>Londra studenti tornano piazza contestano sindacato" />>Londra – Gli studenti tornano in piazza e contestano il sindacato" />>Londra – Gli studenti tornano in piazza e contestano il sindacato" />>Londra – Gli studenti tornano in piazza e contestano il sindacato" title=">>Londra – Gli studenti tornano in piazza e contestano il sindacato" />
Diverse migliaia distudenti -10.000, secondo ilNational Union of Students hanno partecipato, sotto una pioggia battente, ad un corteo che si è snodato per le vie del centro di Londra per protestare contro l’aumento delle tasse universitarie, che da quest’anno potranno arrivare a toccare la rilevante cifra di 9000 sterline all’anno.
La manifestazione, che è partita intorno alle 12 da Temple, vicino alla city, ed ha lambito Westminster, si è conclusa nel parco di Kennington, un quartiere nella zona sud di Londra lontano dai palazzi del potere e da dove le decisioni vengono prese, con l’interruzione del comizio di Liam Burns, il presidente del NUS. Al grido di “shame on you where the fuck you brought us to” alcune decine di studenti e studentesse hanno invaso il palco dei comizi e preso la parola contestando le scelte del sindacato studentesco e soprattutto quella la decisione di organizzare una manifestazione senza alcun obiettivo pratico significativo. Anche durante la manifestazione alcune centinaia di manifestanti hanno cercato cercato distaccarsi dal corteo principale perdirigersi verso il Parlamento, mentre altri temporaneamente hanno bloccato la strada. Dopo una breve attesa, la marcia è passatada Westminster Bridgee e ha proseguito verso il concentramento conclusivo.
La contestazione suddetta segnala un’ulteriore divaricazione, già presente nelle mobilitaziono del 2010 ed espressa recentemente durante la manifestazione nazionale del 20 ottobre, tra settori del movimento degli studenti ed all’interno del stesso sindacato studentesco. Da una parte la dirigenza nazionale del sindacato che avanza un’astratta e strumentale unità studentesca, propone una piattaforma anti-tagli e chiede un cambiamento rispetto alle politiche di austerità del governo Cameron. Una piattaforma non dissimile a quella della Trade Union Congress che lo scorso 20 ottobre aveva organizzato una manifestazione nazionale per le vie di Londra con lo slogan: Austerity is not working.
Dall’altra parte la National Campaign against Fees and Cuts, la rete che è nata nel corso del ciclo di lotta e delle rivolte studentesche nell’autunno di due anni fa, la University of London Union ed altri collettivi universitari che spingono per una piattaforma più radicale sia nei contenuti, per esempio reclamando un’istruzione libera ed accessibile ed un salario di sussistenza per gli studenti, sia nelle forme di lotta, allargando la mobilitazione ad altri settori e proponendo una mobilitazione il 5 dicembre in occasione del tradizionale discorso d’autunno durante il quale il vice chancello George Osborne presenterà i piani per i prossimi mesi.
L’ottima partecipazione in termini numerici di oggi e le contestazioni nei confronti dei burocrati in fasce del NUS sono segnali che ci dicono che la disponibilità a mobilitarsi è diffusa. Appuntamento al 5 dicembre, quindi, con o, molto più probabilmente, senza sindacato degli studenti.
di Nicola Montagna