Lontano

Creato il 10 febbraio 2011 da Gioia
Il cielo quella sera sembrava dipinto a mano da un grande artista.  Strisciate di carminio , arancio e giallo oro incorniciavano l'orizzonte e sopra tutto un intenso indaco sembrava urlare " non lasciarci !"   contro il sole che scendeva inesorabilmente dietro alle colline scure.  Stavamo seduti a guardare, in silenzio, quello che ci sembrava essere la cosa più bella del mondo, completamente assorbiti dalla contemplazione dei colori che mutavano continuamente, grati di poter assistere a tanta bellezza ,come se ... non ci fosse un tramonto tutti i giorni.
Il ricorrere degli eventi nel tempo,assomigliava al ritornello di una canzone.
Ma era proprio questo ciò che dovevamo fare in quei giorni, rimanere svegli,con i sensi, le percezioni, la mente ed il cuore. Aprire bene i boccaporti, lasciarci attraversare e condensare l'esperienza in un unico pensiero comune. Eravamo un  gruppo di gente eterogenea, proveniente da luoghi ed esperienze molto differenti, l'unica cosa che ci univa era l'aver aderito alla Prova Generale .
Con l'arrivo del buio rientravamo lentamente verso i locali che ci erano stati destinati per dormire, consumavamo una cena leggera tutti insieme e poi ci scambiavamo le impressioni ed i timori usando poche parole, un linguaggio essenziale. Sapevamo già dall'inizio che non tutti avrebbero concluso l'esperienza, qualcuno sicuramente avrebbe abbandonato, ma per quelli che sarebbero arrivati a chiudere il cerchio ci sarebbe stato il passaggio ad un livello di coscienza più alto.
Il mattino seguente avevamo un altro compito. Una pratica comune come quella di lavarsi e di stare nell'acqua , doveva diventare l'esperienza totale.  Come se potessimo averci a che fare per l'ultima volta, dovevamo fissare nella memoria percettiva tutto ciò veniva dal contatto con essa .
E così non si finiva più di cercare di trattenerla tra le mani, di bagnarsi i capelli,  di berla anche. Arrivava  limpida, fredda e trasparente da una cascata nascosta tra fronde di enormi ippocastani e scorreva senza pensieri e senza tempo rincorrendo flutto dopo flutto la sua misteriosa meta.  Noi eravamo come i sassi che l'acqua ricopre e distrattamente lascia indietro. E' un elemento dinamico l'acqua, corre sulla terra come il sangue nelle vene del nostro corpo.  E questa è la sensazione che ci è rimasta, oltre la pelle raggrinzita sulle dita.
La sua inafferrabilità.