Charlotte in prigione ci è appena finita.
E' una gabbia senza sbarre, più psicologica che reale. Gliel'ha cinta intorno la notorietà. I suoi carcerieri sono i paparazzi, appostati giorno e notte sul portone o sui tetti dirimpetto la casa londinese, che è ormai il suo rifugio.Le vite di Charlotte e Mitchell sono accomunate dalla violenza. quella che ha fatto finire in gattabuia lui, quella che lei ha subito mentre lavorava come attrice, in Italia. Proprio mentre Charlotte sta vivendo il periodo più vulnerabile della sua esistenza, asserragliata com'è da curiosi e da ricordi spiacevoli, incontra il sostegno delle spalle di Mitchell, che a sua volta sta cercando di riallacciare i nodi del suo destino là dove si era interrotto. L'alchimia fra loro è inevitabile.Ma c'è qualcun altro che ha bisogno di Mitchell. La banda dei suoi vecchi complici vuole che torni a imbrattarsi le mani con i soliti giochetti sporchi di un tempo e lui ha poca scelta. Per di più un feroce spirito di rivalsa ha preso in lui il sopravvento, mettendolo sulle tracce di due minorenni che hanno fatto fuori un amico clochard nella parte più cupa di Londra. Ne sono passati di anni da che l'irlandese Colin Farrell conquistava la Persia in groppa al cavallo di Alessandro Magno, ma il suo galoppo da attore non si è certamente arrestato, prendendo invece un'andatura sempre più sicura di sé, efficace e convincente.E in London Boulevard - diretto e sceneggiato da William Monahan, premio Oscar per The Departed (2006) - c'è prova tangibile di come Farrell riesca a recitare anche solo lanciando uno sguardo truce all'avversario.Keira Knightley è una diva perfetta, è la Gloria Swanson dei nostri tempi, fragile e bella senza eccesso. L'intera Londra è tappezzata dai suoi manifesti: un'unica, semplice e ripetitiva fotografia che riempie ogni angolo di strada ma senza invadenza e capace di togliere il respiro a Mitchell ogni volta che gli capiti a tiro. In fondo lui è un perfetto combinato di pragmatismo, azione e seduzione. E persino più accattivante di quanto non lo fosse William Holden in Sunset Boulevard (film al quale, sin dal titolo, London Boulevard fa sicuramente omaggio).
Ma l'ambientazione londinese catturata nei suoi vividi colori, la gita alla villa di campagna, l'attrice irrisolta e il crimine per necessità sono tutti richiami che non possono che far pensare anche al migliore Woody Allen di Match Point (2005) e di Sogni e Delitti (2007), specie per quella ineluttabilità di alcune scelte dalle quali non si può tornare indietro.
Voto 8