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Lorenzo Contucci, precisazioni sulla Card Away
Creato il 23 aprile 2013 da Stefano Pagnozzi @StefPag82Precisazioni dell' avv. Lorenzo Contucci, vice presidente di MyRoma, AS Roma Supporters Trust, sulla Card Away [Fonte: asromaultras.org]
Un amico romanista di vecchia data mi ha infatti scritto una lunga mail, in cui – pur dando atto di tutte le vittorie sul discorso Tdt - sostiene che la Away segue il filone voluto dall’Osservatorio nel 2012 e che, in buona sostanza, è corretto farsi la Home perché altro non è che il vecchio abbinamento, mentre la Away è pur sempre una tessera con la quale puoi acquistare un biglietto per la trasferta. Peraltro – si sostiene - anche la Lega Pro ha adottato ne 2012 una tessera simile, seguendo lo schemino adottato dall’Osservatorio con la Determinazione n. 6/2012, chiave di volta – secondo l’amico – per dimostrare che è la Roma ad aver seguito l’Osservatorio e non il contrario. Ne è seguito uno scambio di e-mail private che hanno meglio contestualizzato la vicenda e che mi hanno impiegato per diverso tempo e che cercherò di riassumere qui. E’ lungo ma è necessario per l’informazione. L’errore di fondo , quando si dice che è la Roma ad aver seguito l’ONMS e non il contrario è quello di partire dal 2012 e in effetti, se si parte dal 2012, la Away può apparire un arretramento. Ma perché partire dal 2012? Vogliamo andare indietro nel tempo? Bene, andiamoci sul serio, visto che si sta facendo un discorso di coerenza e di prospettive future ora che passa questo treno. Non senza una premessa: l’Osservatorio, nelle sue determinazioni, ha anche scritto che Chievo/Roma è a rischio e quindi prendere per punto di riferimento proprio ciò che scrivono gli avversari non so quanto sia corretto, anche perché con l’Osservatorio ho avuto quattro incontri (sempre conflittuali, come è naturale che fosse) con MyRoma (e una volta a Pisa che è ancora visionabile on line su You Tube) e ricordo bene quello che si è detto che non viene certo messo nelle determinazioni. Ed allora: ANNO 2005 Fino al 6 giugno 2005 i biglietti erano numerati ma non nominativi. Dal 6 giugno 2005 i biglietti sono divenuti nominativi e per poterli acquistare, dovevi esibire un documento di identità. Per andare in trasferta, fino a un certo momento lo si poteva fare con il solo biglietto nominativo, previa esibizione di documento. Da un certo punto in poi, bisognava lasciare la fotocopia del documento che andava in questura. Nessuno si è posto il problema - a parte qualche timida protesta - e si è andati tutti allegramente allo stadio. Tutto va avanti così felicemente sino alla morte di Raciti, anche se nel frattempo il buon Beppe Pisanu crea l’Osservatorio il 1° dicembre 2005, con un iniziale mero compito di monitoraggio. http://www.camera.it/parlam/leggi/05210l.htm Si trasformerà poi, autonomamente, in una sorta di giudice sportivo della tifoserie e poi un organismo che, a prescindere da profili di rischio, inizierà a vietare tutto, nell’ottica più ampia statale della disintegrazione del tifo organizzato e seguendo il diktat di Maroni. ANNO 2007 L’8 febbraio 2007 viene introdotto il Decreto Amato, poi convertito in legge, che inasprisce la normativa di settore e introduce, oltre all’ulteriore aggravamento del daspo, anche l’obbligatorietà del daspo giudiziario di cui al comma 7 dell’art. 6 L. 401/89 (su cui pure bisognava fare un’altra guerra ma tantochissenefrega) e i famosi artt. 8 e 9. http://www.camera.it/parlam/leggi/07041l.htm Tutti se ne fregano, il sottoscritto se ne accorge ma non lancia alcun grido di allarme in quanto – erroneamente – sembrava un progetto irrealizzabile, così come era accaduto per l’attuazione dell’art. 100 del codice della strada che prevede che non possa avere la patente per cinque anni la persona condannata per stupefacenti e prevedeva di mettere in rete il Ministero dei Trasporti con le Questure d’Italia. Il comma 7 dell’art. 6, poi, non era conosciuto affatto dai giudici che di fatto non lo applicavano. ANNO 2009 Tutto tace fino a