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Lone Survivor (2013)

Creato il 25 luglio 2014 da Vomitoergorum @Old_Glory
Lone Survivor (2013)
Regia: Peter BergAnno: 2013Titolo originale: Lone SurvivorVoto: 5/10Pagina di IMDB (7.7)Pagina di I Check MoviesAcquista su Amazon “Basta con i film di guerra, o sulla guerra, o con la guerra” dicevo. Ed infatti mi hanno un po’ stancato. Se prima era il Vietnam (Apocalypse Now - Full Metal Jacket), poi è stato il Golfo (The Hurt Locker), adesso l’Afghanistan (Zero Dark Thirty), ma siamo sempre lì. Pallottole, fucili, morti e sofferenza. Nonostante gli ingredienti siano sempre i soliti, è un tema che tira, e non posso dar torto a nessuno, visto che pure io sono stato incollato alla tv per vedere le gesta dei mitici e leggendari Navy SEAL. Tra l’altro si basa sul romanzo autobiografico di uno dei protagonisti, qui interpretato da Mark Wahlberg, che come preannuncia il titolo è l’unico sopravvissuto di una missione in cui sono molte le cose ad andare storte. Ciò che potrebbe differenziare la pellicola da tantissime altre sono le lunghissime scene di combattimenti, sparatorie, fughe ed il realismo che le accompagna. Berg lascia poco all’immaginazione e non si fa problemi nel mostrarci le carni sanguinose e macellate dei [nostri] soldati americani. Nel complesso è comunque un bel film, con tanta azione, tanto coraggio e molta dinamicità. Insomma, difficile che riesca a stancarti, se però appunto non sei già stanco di questo genere. Le brutture della guerra il mondo le conosce già, così come l’eroismo ed il patriottismo dei combattenti: qui al direzione presa non è né in un verso né nell’altro, sebbene siano più i vinti dei vincitori e sebbene chi muore lo fa dopo aver preso tanti di quegli schianti che sarebbe stato impensabile un altro epilogo. L’umanità di ogni personaggio è però solo accennata, altri registi avrebbero approfittato mostrandoci maggiormente il loro lato scoperto. Altri ancora avrebbero fatto più leva sul loro essere quasi indistruttibili. Berg invece resta a metà strada, e rende il film abbastanza realistico, ma senza dargli una direzione. Non è presente inoltre, ed è un bene, alcun risvolto politico della storia: niente patriottismo pompato e niente “tutti gli arabi sono terroristi”. Ma già lo sapevamo e qui la retorica manca del tutto. 

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