Anno: 2012
Durata: 119′
Nazionalità: USA
Genere: Fantascienza
Regia: Rian Johnson
Distribuzione: Walt Disney
Uscita: 31/03/2013
Di viaggi nel tempo ne abbiamo visti sul grande schermo; dal capolavoro anni ‘60 L’uomo che visse nel futuro di Geroge Pal alla mitica trilogia anni ‘80/’90 di Robert Zemeckis, Ritorno al futuro, fino ad altre avventure su celluloide che si sono mosse tra alti e bassi, come il dozzinale Timeline-Ai confini del tempo di Richard Donner o l’action Timecop-Indagine dal futuro di Peter Hyams, senza dimenticare l’operato letterario che ha avuto in riguardo H.G. Wells appunto (e l’opera di Pal può confermare).
Ora il regista Rian Johnson (Brick-Dose mortale) cerca di aprire una nuova pagina sull’argomento, portando in scena un film adrenalinico incentrato sullo scontro tra presente e futuro, entrambi riscontrati in un singolo personaggio.
Tale persona è Joe (Joseph Gordon-Levitt), un abitante della terra futura che, per mestiere, uccide a pagamento, ma non uccide persone qualsiasi.
Infatti nella sua epoca i viaggi nel tempo saranno possibili e dal futuro saranno mandati dei suoi bersagli da eliminare, in modo che di questi si possano perdere le tracce definitivamente.
Ma cosa succede se ad essere mandato a morire è la sua versione più anziana?
Sarà così che il nostro dovrà vedersela con la sua controparte di trent’anni dopo (Bruce Willis), arrivata nel presente per compiere una missione che ne varrà della sua esistenza.
Starà a Joe decidere cosa fare, se aiutarlo o andargli contro.
Difficile descrivere la trama di questo Looper, perché questa creatura di Johnson è così pieno di dettagli e sottotesti ingegnosi che è come avere a che fare con una complicata scatola cinese, sotto forma di film di fantascienza.
Sarebbero orgogliosi Wells stesso e Philip K. Dick di questo dignitoso omaggio alla sci-fi, per non parlare di come venga messa in gioco anche una certa attenzione nei riguardi del James Cameron di Terminator, che Johnson usa come fonte d’ispirazione primaria per il suo discorso sul destino e la sua importanza.
Certo la presenza di Willis come protagonista, comunque meno presente del talentuoso Gordon-Levitt (ma in quanti film l’abbiamo visto recentemente?), fa subito pensare a Looper come un prodotto commerciale, ed invece nulla di più sbagliato.
Tutto è ben calibrato qua, l’azione non manca però è ben dosata e meno esposta di lunghe sequenze di dialogo, che hanno la meglio sull’intero operato e che riempiono di dettagli la storia.
Poi di mezz’ora in mezz’ora Looper cambia faccia continuamente, passando dalla fantascienza all’action, arrivando anche a toccare il dramma e l’horror in certi determinati momenti.
Praticamente un gioiellino fantascientifico che gli appassionati del genere non possono mancare di vedere, un riuscito meccanismo di omaggi e rimandi, uniti a farina del proprio sacco (su script steso dal regista stesso) che ammalia per la sua intelligenza sia nella struttura che nella scelta degli attori (oltra ai citati Gordon-Levitt e Willis, anche una materna Emily Blunt ed un Jeff Daniels in versione cattiva).
Mirko Lomuscio