quando arriva Maroni (Ministro dell’Interno), che mette in pratica il 14.08.2009 il piano diabolico di Berlusconi (presidente di club) di mettere una carta di credito in tasca a tutti i tifosi italiani, tanto che spedì le TdT a casa dei tifosi milanisti gratuitamente. Maroni – in verità indotto dai piani del precedente governo di centrosinistra - prese come esempio proprio “Cuore rossonero” e questo lo sappiamo tutti. La prima tessera del tifoso aveva però caratteristiche ben diverse da quelle di cui alle successive determinazioni. Era nata infatti con due scopi: a) eliminare i gruppi ultras (per volontà del Ministero dell’Interno); b) favorire le società di calcio e le banche (per volontà della Lega Calcio). Nel link qui sotto (datato 24.09.2009) Maroni dà atto al Parlamento di due circostanze importanti: a) a pagina 47 esprime la sua precisa volontà di destrutturare i gruppi organizzati; b) nelle pagine precedenti, quando risponde alle interpellanze, dà atto che l’art. 9 è sbagliato ma che lo hanno interpretato, venendo incontro a quanto sostenuto dagli avvocati degli ultras, in modo assai più morbido rispetto alla norma, sostenendo che ciò – per lui - basterebbe a far cessare qualsiasi protesta contro la tdt. www.asromaultras.org/1a-20090924-CG0487BOZZA.pdf Naturalmente non era esattamente così, anche se lo diceva un Ministro dell'Interno, nel senso che quello a cui noi tendevamo era la vera e propria modifica della norma, comunque grandemente ammorbidita per interpretazione. E comunque, anche nella interpretazione, pur se molto migliorativa, c’era ancora qualche imperfezione che ho abbondantemente spiegato negli anni. Domanda: è questo un primo arretramento dello Stato, sì o no? Possiamo dire che è un 1-0, o forse anche un bel 2-0, visto che questa interpretazione andava esattamente nel senso opposto rispetto a quello voluto a pagina 47 da Maroni? Ora, ciò posto, e siamo ben prima del 2012, possiamo dire che già nel 2009 l’obiettivo dello Stato era disarticolarti e distruggerti, anche tramite la Tdt. Se questo era l’obiettivo dello Stato, l’obiettivo opposto non poteva che essere quello di rimanerci. Tuttavia quanto letto qui sopra si riferisce a un periodo in cui la lotta era già abbondantemente iniziata. Si era già posto in un famoso incontro nazionale tenutosi a Roma a Tor di Quinto il famoso dilemma. a) ci tesseriamo subito, evenienza da subito esclusa dalla maggior parte delle realtà; b) non ci tesseriamo. All’epoca, infatti, non esisteva ancora il sistema Questura on line quindi si potevano acquistare i biglietti senza alcun controllo sull’art. 9 e quindi la decisione fu sofferta ma logica: niente tessera perché c’era il discorso dell’art. 9, che invece non c’era sui biglietti e in più c’erano i discorsi paraeconomici che la Lega Calcio ha pensato di sfruttare inserendoci carte di credito attivabili o meno e orpelli vari. Inizia la lotta, mentre alcune tifoserie accettano sin da subito la simpatica novità: - i milanisti non hanno potuto evitarlo visto che gliele hanno spedite a casa e non le hanno certo disdette; - gli interisti sono venuti alle riunioni antitessera e poi si sono tesserati dicendo che il loro problema era solo l’art. 9 (come anche io principalmente pensavo); - i veronesi non si sono posti grossi problemi, ma tutto sommato avevano la Lega Nord dalla loro con Tosi (ex BGB); - gli juventini l’hanno accettata nella massima parte a livello di gruppi ultras e comunque hanno una tifoseria talmente variegata nelle varie ragioni che fanno una situazione a parte. La lotta parte, genericamente, contro la Tdt per i motivi sopra elencati e, grazie a una massiccia campagna di informazione, i sondaggi popolari, inizialmente schiaccianti pro-tessera, vengono sovvertiti. Poiché la nostra Repubblica vive di sondaggi, possiamo dire che è un bel risultato e una sconfitta per lo Stato, visto che i giornalisti hanno fatto a gara per criticare l’Osservatorio? ANNO 2010 Nel corso del 2010 emergono le lacune della tessera (vedi aggiornamenti vecchi del mio sito) e, paradossalmente anche grazie ai