PC - PS4 - Xbox One
Livello di Attesa
6.25
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Genere: Azione, Gioco di Ruolo
Sviluppatore: CI Games
Produttore: CI Games
Distributore: Steam
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: 2014
L’epilogo del grande evento losangelino di quest’anno ha senza dubbio lasciato più o meno tutti soddisfatti, che si tratti di giocatori occasionali appassionati alle proprie saghe o stili di gameplay consolidati, che si tratti di nostalgici amanti delle vecchia scuola o di pionieri del gaming. Quanto meno, ma come del resto ci si poteva aspettare dopo il lancio ben piazzato della nuova generazione, il panorama ricco di nuove IP, soprattutto sul fronte Xbox One, e di esclusive più o meno storiche e più o meno appetitose presentate da tutti i fronti, questa volta si è lavorato per i videogiocatori di pad. Lords of The Fallen, presentato come un multi-piattaforma totale, è stato un chiaro esempio di come l’approccio diffuso da Hidetaka Miyazaki sin dal primo acclamato Demon’s Souls sia stato capace di raccogliere proseliti un po’ in tutto il mondo, soprattutto tra le infinite schiere di giocatori assetati di hardcore.
La staffetta di questo movimento partito dal lontano oriente si sposta ora nell’occidente europeo e finisce tra le mani di CI Games (City Interactive) e quindi a Tomasz Gop. Un nome, questo, molto noto nell’ambito dell’action-RPG occidentale, legato principalmente alla produzione dei primi due capitoli di The Witcher, ad opera di CD Project, in seguito alla quale però avrebbe deciso di affrancarsi per portare avanti un proprio progetto carico dei suoi personali ideali di videogioco come sfida, ideali anticipati e poi perpetrati nella sua forma più ideale da From Software con Demon’s Souls.
Una sofferenza dal visual più morbidoIl gameplay è stato subito mostrato, e per mezzo della demo giocabile proposta all’evento è stato presto possibile evincerne le meccaniche, gli scopi e lo stile del titolo. Si tratta dunque indubbiamente di una risposta tutta occidentale ai From Software, che impara e prende in prestito molto dalle loro produzioni, impostando uno stile di combattimento ed una gestione dei checkpoint molto simile e all’apparenza ugualmente interessante, mirato al raggiungimento di quel frustrante ed estenuante livello di sfida a cui siamo stati abituati. La configurazione dei tasti sul controller o sulla tastiera sono esattamente identici a quelle dei titoli From Software, così come il sistema di recupero dell’esperienza, che verrà definitivamente perduta nel caso in cui non si riesca a recuperala presso la zona della propria precedente dipartita, analogo al millimetro con il sistema delle anime che ben conosciamo e che tanto ci ha fatto bestemmiare. Centro di ogni nostra azione in combattimento sarà infatti ancora una volta la Stamina, una barra che si consumerà ad ogni attacco, schivata o parata, e il sistema di checkpoint sarà gestito da una sorta di cristalli che potremmo trovare in giro per il mondo di gioco (sistema analogo a quello dei falò).
Il nostro personaggio non sarà personalizzabile in termini di aspetto fisico ed avrà una sua narrazione e personalità più o meno già ampiamente delineati, anche se attualmente non ne conosciamo il carisma, tuttavia come ogni classico RPG che si rispetti sarà possibile scegliere fra (attualmente) tre classi: il ladro, il guerriero ed il chierico, senza però presentare barriere insormontabili di sorta tra di esse per quanto riguarda la gestione delle abilità o dell’inventario. Un sistema di classi che sembra infatti più simile a quello di Kingdoms of Amalur. La difficoltà proposta, nonostante gli ormai più che evidenti riferimenti, comunque non sembra essere all’altezza delle produzioni Namco Bandai più volte citate, in quanto la boss fight mostrata in demo presentava un avversario sì grosso e spaventoso, ma con dei pattern d’attacco piuttosto semplici e ripetitivi, seppur comunque non immediati da fronteggiare senza toppe al primo tentativo. Il punto di forza invece, sempre legato alle boss fight, potrebbe essere la volontà di inserire diverse modalità di abbattimento di un boss, precludendoci in tal modo particolari reliquie bonus legate alle tattiche adottate per fronteggiarlo.
Lo stile grafico e l’atmosfera proposta sono indubbiamente meno suggestivi, gotici e tenebrosi delle lande corrotte di Boletaria o del design dei personaggi che la abitano, sempre molto ispirato, nero e distorto, quanto piuttosto una via di mezzo tra il medievale classico e lo stile esagerato e caricaturale di un Darksiders, il che senza dubbio lo rende ancora più occidentale. Meno corruzione dell’anima e del corpo dunque, almeno in quanto a stile ed impatto del visual stilistico, ma più colore, muscoli e cartoon.
IN CONCLUSIONEQuesto titolo ha tutte le carte in tavola per poter essere apprezzato dall'utenza hardcore, sicura del successo di critica e di pubblico di Demon's e Dark Souls e cosciente di non ricadere nella brusca concorrenza, dato l'annuncio di un'assai tarda data di uscita per il novello Bloodborne. Si spinge però forse un po' troppo alla più smodata imitazione, laddove avrebbe anche potuto rifarsi ad altri modelli o, ancora meglio, tentare nuova formule pur non eludendo il dogma del garantire ore ed ore di scalata al pubblico più hardcore. Pubblico che, e tutte le grandi aziende lo sanno bene, ricomincia ad esternare queste particolare tendenze, probabilmente in risposta agli ultimi anni del boom videoludico, gli anni della "nerdizzazione" di massa che ha segnato la diffusione del mezzo all'infuori della sua utenza originaria. Insomma, si risveglia questo spirito del videogiocatore contro l'ultima moda del casual gaming che inizia ad arretrare, o meglio, ad adattarsi; ma forse, come tutto prima o poi, questo è solo l'inizio di una nuova tendenza.