Io la polemica non volevo farla, ma tanti ne parlano tutti. Però vi pongo l'interrogativo di domenica. Magari siete più rilassati, meno inclini all'incazzatura. La notizia è questa.
Riassumendo: Urania taglia (e taglierà anche in futuro, suppongo) i testi troppo lunghi. Si parla di decurtazioni del 15-20% sui testi originali. Per ora a farne le spese è stato Vernor Vinge, nel numero di agosto di Urania.
Ora, come dice l'articolo, la collana da edicola della Mondadori ha giovato della gestione Lippi che, secondo me, ha vera passione per il genere di cui si occupa. Probabilmente sta anche patendo di una scelta che va ben oltre le sue competenze a livelli di budget e amministrazione. Resta il fatto che questa affermazione fa venire i brividi: “I tagli (...) sono stati fatti ragion veduta, lavorando solo su frammenti di testo non strutturali. Aggettivi, frasi ridondanti, spiegazioni inutili ai fini della storia.”
Il punto è: chi decide tutto ciò?
Quale somma mente si arroga il diritto di tagliare autori affermati come Vinge? Soprattutto considerando la penuria di editor italiani, non dico bravi, bensì anche solo decenti?
Vero, Urania è l'unica collana italiana che tratta ancora fantascienza “pura”. Io le sono affezionatissimo: fin da ragazzino compravo i vecchi numeri usati, dalle copertine sbrindellate, nella bancarelle dell'usato. Ma se il futuro è questo, beh, non so se sia un bene continuare questo bel rapporto.
Se viene a mancare la stima, si sa, mancherà presto anche tutto il resto.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake