Lomografia intelligente??? ESISTE, e si chiama FOTOGRAFIA!!!

Da Daniele Vannini
Immagine tratta dal sito http://microsites.lomography.com/diana

LATO "A"

Parliamo di Lomografia.

Parliamo di quelfenomeno culturale-fotografico che vede come protagoniste delle macchinette di plastica, le cosiddette Toy Camera, caratterizzate da una bassa, se non bassissima qualità costruttiva, tecnologica e di resa.

Fotocamere che, nel 99% dei casi, non sono fornite di esposimetro, di settaggi precisi per i tempi di scatto e le aperture, di sistemi d’avanzamento automatico delle pellicole, ma sono invece ricche di imperfezioni costruttive e di capricci, che spesso richiedono l’utilizzo del nastro adesivo per essere tamponate, e di ottiche plasticose che la nitidezza è la qualità non sanno minimamente cosa siano.

Parliamo di una corrente di pensiero, del modus “dont’ think , just shoot”, che pare abbia conquistato migliaia di persone in tutto il globo e fatto inorridire altrettanti puristi della fotografia tradizionale.

Una realtà che oggi, in un’era di megapixel, software di fotoritocco sempre più avanzati, e fotocamere sempre più performanti a prezzi sempre più accessibili, sembrerebbe senza troppi pensieri un insulto all’intelligenza della gente.

Spendere tempo e denaro per un risultato scadente già in partenza.

Una assurdità bella e buona.

LATO "B"

Parliamo di Lomografia.

Parliamo di quella particolare, nonchè unica, filosofia fotografica equiparabile all’ottava meraviglia del mondo.

Un approccio bellissimo, semplice e naturale.

La "fotografia da agricoltura biologica", dove non si parla dei pesticidi della tecnica, dove non c’è traccia di megapixel, risoluzione o Photoshop.

Non frega a nessuno della corretta esposizione, della messa a fuoco millimetrica o del bilanciamento del bianco neutro e immacolato.

Più la foto è sporca, piena di sotto e sovraesposizioni, di flare, infiltrazioni, e colori sparati, più è bella e interessante.

Una Lomografia fuori fuoco non è sfocata, ma onirica.

Una Lomografia scura non è sottoesposta, ma drammatica.

Perchè la Lomografia è libertà, e sa rendere bello e interessante qualsiasi soggetto gli capiterà a tiro.

La Lomografia è Arte allo stato puro.

LATO A Vs LATO B.

Proviamo ad argomentare lo scontro.

È doveroso anticipare che, personalmente, mi colloco più o meno nel mezzo; utilizzo le Lomo, mi ci diverto molto e ne sono fortemente attratto ma, nonostante questo, non mi considero affatto un Lomografo, bensì un Fotografo che utilizza anche le Toy Camera.

Insomma, non mi nutro di Lomografia ma di Fotografia.

Dopo questa premessa parto riportando il link di Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Lomografia dove è possibile ricavare la definizione di Lomografia, nonché un breve accenno alla sua storia. Per maggiori informazioni rimando ai siti ufficiali http://www.lomography.com/&http://www.lomography.it

È interessante notare come Wikipedia definisca la Lomografia come “un fenomeno fotografico di moda e culto nel mondo”.

Un fenomeno di moda appunto che, come tutte le mode, è influenzato da operazioni di marketing e pubblicità.

In altre parole, quello che interessa alla società Lomography è vendere le sue Lomo e tutto quello che vi gira attorno, e si prodiga per questo sapendo che pochi vogliono dedicarsi realmente alla ricerca fotografica ma molti vogliono ottenere immagini d'impatto senza fare fatica.

E quale slogan migliore da adottare se non “don’t think, just shoot”, “non pensare, scatta e basta”?

Prendete l’idea del facile, della libertà, del punta e scatta, affiancate il tutto a strumenti dal look simpatico, minimale, leggero e originale, e ad un sito con immagini colorate, contrastate, “smooth”, “sweet” and “cool” ecc, ecc senza bisogno di fotoritocco e capacità particolari, e avrete trovato la formula perfetta per far pagare un pezzo di plastica fino a 250€.

Ma questa trovata del “don’t think, just shoot” è tutto, tranne che vera.

Scattare con una Lomo, uno strumento che nella stragrande maggioranza dei casi non offre nessun aiuto tecnologico al proprio operatore, in primo luogo l’esposimetro, è cosa veramente complessa, se non impossibile, a chi non ha nozioni di fotografia.

