In partenza per Agadir, Marocco, per un week-end lungo che si prospetta a dir poco esaltante. A cominciare dalla meta, che con dieci chilometri di spiagge baciate dall’Oceano Atlantico, 300 giorni di sole all’anno e ben 4 campi da golf di livello internazionale, è giustamente considerata la stazione top del turismo balneare marocchino. Non a caso, qui si trova anche una delle sfarzose residenze della famiglia reale del Marocco. Ma oltre agli aspetti puramente turistici, il viaggio sarà soprattutto un’occasione per scoprire la cultura berbera o, meglio, amazigh, tipica dei Berberi del Marocco, con visite alle più affascinanti location della regione di Souss, dal suk alla Medina, dalle baie classificate tra le più belle al mondo all’antico centro artigianale di Taroudant.
Ho appena stampato i biglietti, volo Royal Air Maroc da Malpensa via Casablanca. Non resta che preparare il bagaglio, senza dimenticare, nell’ordine: il passaporto, obbligatorio per entrare in Marocco; la mia inseparabile macchina fotografica, indispensabile per catturare impressioni e atmosfere del viaggio che vi racconterò, strada facendo, nei prossimi post; costume da bagno; cappello per ripararmi dal sole; un paio di comodi pantaloni lunghi per la visita della Medina (non dimentichiamo che siamo pur sempre in un paese musulmano); un maglioncino per l’escursione termica serale, che da queste parti è piuttosto sostenuta. Nel beauty, invece, non può mancare la crema solare, più after sun ovvio, di Deborah Bioetyc nel comodo “formato bagaglio a mano”, a prova di controlli aeroportuali. E come compagno di viaggio, anche un libro, ça va sans dire: per l’occasione ho scelto “Quaderni del Marocco – Storie e leggende portate dal Vento” di Francesca Giacché (Ed. CDA Vivalda). Una raccolta di racconti che si svolgono al ritmo lento di una terra senza tempo, proprio come questo Marocco antico e moderno che, già lo sento, mi conquisterà.