Ieri il premier David Cameron, in un intervento in Parlamento, ha annunciato:
"Tutti coloro che hanno assistito a queste orribili azioni sono rimasti colpiti dal fatto che sono state organizzate attraverso i social network".
"La libera circolazione delle informazioni può essere usata per nobili azioni. Ma anche per azioni malvagie. Stiamo lavorando con la polizia, i servizi d’intelligence e l’industria per capire se può essere giusto impedire alle persone di comunicare attraverso questi siti e servizi quando sappiamo che stanno preparando violenze disordini e atti criminali".
Sul web, è scoppiata subito la rivolta, questa volta virtuale, degli internauti. Il timore più grande è che quei diritti civili di cui tanto si parla ora vengano lesi. La libertà di comunicare e di interagire non dovrebbe essere mai toccata, anzi dovrebbe essere incentivata.