Forse non lo sapete, ma a Londra tutti i musei sono gratis (o quasi, il Madame Tussauds è a stra-pagamento e anche il museo dei trasporti a Covent Garden, ma tanto non vi perdete nulla) e sono sicuramente fra le attrazioni culturali più visitate dai turisti. Talmente tanto, che per entrare al museo di Storia Naturale (quello coi dinosauri grrrr) c’è da fare la fila.
Non mi ha mai stupito il sovraffollamento dei musei a Londra, sono tra i più importanti del mondo, basti pensare al British Museum, pieno zeppo di reperti storici accuratamente rubacchiati dai vari lord inglesi durante le loro spedizioni in giro per il mondo.
Trattasi di furto, ma furto fatto con criterio e che forse ha contribuito a preservarne la memoria storica. Pensate al codice di Hammurabi, alle mummie egizie, ai manufatti greci, che fine avrebbero fatto se dei solerti vecchietti (me li immagino vecchi, oh) non li avessero letteralmente trafugati dai loro luoghi di origine? Era un lavoro che andava fatto, suvvia.
La conoscete la storia del lord “trafficante” di reperti storici greci? No? Ve la racconto.
È la storia interessante di un tizio maledetto. No, non bello e maledetto come Il conte de Varmont vattelappesca, ma maledetto nel senso che ha avuto più sfighe lui in pochi anni che Fantozzi in tutta la saga di Fantozzi, appunto.
Tale Lord Elgin, ambasciatore britannico presso il Sultano di Costantinopoli, è colui che trovandosi ad Atene, nei pressi del Partenone, decise d’emblée di prendere qualche pezzo e donarlo alla Sacra Corona Unita, ah no, quella è un’altra cosa, sì, insomma, di donarlo all’Inghilterra (in realtà voleva lucrarci sopra, tzè). Mi immagino qualcosa tipo: “Uh che bello quel capitcelluo courintio (era inglese, scusate l’accento!), ‘spetta che ne stacco un pezzo e lo vendo alla regina, starà divinamente nel suo salotto, mi impaccherà di soldi e vivrò felice e contento”.
Non l’avesse mai fatto, signori! Da quel momento gliene sono capitate di ogni. Gli dei devono essersi davvero, ma davvero incazzati perché per prima cosa gli è cascato il naso. Sì, avete capito bene, immaginate qualcuno tipo Voldemort di Harry Potter e avrete l’immagine esatta del povero Lord. In realtà pare si sia beccato la sifilide e perciò, il suo corpo, letteralmente, cominciò ad andare in pezzi, attipo Lego. Tanta era la vergogna che cominciò ad indossare una maschera. E già qui si sarebbe meritato la fascia di “sfigato dell’anno”, ma non finisce qui, nel giro di poco gli muoiono, in tenera età, entrambi i figli.
Durante il viaggio di ritorno in patria, con pezzi di Partenone nella lord-valigia, Napoleone dichiarò guerra alla Gran Bretagna e il nostro sfigato venne fatto prigioniero di guerra. La moglie per la disperazione se la fece con uno degli assistenti che li scortava durante il viaggio; c’è da capirla, povera donna, con un marito senza naso c’è poco da stare allegri.
Una volta liberato, il poveraccio, oberato dai debiti, e sempre con pezzi di Partenone nelle tasche, non riuscì neanche a venderne uno a un prezzo accettabile. Cioè, questo si è beccato le peggio sfighe, sfidando gli dei e neanche un grazie, neanche il becco di un quattrino.
Una cortesia: se vi trovate a passare dal British Museum, fermatevi davanti i “pezzi di Partenone” e pensate alla fatica e alla sofferenza che quel pover’uomo ha dovuto subire per trafugarli e donarli al mondo, affinché noi potessimo ammirarne la grandezza. Ci tengo, davvero.
Insomma, non sarà stato un modo ortodosso per veicolare la cultura, ma è pur sempre un modo, perché gli inglesi vendono la cultura (ne fanno, cioè, un business anche se ufficialmente no profit) ma te la offrono gratuitamente. È una cosa di cui andare fieri, no?
E Palermo? Direte voi. Su Palermo ho poco dire, lì con la cultura non ci mangi, non ci fai soldi, non esiste mecenatismo (cosa che invece qui è fattore essenziale, dato che praticamente campano di donazioni), non esiste niente se non lo sforzo di poche persone che tentano disperatamente di “animare” la vita culturale palermitana.
La settimana della cultura non è una cosa malvagia, anzi, fortuna che esiste, ma non basta, non può bastare, sono quindi scettica e poco propensa all’ottimismo se la mia bacheca facebook pullula di foto di gente che con la faccia di culo si fa i selfie dal tetto della Cattedrale, perché vedere i palermitani che vanno a visitare luoghi come palazzi, chiese e musei (???) solo perché qualcuno ha istituito la settimana della cultura (quindi evento di “massa”) è una cosa che a me mette tristezza. Andateci sempre nei musei, portateci i bambini, gli amici, passateci i pomeriggi invece di andare al Conca d’Oro. E tu, Regione Siciliana, butta fuori quei quattro ignoranti che ci lavorano, perché sono degli incompetenti, scansafatiche e bevitori assidui di caffè al bar.
Da Londra è tutto e, se passate da qui, taggatemi nelle foto dei “pezzi di Partenone”, ora sapete che sono costati nasi e lacrime amare.