tesserati-ultras, si dimostra con dati alla mano che la Tdt non serve a nulla sotto il profilo della prevenzione della violenza. Ancora si avanti a divieti dell’ONMS e del CASMS, nel frattempo istituito, che praticamente indicano tutti gli incontri in trasferta a rischio. Si comunica che dal 2011/12 sarà obbligatoria per le trasferte e si organizzano esperimenti come quella della Sensi per Siena/Roma con i pullman di Stato. L’Osservatorio fa molti comunicati in cui dice che la violenza è in calo, crediamo anche a quelli o li analizziamo criticamente come abbiamo sempre fatto su questo sito? ANNO 2011 Nel frattempo, accade l’imponderabile: vien fatto quello che pensavo non sarebbe mai stato messo in pratica. Viene creato, in sordina, il sistema “Questura on line”, prima solo a Roma, poi via via in tutta Italia. Fortunatamente (vista la problematica sull’art. 9) a rilento, vista la complessità dei controlli. Già in data 16 aprile 2011, e lo si può controllare sugli aggiornamenti del mio sito, avevo evidenziato una circostanza fondamentale a livello ideologico: l’introduzione del sistema “Questura on line”, avvenuto nel febbraio 2011, di fatto faceva sì che qualsiasi persona acquistasse un biglietto di ingresso per lo stadio venisse automaticamente controllato dalla questura che dava l’OK o il KO al rivenditore di biglietti in tempo reale, in base all’art. 9 della legge Amato. Questo scrivevo il 16 aprile 2011 (sempre nell’ottica dell’obiettivo finale della guerra): “Il primo anno è servito per far capire che la tessera del tifoso è una cagata e per cercare di far cambiare qualcosa. L'obiettivo è stato pienamente raggiunto: tutti hanno capito che è una cagata e la pazzesca repressione ha fatto indispettire tutti. Nessuno crede alla tessera del tifoso. La seconda fase consisterà nel dare la prova del nove che tutte le panzane che ci vengono propinate in ordine alla tessera del tifoso sono, per l'appunto, panzane. Il colpo di grazia, però, lo decide chi ha la pistola in mano. E la pistola in mano ce l'hanno i tifosi che non hanno sottoscritto la tessera e che in qualunque momento possono decidere di farsela. L'unica città in cui la tessera del tifoso in effetti ha funzionato è Napoli, che ha una tifoseria (anche) di tesserati che seguono la squadra in trasferta e questo ha comportato la sostituzione del pubblico napoletano da trasferta. Fino a quando, ovviamente, i tifosi contrari alla tessera non decideranno di riappropriarsi dei loro diritti, cui hanno consapevolmente e per il momento rinunciato in favore di una ovvia, giusta e doverosa battaglia ideologica di libertà. Parlando oggi con un amico, la "messa in opera" della black list, con conseguente connessione telematica immediata con la Questura che autorizza persino il rilascio di un singolo biglietto, svuota lo stesso concetto di tessera del tifoso. La prima critica, infatti, era quella per la quale era necessario chiedere il permesso alla Questura per poter richiedere la tessera. Ora questo implicito permesso lo si chiede nel momento in cui si acquista il biglietto, visto che il sistema di rilascio del titolo interroga il sistema centrale del Ministero dell'Interno. Ne consegue che la scelta, come detto qualche giorno, fa, è solo tra andare ancora allo stadio/non andare più allo stadio, neanche in casa, visto che anche acquistando i biglietti per le partite in casa, in buona sostanza, si sottoscrive una piccola tessera del tifoso, da febbraio 2011 in poi, data in cui è entrata in vigore la black list”. Se si decide di rimanere nello stadio - e alla fine fine il rimanere dentro per lorsignori è una sconfitta - c'è solo da decidere quando e per me il quando lo si vede dall'ambiente: quando ti accorgi che stai per essere sostituito - se vuoi ancora giocare - ti rimetti in campo e non ti fai sostituire. E qualunque limitazione dovessero poi mettere, ci consentirà di dir loro quello che di loro pensiamo: bugiardi”. Lo pensavo all’epoca, lo penso tuttora. Nel frattempo, il 21.06.2011, l’Osservatorio non ha più bisogno (salvo che per la serie D e oltre) di