Lorenzo Lorusso: gli "Ospedali psichiatrici giudiziari", finalmente chiudono

Creato il 20 gennaio 2012 da Gaetano61

Sul tema della proposta di legge che prevede la chiusura degli "Ospedali psichiatrici giudiziari" (Opg), ricevo e pubblico volentieri questo articolo di Lorenzo Lorusso: 
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Gli OPG, finalmente chiudono   di Lorenzo Lorusso  
Una chiusura auspicata ed attesa da anni forse troverà la sua realizzazione nei prossimi mesi, la proposta di legge per la definitiva chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (acronimo OPG) è arrivata in Commissione alla Camera (relatore l’On. Ignazio Marino) ed ha trovato il favore di quasi tutte le forze politiche. Ora, l’ultima parola, spetta al voto delle aule, sia a quella della Camera sia a quella del Senato, sempre che la legge non venga emendata da uno dei due rami del Parlamento durante il suo percorso.  Laddove finiva la dignità dell’uomo iniziavano la loro opera queste strutture emarginanti, disumane, fatiscenti, sopravvissute persino alla famosa legge 180 relativa alla chiusura dei manicomi, più nota come legge Basaglia, dal nome dello psichiatra veneziano poi adottato dalla città di Trieste.Negli OPG presenti sul territorio nazionale sono detenute circa 1.300 persone e, come già abbiamo detto, queste strutture non sono ospedali dove normalmente i pazienti vengono curati per un reinserimento nella società ma sono luoghi di detenzione veri e propri, con tanto di polizia penitenziaria che ne controlla le uscite. Se Cristo si è fermato ad Eboli la psichiatria e la giustizia si sono fermate davanti alle porte di questi luoghi dove spesso la dignità umana è calpestata, dove non esistono diritti, laddove le condizioni igienico-sanitarie sono precarie. Eppure le stesse relazioni inviate al Ministero di Grazia e Giustizia dai direttori o da qualche medico di queste strutture dicono chiaramente che l’80% degli internati non costituisce più un pericolo per se stesso e per la società. Sovente, questi malati, vengono dimenticati sia dalla giustizia sia dalla sanità ed anche dagli stessi parenti, non viene data loro alcuna possibilità di riscatto o di revisione della pena, perché di pena, a tutti gli effetti, si tratta. E chi è malato non deve scontare una pena ma essere curato, basta leggere la nostra Costituzione per capirlo. Si è perso già troppo tempo e tanta sofferenza è passata sotto i metaforici ponti prima che la società si accorgesse di queste persone, di questi esseri umani.   ""      

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