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London, giorno 1 di X

Da Ale206 @schiticchio
La prima cosa di cui mi sono stupito a Londra è stato il mio inglese, e gli inglesi. Ricordavo le persone come poco socievoli, poco disponibili ad aiutarti e a darti indicazioni ed a ripeterti qualcosa quando non la capisci. Invece mi sorprendo quando appena arrivato a Gatwick parlo del più e del meno, senza grossi problemi e per tutto il tragitto, con l'autista dell'EasyBus che mi dice che il mio accento inglese è come quello di uno spagnolo ed è felice di illudersi che un giorno io sia il Mark Zuckerberg della situazione, nel mondo della cucina. I 10 pound però, che mi ha spillato per lo spazio della valigia nonostante il bus fosse completamente vuoto e nonostante sia saltata fuori la classica battuta "you Sicily man, you are the Godfather", non me li ha restituiti. Mi stupisco anche del tizio della metro a cui ho chiesto indicazioni chiedendogli di ripetere almeno 3 volte dopo che rispondevo "si" alla domanda "do you understand?". Ottima pazienza. Ricarico tranquillamente la mia scheda telefonica inglese di 10 pound e prendo la Oyster Card per la metro, che anche questa mi costa in totale 10 pound. Praticamente 30 pound in meno di un'ora e le mie idee sul risparmio estremo che mi ero prefissato vanno già a farsi benedire. Trascorro una piacevole serata con Filippo, Elisa e Cicia, carissimi amici dai tempi dell'Erasmus a Valencia e vado a dormire felice, sentendomi già come a casa.
Proprio mentre il cameriere del Caffè Nero rovescia su di me e sul mio cellulare inglese tutto il cappuccino lasciato sul tavolo da qualcuno, rivedo Andrea dopo anni di amicizia a Palermo ed anche lui emigrato a Londra.  Le prime cose da fare, e che faccio, sono chiamare per il National Insurance Number, informarsi per un conto in banca, mangiare muffin, mangiare sushi, comprare un ombrello ed andare a curiosare al TechHub dove ho intenzione di andare a lavorare a MyCookin. Passo perfettamente la prova "colloquio telefonico per il NIN", ma non sono bravo a convincere la signorina a prendere un'appuntamento dopo il 22 novembre, dato che non sarò stabile a Londra fino a quella data, e mi dice di richiamare appena tornato. Per aprire un conto in banca, invece, ho bisogno di una prova di residenza, che si ottiene avendo una casa o un lavoro. Il lavoro però, non lo ottieni senza il NIN. È un cane che si morde la coda, ed io forse voglio correre un po' troppo. Ma non voglio perdere tempo né cazzeggiare, solo fare una vacanza prima di iniziare sul serio la mia nuova vita, consapevole del controsenso a quello che dico e penso, e confermando la diagnosi della mia pazzia da vagabondo.
A 10000 metri di altezza sopra l'Oceano Atlantico, con -49 gradi fuori e ad una velocità di poco più di 1000 km/h, scrivo questi appunti su Londra e aspetto che l'aereo atterri a Bogotà, in Colombia, tra circa 8 ore ancora.
Colonna Sonora: Credence Clearwater Revival - I heard it through the grapevine
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