Piango su me stessa, io che avevo la poesia dentro ma un nodo l’ha portata via; o un colpo di vento che l’ha resa improvvisamente più pesante di un granello di sabbia, e l’ha portata via; o delle labbra rosse come una dalia assassina dietro a un cappello noir.
Piango su me stessa, e in questo deserto abbagliante di rancore trascino anche te, il passato troppo presente e il presente ancora assente che non sboccerà futuro-o almeno non si vede. Niente all’orizzonte.
O forse solo vocali confuse di parole che eravamo e abbiam perduto- seguendo il tempo dentro una stazione.