Loretta Napoleoni: il miracolo cinese e la primavera araba

Creato il 08 ottobre 2011 da Wally26

Loretta Napoleoni e’ un’economista, giornalista, ha scritto per le piu’ famose testate giornalistiche internazionali, consulente (secondo Wikipedia) del think tank del partito Socialista spagnolo Fundacion Ideas e pubblicato diversi libri. Si e’ occupata molto di terrorismo e di quella che chiama ‘economia del terrorismo‘ sostenendo a piu’ riprese che la minaccia terrorista non esiste ma e’ stata creata dagli americani, da Bush in particolare, per avere il pretesto di attaccare l’Iraq etc. etc. Giulietto Chiesa approverebbe.

La Napoleoni sara’ a New York il 10 ottobre presso l’ associazione marxista Brecht Forum per parlare del suo libro “Maonomics. Why Chinese Communists Make Better Capitalists than We Do“;

Nell’intervista la Napoleoni dice:

il modello capitalista occidentale e’ in crisi, e’ obsoleto e non sta al passo con la globalizzazione. La Cina potrebbe quindi diventare il nuovo modello da seguire poiche’ mischia la pianificazione statale di stampo marxista con l’economia di libero mercato. La Cina sta dando una spinta forte al rimodellamento dell’ordine mondiale.”

Infine “loda” il sistema capitalistico cinese avviato da Mao, senza fare menzione del costo in vite umane col quale fu avviato il progresso economico voluto da Mao e senza menzionare il costo in felicita’ umana attraverso cui e’ stata raggiunta questa chimerica prosperita’ economica… Quanti milioni di cinesi poveri vivono ancora oggi nelle campagne e ai margini delle citta’ lavorando come ‘clandestini’ nella loro stessa nazione per due lire, lontano dalla famiglia? Quanta gente e’ stata espropriata dalle proprie case nel centro delle maggiori citta’ cinesi per far spazio ai grattacieli?  Quanta gente ha perso casa e terra in seguito alla costruzione delle dighe e alle inondazioni delle vallate? Di queste cose non si parla. Senza contare poi, che anche la Cina e’ affetta da una bolla immobiliare e che cresce ogni giorno il malcontento dei giovani laureati che non trovano un posto di lavoro degno della loro preparazione e non vengono pagati come dovrebbero. Anche i giovani cinesi sono in piazza a protestare per ottenere ‘democrazia’, ‘una connessione internet’, la ‘liberta’ di stampa’… La Cina fara’ il botto se le aziende occidentali inizieranno a ri-localizzare negli Stati Uniti o a delocalizzarle in Vietnam o in Cambogia, come gia’ avviene. Ma no, va tutto alla grande in Cina e il suo modello andrebbe preso in considerazione in occidente… In fondo lo ” spettro del Comunismo si aggira ancora per l’Europa;

L’ultimo libro della Napoleoni si intitola “Il Contagio. Perche’ il mondo arabo ci insegnera’ la democrazia“.  Riporto alcuni stralci presi da un articolo di Hermes Pittelli apparso sul blog: Pensierosuperficiale;

Volevamo esportare la democrazia, come una merce del mercato globale. Invece, riposta la tipica arroganza occidentale per manifesta inferiorità, forse saremo costretti dagli eventi e dalla terza rivoluzione industriale (quella ipertecnologica) a impararla dal mondo arabo. Ne è convinta Loretta Napoleoni che lo ha anche scritto e spiegato con dovizia di dati e motivazioni in un libro – Il contagio. Perché il mondo arabo ci insegnerà la democrazia, Ed. Rizzoli – che Giuseppe Ragogna, vicedirettore del Messaggero Veneto ha definito “tagliente e cattivissimo”. Forse perché ci costringe a pensare, ci mette con le spalle al muro, non offre compromessi o accondiscendenze nei confronti della nostra pigrizia mentale, civile e politica .  In cambio di un quieto vivere sempre più precario ci siamo arresi alle oligarchie economiche, finanziarie e politiche che dietro la parvenza della democrazia si sono impossessate dei diritti e delle risorse che appartengono a tutti noi.

Napoleoni, economista e giornalista, esperta di strategie anti terrorismo, consulente per BBC e CNN, editorialista per ‘El Pais’, ‘Le Monde’, ‘The Guardian’, ‘Internazionale’, ‘l’Unità’, ‘Il Caffè’, ‘L’Espresso’ da Pordenonelegge.it lancia apparenti paradossi: nel mondo arabo le rivolte sono scoppiate per ottenere la democrazia, in Europa (pensiamo al movimento più forte e attivo, gli Indignados spagnoli) contro la democrazia (contro la degenerazione della democrazia). Si è creato un ponte tra le sponde del Mediterraneo: dal mondo arabo alla Spagna per influenzare il resto dell’Europa occidentale e tornare poi al sud, a Tel Aviv dove i giovani hanno eretto una tendopoli per protestare contro il proprio governo.  Essi sono a favore della nascita di uno stato palestinese e chi paventava anche in questo caso infiltrazioni o manipolazioni da parte del fondamentalismo islamico è stato smentito. Secondo Napoleoni la dimostrazione che

per 10 anni, dall’11 settembre 2001 ad oggi, i governi occidentali hanno somministrato ai cittadini una propaganda della paura per varare leggi sempre più restrittive dei diritti che mai avrebbero potuto far approvare senza lo spauracchio del terrorismo”.

La società civile nel mondo arabo ha iniziato la propria riscossa grazie agli strumenti di comunicazione tecnologica, media che stanno conferendo potere alle masse anche se queste non sono ancora completamente consapevoli del fenomeno in atto. Napoleoni ammette che l’Italia, come fosse isolata da una campana di vetro, è indietro rispetto alla vicina Spagna, ma la campagna dei quattro referendum primaverili ha mostrato che anche il Belpaese si è lentamente messo in moto. “I fenomeni del precariato, del mercato nero e dei sostegni garantiti dai risparmi delle famiglie hanno funzionato da cuscinetto ammortizzatore rispetto a rivolte come quella degli Indignados”. Ma l’insoddisfazione, la rabbia sociale e l’indignazione stanno montando.

Se la volontà della società civile attraverso twitter, facebook, gli i-phone e gli smartphone ha portato alla mobilitazione di massa causando il naufragio di dittature feroci e decennali come quelle di Ben Alì, Mubarak e Gheddafi, forse presto riusciremo ad archiviare come l’incubo di una notte le figurine mediocri che da 20 anni, riciclandosi, ci hanno condotti sull’orlo del baratro.  Solo però quando dimostreremo di aver capito la lezione più importante: la democrazia è il miglior sistema di governo finora conosciuto (o il meno peggio, in versione pessimistica) ma è esposto alle degenerazione, non è mai un diritto acquisito una volta e per sempre, ma si difende e (ri)costruisce giorno per giorno.”

Su questo ultimo punto sono d’accordo con lei;


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