giudicare a rischio o non a rischio le partite: si rende parte attiva di un protocollo con cui le leghe calcio e l’ONMS si mettono d’accordo per non vendere biglietti a non tesserati della regione da cui origina la trasferta. Siamo fottuti e nessuno può più andare in trasferta, se non con atti ammirevoli di ribellione che però, in una prospettiva più ampia, non hanno futuro. Nel frattempo alla fine del campionato 2010/11 la “nuova” Roma – al contrario della vicepresidente di Lega Serie A Sensi “eh, ma lo dice l’Osservatorio” - cerca di capire dalla tifoseria le ragioni del dissenso e si informa giuridicamente sulla questione, per capire se si potesse dare uno strappo o meno. A quel punto la Roma, nel Settembre 2011 vara il carnet di biglietti e l’ONMS si infuria: il 01.09.2011 (det. 30/2011), l’ONMS boccia l’iniziativa della Roma (ancor prima con la det. 25/2011 aveva detto che era per lo meno prematura) in modo inequivocabile e solo il 1° febbraio 2012 è costretto a seguire la Roma e a parlare di voucher elettronico (guarda caso come la futura Away) e solo il 30.05.2012 (det. 26/2012) concede alle altre società di fare una sorta di “home”, al massimo per dieci partite. La Roma se ne frega e lo mantiene per tutte e 19. Possiamo dire che è un 3-0 in trasferta? Pure un 4-0? Eppure la “Home” viene rilasciata, già dal settembre 2011, secondo i criteri che POI darà l’Osservatorio con la determinazione n. 5/2012, come si vede dalla stessa determinazione n. 6/2012: “Il rilascio delle fidelity card– compreso il voucher elettronico di cui alla Determinazione 5 dell’Osservatorio, in data 1° febbraio 2012 - deve avvenire in tempo reale e, comunque, in caso di impedimenti tecnici, senza ritardo. Le società sportive, attraverso le società di intermediazione, sono invitate ad adottare uno schema tecnico simile a quello di seguito indicato (a mero titolo esemplificativo)”. Ed allora la Roma aveva già adottato, sin dal settembre 2011, lo schema poi indicato dall’ONMS, tanto che la Roma non ha dovuto apportare alla Home alcuna modifica: quella che abbiamo nel 2012/13 è la stessa che avevamo nel 2011/12. Se è come un vecchio abbonamento (anche se, in verità, in più ha la foto), torniamo al discorso che si faceva all’Osservatorio anche tramite questo sito: chi ha l’abbonamento è già “fidelizzato” e deve potere andare in trasferta, ma vennero fatte orecchie da mercante per evidenti ragioni politiche, perché l’ONMS risponde al Ministro e il Ministro era Maroni, che non poteva subire sconfitte politiche. Quindi, se è vero che la Away ricalca lo schema indicato nella “fidelity card” indicata nella determinazione n. 6/12, allora va anche detto che la Roma ha spinto l’ONMS verso tale soluzione. L’unica differenza è che la “Home” (una fidelity card anch’essa, del resto lo stesso abbonamento è una carta fedeltà) aveva delle foto che dovevi portare a mano, mentre nella Away la foto te la fanno lì per lì, ma basta vedere la foto e la firma digitale per capire come quella foto (al contrario di quelle che probabilmente portavamo per i vecchi abbonamenti) non può certo finire in questura, tanto è scarsa, e difatti finisce nel database clienti della Roma. Nella determinazione 39/2011 (19 ottobre 2011) l’Osservatorio chiede per la seconda volta un intervento del Legislatore sull’art. 9. Di più non più fare. Possiamo ritenerlo un altro passo indietro dello Stato? * * * * * * * * Saltando un attimo sulla cronologia degli eventi, visto che il mio amico ha anche detto che il Codice Etico non rappresenta un problema, è doveroso ricordare che il codice etico, ancorché non rintracciabile nella sua materialità perché lo avrebbero dovuto predisporre i club è inesistente nella Away visto che, valendo contrattualmente ciò che si firma, non si sottoscrive l’adesione al programma TdT e basta confrontare i moduli per verificarlo. Del resto per capire l’insidiosità del non meglio espresso codice etico, è sufficiente guardare la determinazione 42/2011 del 09.11.2011, in cui l’ONMS avvisa i veronesi che la Tdt gliele ritirano anche se non violano