C’era un’America che edulcorava con colori pastello una realtà dalle tinte fosche in profondità, che celebrava il benessere come antidoto al comunismo, che scopriva il piacere di viaggiare nella vecchia Europa. Erano i primi anni ’60 in cui è ambientato il telefilm “Pan Am”, mia (e di tanti altri) ultima passione televisiva, che racconta le avvenute, quantomeno irreali, di quattro bellisisme hostess. Il loro aspetto e le loro maniere impeccabili ne facevano il simbolo di quell’America “perfetta”, ma dietro vi è l’ennesima contraddizione. Quelle giovani ragazze furono la prima generazione di donne emancipate, libere di viaggiare e confrontarsi con il mondo, rispettate e invidiate. Ma “Pan Am” è anche una gioia per gli occhi: paesaggi tropicali e città d’arte, voli in prima classe e lussuosi hotel, pettinature e abiti elegantissimi.
Proenza Schoulder ss 2012
Blumarine ss 2012
Qualche tempo fa Ane Crabtree, la costumista della serie, è stata intervistata da Vanity Fair a cui ha svelato che tra oltre a fare realizzare gli abiti di scena in sartoria, ha utilizzato capi acquistati nei mercatini vintage, su eBay o addirittura presi in prestito dagli armadi di mamme e nonne. Un lavoro tutt’altro che semplice dato che ha dovuto studiare anche le abitudini e le rigide regole previste dalla compagnia per le assistenti di volo in quegli anni: i capelli non dovevano toccare le spalle, mai scendere dall’aereo senza i guanti bianchi, limitare il profumo a poche gocce.
Louis Vuitton
Jo No Fui ss 2012