LOST IN MY TOWN La piscina dei miei sogni e quella dei miei incubi

Creato il 19 giugno 2012 da Vivianamusumeciblog @VivianaMusumeci

Non so a quanti di voi piaccia nuotare. Io ho sempre pensato che non mi piacesse. Poi, complici un paio di occhialini che non tolgo se non con l’ausilio della fiamma ossidrica e un tappa naso che non lascia passare nemmeno un goccia d’acqua nelle mie vie respiratorie, ho scoperto che nuotare è bellissimo e lo farei all’infinito, se poi non dovessi scappare a casa a lavorare. Per questa ragione, da gennaio frequento la piscina. Da gennaio ad aprile ho frequentato quella di Oggiono, Stendhal: alle 7.30 del mattino, le signore delle pulizie, si apprestano ad andarsene lasciando gli spogliatoi talmente puliti che si potrebbe persino pranzare sul pavimento. Le toilette, le docce, i pavimenti, gli spogliatoi singoli e gli armadietti sono pulitissimi. Poi, magari, durante la giornata con l’avvento dei clienti, la situazione cambia, ma alla mattina alle 7.30, non c’è proprio nulla da obiettare.

Da maggio mi sono iscritta però alla piscina comunale al Centro Sportivo Bione di Lecco. La situazione è cambiata completamente. Alle sette del mattino, la piscina è più popolata del mercato di Papiniano di Milano al sabato mattina. Non solo: l’età media è alta. Ad alzarla soprattutto i signori che, una volta, a causa della loro età, sarebbero stati dei simpatici nonnetti, e oggi invece,  “broccolano” allegramente tra una corsia e l’altra, facendo pr che neanche Tiziana Rocca sarebbe in grado di fare a quell’ora – suggerisco di rimandare gli appuntamenti galanti a mezzogiorno che magari ci scappa anche un aperitivo al bar -. Ma il problema, a dire il vero, non è la presenza folcloristica dei suddetti. Il centro, pur nella sua fatiscenza, potrebbe essere accogliente, invece, è respingente nella mancanza di pulizia e igiene. Il personale è gentile e disponibile, ma è ben poco rispetto alla sporcizia degli spogliatoi. Trovare degli armadietti funzionanti nello spogliatoio femminile è diventata un’impresa; i singoli spogliatoi, quelli a rotazione, sono sempre in condizioni igeniche disatrose. La sporcizia impera. Senza contare che su due toilette, l’unica a essere funzionante è quella dei disabili: alla mattina presto può anche non costituire un problema, ma immagino che durante la giornata, con l’aumento dell’affluenza, la questione cambi. Alcuni, probabilmente, non riuscendo ad attendere, magari approfittano della piscina stessa. E tra l’altro, la toilette, è fuori servizio da più settimane, almeno da un mese e mezzo, ovvero da quando è iniziata la mia affluenza. Può capitare di incontrare anche degli scarafaggi – tutte queste cose sono documentate da fotografie -. Per non parlare dell’acqua: sul fondo si vedono cerotti, oggetti non ben definiti, sassolini (?), di tutto. Il fatto che la piscina sia comunale non implica che debba essere lasciata in queste condizioni. Peraltro, spesso la gente è incurante delle strutture e non fa nulla per rispettarle, ma in questo caso, posso testimoniale che ho aspettato un mese e mezzo, prima di scrivere questo pezzo. Per vedere se dando un po’ di tempo sarebbe cambiato qualcosa. Purtroppo non è così.

Un simpatico scarafaggio si aggira negli spogliatoi della piscina del centro sportivo Bione a Lecco


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