norme ma solo il codice etico, cosa che avverrà puntualmente nel dicembre 2012, dopo Inter/Verona di Coppa Italia e quindi nella totale discrezionalità della Questura, proprio per il fatto che, pur richiamandolo, non esiste un Codice Etico scritto (che, al limite, può ad oggi coincidere con il Regolamento d'uso dello Stadio) e in questo risiede la discrezionalità e l’eccezionale rischio, visto che non esiste autorità cui ricorrere. Sul punto mi scrivi il mio amico poi scrive: “L'unico fatto importante che scrivi ed è giusto e quando mi riporti che nella sottoscrizione della privilege è specificato facente parte del programma tdt, cosa non scritta nella AWAY. Purtroppo però da avvocato sai che non è proprio corretto il ragionamento. Non è decisivo ed obbligatorio scriverlo se poi in sostanza e di fatto accetti tutto quello che prevede il programma con aggiunta che con la AWAY fai foto con webcam e firma digitale, non previsto con la privilege. Se poi la numerazione segue le stesse logiche TDT sul ticket ti scrivono abbinato a TDT Numero xxxxxxx credo che il non aver scritto quelle due righe è chiaramente una furbata, ma in sostanza e nei fatti e una TDT e se domani dovresti affrontare un processo dove il PM chiede che la stessa sia riconosciuta come TDT e l'avvocato deve dimostrare che non lo sia, appigliarsi solo a quelle due righe non specificate mi sembra un po’ deboluccia come teoria, visto che di prove che dimostrano che è una TDT – fidelity card ce ne sono moltissime e chiarissime, sempre secondo il mio modestissimo parere”. Beh, no! Un contratto del genere può essere solo scritto e non per fatti concludenti! Se io non aderisco espressamente al programma tessera del tifoso, non mi puoi fare quello che hanno fatto ai veronesi. E se lo fai ho un organo cui ricorrere. Sul codice RFID, invece, mi scrive: “Il famigerato RFID sul cui conto se ne sono sentite molte, nello specifico (ISO 14443) non era niente di così assurdo da giustificare il non acquisto di una tessera, i problemi le morali e le logiche intraprese per questa battaglia mi sembrano ben diverse”. Già, ma chi lo sapeva nel 2009? Solo dopo è stato chiarito, a seguito di una interrogazione parlamentare dei parlamentari Perduca e Staderini. Il sistema RFID è implementabile e all’inizio sembrò che fosse quello utilizzato per il controllo delle merci! Nella Away comunque non c’è e quindi il problema è risolto alla radice. * * * * * * Torniamo alla cronologia degli eventi: 2012: A questo punto l’Osservatorio, a seguito della breccia aperta dalla Roma (e visto il casino che le tifoserie stavano facendo), vara la determinazione 6/2012 “vista l’esigenza di introdurre un pacchetto di misure al fine di avviare un percorso di semplificazione per l’acquisto dei tagliandi da parte dei tifosi, con particolare riferimento a categorie da privilegiare quali famiglie, bambini, possessori della tessera del tifoso etc.” e stabilisce quello schema semplificativo di fatto già adottato dalla Roma, chiedendo che tutte le società si adeguino, visti gli immani problemi che aveva dato la TdT. Ancora nel luglio 2012 ribadivo che il problema era tra andare o non andare allo stadio www.asromaultras.org/tessera_voucher.html ma tutto sommato nessuno si ancora si poneva il quesito, continuando allegramente ad andare allo stadio con il proprio biglietto. 2013: La Roma vara la Away, svuotata di tutti gli elementi che ha la Privilege tranne l’art. 9 che però vale ovunque. Perché lo ha fatto se aveva già la Privilege? * Ed allora, su questa battaglia, dall’altra parte si è chiusa la stalla quando i buoi erano scappati. Quando si capirà che questo è il colpo di grazia cui mi riferivo il 16 aprile 2011, credo si potrà dire di avere per lo meno pareggiato la guerra dopo avere costantemente attaccato (ma secondo me l’abbiamo vinta e giocavamo contro lo Stato!), usando tutte le armi a disposizione ed una volta appurato che: a) l’art. 9 è modificabile solo dal Parlamento e comunque è stato intepretato in senso più morbido. Qualora dovessero interpretarlo diversamente, si potrà tranquillamente valutare di abbandonare tutti gli stadi, sia in casa che in trasferta; b) non c’è alcun margine di miglioramento: non si tornerà mai più, anche visto il progetto dell’Agenzia delle Entrate – figlio delle politiche europee della BCE - al biglietto per andare in trasferta. http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/bfc06e8042868a419627ffe4308d5f44/Provvedimento+AE+13+maggio+2010.