, questo si, violento e irresponsabile il comportamento di coloro che
impediscono l’esercizio di un diritto democratico. Una situazione di particolare sofferenza manifestata anche da lavoratori mai impegnati sindacalmente ma che, in questa circostanza, sono parte attiva di un gruppo di discussione in uno dei principali social forum composto da oltre 750 lavoratori di cui 200 hanno presentato ricorso presso il Tribunale di Milano per chiedere il riconoscimento del diritto di rappresentanza e di espressione attraverso il referendum. Per tutti questi motivi Le abbiamo scritto questa lettera aperta affinché non solo Lei ma anche, i soggetti proprietari di Trenord, il nuovo Amministratore delegato, tutti gli organi di stampa ed i singoli cittadini lombardi siano a conoscenza della difficile situazione che stanno vivendo i lavoratori di quest’azienda. Anche in questa occasione, come più volte affermato, la scrivente comunica l’immediata disponibilità a sospendere qualsiasi iniziativa sindacale in presenza di una condivisione da parte della Dirigenza di Trenord e delle altri sigle sindacale a svolgere un referendum validativo e quindi vincolante per l’applicazione del contratto
di Trenord”.
Distinti saluti

Il Segretario Regionale Orsa Lombardia
Coscia Adriano


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