Magazine Racconti
Lorella e Cosimo sono due bimbi teneri e della mente vivace. E come tanti bambini vivaci è la curiosità a spingere le loro azioni. Li conoscerete nella storia che vi stiamo per raccontare.
Aveva sentito la voce del padre provenire dalla cucina.
Lorella si era precipitata giù per le scale e si era fermata a ridosso dell’uscio, in silenzio, in attesa del momento giusto per lanciarsi sulle sue ginocchia.
Era un gioco che facevano spesso. Papà sapeva sempre quando lei era nascosta dietro alla porta.
La faceva aspettare un poco, poi canterellava “ Lorella, vieni dal babbo, vieni in braccio, bimba bella”.
Era il momento della felicità. Papà tutto per lei e solo per lei, mentre Cosimo dormiva già.
Ma come faceva sempre a sapere che lei si trovava lì, dietro alla porta? Lorella ne aveva parlato a Cosimo e Cosimo le aveva risposto: “ Ma lui è un carabiniere e i carabinieri sanno tutto”.
Papà parlava con mamma
“Scusa ho fatto tardi, è già notte. Sai, l’indagine su quei furti? Abbiamo localizzato i colpevoli. Sapevamo dove avrebbero colpito e siamo riusciti a beccarli con le mani nella marmellata.”
Lorella ebbe un sussulto. Aveva ascoltato solo le ultime parole della frase ma le erano bastate per capire tutto.
Col cuore in gola, volò su per le scale, scrollò il fratello: “Cosimo, Cosimo, vieni giù. Stanno parlando di noi”
“E come?“ chiedeva la mamma, “C’è stata una spiata? “
“Si. ti ricordi di Ferruccio Catozzi? l’informatore. Ci siamo appostati, li abbiamo visti entrare, aprire una cassaforte, ma quando abbiamo fatto irruzione erano già spariti. Non possono essere lontani. Ho lasciato Giusti e Lorenzi sulle loro tracce.”
Dietro alla porta, Cosimo e Lorella si guardavano in silenzio. Ma chi era questo spione? Catozzi? Mai sentito. E che c’entrava con la marmellata di mirtilli?
“E ora cosa gli farete? “ chiedeva mamma.
“Andranno in prigione, sicuro, ma tu non dire niente, eh, Mirella.”
“Siamo stati noi!” Cosimo si precipitò in cucina col cuore in gola, seguito da Lorella in un convulso di pianto “a rubare la marmellata, ma non vogliamo andare in prigione.”
Papà e mamma glielo spiegarono con calma, mentre li rimettevano a letto, perché per un buon quarto d’ora, loro, non erano riusciti a smettere di ridere.
Le mani nella marmellata di Marta Bardi