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=bfc06e8042868a419627ffe4308d5f44 Per finire, ciò che conta sono i contenuti, non la forma. Se si dice che la Away è diversa dalla Home perché è pur sempre una tessera che devi avere per avere un biglietto per la trasferta, allora rispondo che se questa tessera è svuotata dei requisiti iniziali, allora è esattamente identica al documento di identità che presenti in ricevitoria per fare il tuo biglietto casalingo, perché anche il tuo documento non ha RFID, non ha adesione al programma, non ha codice etico, non è una carta di credito (attivabile o meno) ecc. ecc.. E SERVE PER CONTROLLARE L’ART. 9. E, se proprio vogliamo dirla tutta, la foto che c’è apposta sta in una sede istituzionale mentre quella della Away no. Ah, dimenticavo: quando si faceva la Privilege si dovevano portare tre fototessera. Quando fai il biglietto per le partite in casa cambia solo il supporto con cui lo richiedi, anzi, a volte manco quello perché se prendi il biglietto con la patente o, nel caso di minore, con la tessera sanitaria, gli presenti un supporto di plastica. Ciò che conta è il contenuto. Se poi si dice che anche la Lega Pro ha fatto qualcosa di simile nel 2012, allora rispondo che la Lega Pro arriva DOPO che la Roma ha incrinato il sistema, se no perché non lo ha fatto prima? Perché partire dal 2012 quindi? Partiamo dal 2009 (se non dal 2005), perché la differenza è sostanziale. Se la Lega Pro avesse fatto tutto questo PRIMA che la Roma aprisse il varco, allora se ne poteva parlare, ma è avvenuto dopo. Peraltro la Away – fatto certamente da non trascurare - NON LA DA’ LA LEGA SERIE A (anzi la Lega era fermamente contraria a sistemi diversi), ma la offre il mio club. Anzi, chiedo: perché questa tessera non l’ha adottata la Lega Serie A, così come ha fatto la Lega Pro? La risposta, perché LA LEGA SERIE A non voleva perché è contro la Roma, anzi, è contro la Roma da quando la Sensi se ne è andata. Per concludere davvero, bisogna anche capire quando non ci sono più spazi per ulteriori miglioramenti, fermo restando il controsenso – per me assoluto – tra chi non si fa la Away ma continua ad andare allo stadio: come detto, per avere un biglietto cartaceo (ma in futuro potrebbe essere di plastica, se hai letto i desiderata dell’Agenzia delle Entrate), devi presentare un documento di identità, altrimenti non te lo danno e sei comunque soggetto all’art. 9. Questo è l’ultimo treno che passa e non ne passeranno più, e sta passando da un binario decisamente diverso da quello su cui inizialmente stava e oltre tutto senza passeggeri, la scelta deve essere netta: non lo prendo e non lo prenderò più, ma allora bisogna interrogarsi seriamente se continuare ad andare allo stadio. Se si gioca a scacchi, si sa bene che c’è la c.d. “patta”, quando i due giocatori fanno sempre le stesse mosse. Ecco, il sottoscritto, che conosce perfettamente lo stato dell’arte, se non altro per averlo seguito anche OLTRE le determinazioni e i comunicati ufficiali delle parti in causa) sta dicendo che abbiamo raggiunto il massimo, e nel massimo c’è anche quella locuzione (giuridicamente e moralmente essenziale) per cui con la Privilege aderisci al programma tessera del tifoso, con la Away no, anche se il modo in cui te la rilasciano è quello dello schemino di cui alla det. 6/12, peraltro già adottato dalla Roma per il rilascio della Home. Poi, ognuno faccia le sue scelte, sapendo che non si potrà più tornare indietro, e questo vale anche per le tifoserie i cui club vareranno qualcosa di analogo alla Away, e so che sono molti. Io la mia scelta l’ho fatta.
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