Ci vogliono rullini, tanti rullini per capire a 100 ISO con 1/100 di secondo,la foto non viene manco se piangi se non sei sotto a un sole che spacca le corna.

Non puoi metterti il gatto sulle ginocchia e pensare di fotografarlo impostando la messa a fuoco sull’infinito.

Per fotografare la madonnina del Duomo di Milano alle 3 di notte è inutile attivi il flash della tua Diana, visto non si tratta del faro che l’ispettore Jim Gordon usa per richiamare Batman all’appello.

Tanti rullini, tanto tempo e, soprattutto, tanti soldi per arrivare ad intuire l’ABC, dell’ABC.

Già questo credo basti a confutare il movimento “don’t tink, just shoot”.

È palese non funzioni, se non a svuotare il portafogli.

Altra cosa per me ambigua è il definire la Lomografia un’arte.

Ritengo seriamente questa cosa non abbia senzo, per il semplice fatto che la Lomografia, in se per se, non esiste.

Si tratta di FOTOGRAFIA, e come tale deve essere considerata.

Se vogliamo considerarla arte lo facciamo perché è FOTOGRAFIA, non LOMOGRAFIA che è un

termine puramente di marketing.

Peculiarità eccentrica è appunto la parola stessa: LOMOGRAFIA, da cui LOMOGRAFO e LOMOGRAFICO.

Se uno usa una Canon non fa CANONGRAFIA, se usa una Nikon non fa NIKONGRAFIA, se usa una Leica non fa LEICAGRAFIA, ma fa FOTOGRAFIA.

Le Lomo invece non scattano FOTOGRAFIE ma LOMOGRAFIE.

Non capisco il perchè.

È indubbio le Toy Camera, e soprattutto le Lomo, abbiano trovato un posto importante nel panorama e nella storia della fotografia, ma questo ritengo debba attribuirsi a come siano state sfruttate le particolari caratteristiche di resa estetica di questi strumenti, sicuramente uniche nel loro genere.

E poi, se proprio vogliamo dirla tutta, fotocamere molto più importanti e prestigiose, come la

Leica, che non hanno segnato solo un periodo ma un intero modo di fare fotografia, non hanno

fatto "movimento a se". Non eiste la LEICAGRAFIA.

Perchè per le Lomo deve essere diverso?

Proprio non lo so.

Accennavo alla resa estetica, argomento che introduce un’altra balla megagalattica, che spopola su internet come fanno i muschi nel sottobosco.

E' la balla del "comunque vada è sempre buono": qualsiasi cosa tu fotograferai con la tua Lomo

sarà sempre stra mitica e stra bella, perchè è Lomo.

È una boiata colossale, a cui però sembra ci credano in molti, complici anche alcune gran belle immagini che è possibile trovare su micrositi dedicati, come quello della Diana da cui ho preso le fotografie per questo post (testimonianza che con le Lomo è realmente possibile fare delle belle fotografie se usate con metodo. In gamba quelli della Lomography, come giusto che sia).

Per rendersene conto basta andare su Flickr e digitare Lomo, non importa siano TAG o GRUPPI. Vedrete che la stragrande maggioranza delle immagini saranno istantanee "fesse", spesso con parti del corpo mozzate o facce flashate, seguite da primi o primissimi piani di oggetti (non si sa perché, ma i Lomografi adorano fotografare le scarpe) e di animali (molto spesso flashati anche loro in muso, povere bestie).

A seguire ci sono le automobili, i cartelli stradali e gli oggetti in movimento, via via le altre "categorie".

Che significa? siginifica che nella stragrande maggioranza dei casi chi utilizza le Lomo scatta foto da Lomografo. In altri termini, non fa ricerca, non punta all'originalità, punta all'essere Lomografo secondo il marketing che gli viene proposto, e non Fotografo.

Domanda da farsi: Quella stessa foto davvero l’avrei scattata e, soprattutto, messa su flickr sottoponendola ad un giudizio pubblico se fosse stata fatta con una fotocamera “normale”? io non credo.

Una foto priva di contenuto rimane priva di interesse, e non cambia nulla il fatto sia stata scattata con una Lomo.

Una vignettatura, una sfocatura o un XProcess non rendono una zucchina più interessante di quello che è in realtà: una zucchina.

