Lorena Pesaresi
Dopo questi risultati elettorali come pensa il PD umbro di uscire dallo stato di balcanizzazione del potere politico? Unica via per recuperare sintonia con le persone….
Nuove elezioni, nuove bocciature per il centrosinistra. Inutile girarci intorno, cavillare su qualche numero, su qualche virgola, inutile fare finta che il saldo sia positivo, perché non lo è. Lo dimostrano anche Venezia, Arezzo, Fermo e tante altre città italiane che da ieri sono in mano al centro destra grazie ancora agli errori della politica sulla scelta dei candidati a Sindaco … In Umbria – sottolineo di nuovo – l’emorragia di voti e di votanti è stata consistente e prevedibile, diffusa in un contesto nazionale certamente, ma in Umbria abbiamo raggiunto il minimo storico della politica e della sua distanza dagli elettori, della sinistra tutta. Il PD ha perso la sintonia con le persone comuni che di certo non si recupera solo in campagna elettorale… Ormai non lo diciamo solo noi, chi della politica ne fa una passione, una sensibilità, un impegno vero, lo pensano tutti: il PD è un partito balcanizzato nella lotta fra correnti e feudale nella struttura, c’è un centro distante e, sul territorio, una situazione feudale con un partito troppo preso dalle convenienze dei singoli, dalle cordate, dagli accordi sotterranei, dalle vittorie delle preferenze…. Quando poi i responsabili cercano di dare una spiegazione “ragionevole” a tutto questo, allora vediamo che la toppa è peggiore dello strappo, come si suole dire. Continuare su questa strada non può portare che a ulteriori danni, a un ulteriore distacco dalla società civile, dagli elettori. Siete in grado di riconoscere gli errori? Siete in grado di imprimere un cambiamento di rotta? Siete in grado di pensare al Partito e, soprattutto, alle persone che nel Partito si sono riconosciute e si riconoscerebbero ancora, se ne offriste l’occasione? Queste righe non hanno la pretesa di dettare una linea politica ma solamente di chiedere: 1) maggiore ascolto della gente, maggiore apertura ai circoli e ai movimenti che operano sul territorio, perché spesso è lì, o solo lì, che si esprimono le persone che hanno ancora una visione aperta della politica, 2) maggiore apertura verso amministratori in quote rosa, perché dopo tanto parlare si è vista una sostanziale chiusura sulle scelte di genere e quel poco che c’era spesso sembrava messo lì come foglia di fico, 3) apertura a tutte quelle figure che hanno saputo dimostrare capacità di cambiare le realtà in meglio e che sono rimaste emarginate in quanto non legate a comunelle e combriccole.
E’ tanto che chiediamo un cambiamento di rotta, ma il timoniere ora cosa vuole fare? I cittadini non hanno aspettato e recuperare la loro fiducia è sempre più difficile. Decidete in fretta, se ci riuscite. Sappiamo, sia voi che noi, che in politica non esistono vuoti.
Lorena Pesaresi