Ma allora, dopo tutta questa spalata di aspetti negativi, perchè uno dovrebbe veramente avvicinarsi alle Toy Camera?

Perchè le Lomo, come abbiamo detto, sono famose per le loro particolarità estetiche.

Sfocature, vignettature, angoli bui, infiltrazioni rendono uniche queste macchine fotografiche, ed è questo, e solo questo, il loro punto di forza.

Ma per sfruttarne al meglio le caratteristiche bisogna utilizzarle in maniera consona, e non alla Lomografo.

Per prima cosa bisogna fare veramente propria la tecnica fotografica, almeno a livello di base, e dimenticarsi del "punta e scatta".

Immagine tratta dal sito http://microsites.lomography.com/diana

Sapere che un soggetto in ombra si espone in maniera diversa di uno al sole è fondamentale, così come bisogna prendere confidenza con le sensibilità delle pellicole a seconda delle situazioni.

La Lomo, come qualsiasi altra macchina fotografica, deve diventare il "prolungamento del nostro braccio", e questo richiede studio della tecnica e dello strumento.

E' molto più semplice fotografare con una fotocamera digitale che con una Lomo, e costa molti meno soldi.

Se non conosciamo come funziona un esposimetro, come possiamo anche solo immaginare di fare buone fotografie con una Toy Camera totalmente manuale?

Altra cosa fondamentale, per non incorrere nella fotografia Lomografica, è sviluppare un'attitudine a quella determinata attrezzatura, il che significa conoscere alla perfezione quali siano i suoi pregi, difetti e, soprattutto, limiti.

Per esempio, è inutile puntare alle inquadrature minuziose se l'unica parte realmente nitida si trova nel centro.

Bisogna sapersi regolare, riconoscere il soggetto giusto e saperlo contestualizzare, cercando il giusto compromesso tra caratteristiche del mezzo, intento creativo e risultato.

Le Lomo sono molto apprezzate per le vignettature ai bordi, ma che pregio può essere questo se il nostro soggetto è troppo decentrato e viene oscurato da queste?

Altra cosa da imparare è correggere l'errore di parallasse del mirino, fondamentale per non mozzare parti chiave della nostra scena.

A volte ci si dimentica di regolare correttamente il fuoco, a volte di impostare la giusta apertura del "diaframma", a volta scattiamo con la posa B perchè ci siamo dimenticati di rimetterla su N o, peggio ancora, a volte scattiamo CON IL TAPPO SULL'OBIETTIVO (questo per ora non mi è mai capitato. Speriamo continui così eheh).

Tutte queste cose vanno scelte in fretta e nella maniera più corretta possibile, pena la perdita della foto.

E poi il contenuto, regola che vale per tutta la fotografia.

Le immagini qui proposte ne sono un ottimo esempio.

Cercare di fare ricerca utilizzando la nostra Lomo per qualche progetto o idea, e per raccontare quello che vediamo e proviamo è il fulcro della questione.

Dobbiamo coltivare uno stile che non sia lo stile Lomografico, ma il nostro stile personale.

Per farlo seriamente dobbiamo fare un altro passo avanti: quello di prenderci cura in prima persona dei nostri rullini.

Avvicinarsi alla camera oscura per controllare tutte le fasi di sviluppo e stampa è un passaggio fondamentale.

Personalmente penso sia proprio questa la cosa che fa la vera differenza tra un Lomografo qualunque, che scatta alla carlona per poi portare i suoi rullini al laboratorio, e un Fotografo che ama la proprio Lomo come mezzo espressivo unico a se, e ne apprezza il processo creativo dal momento dello scatto alla stampa finale in camera oscura.

Sarebbe quindi apprezzabile partire dal bianco e nero, puntando alla ricerca della pellicola che meglio si adatta ai nostri scopi, e imparare a conoscerla e trattarla anche quando è fuori dalla macchina con le giuste chimiche e i giusti metodi.

Questo è il vero senso, all'alba del settembre 2010, di scattare ancora in analogico, non quello che ci propinano le ricerche di marketing.

Non Lomografi ma Fotografi, non "don't think, just shoot" ma ricerca e metodo.

Non facciamoci fregare dal risultato facile, perchè non esiste.

Questo il mio punto di vista, e non solo il mio.

Liberi di condividere o dissentire.


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