La televisione produce una tale quantità di spazzatura da ispirare veri e propri inni di gratitudine alla rete. Può succedere però che tra mille banalità emerga di tanto in tanto un prodotto che valga la pena seguire...
.
E' il caso di Lost, serie televisiva americana che - sebbene zavorrata dai limiti imposti dal tubo catodico - ha rappresentato nelle sei stagioni in cui è andata in onda una delle più interessanti esperienze televisive degli ultimi lustri. Sebbene Lost abbia effettivamente avuto un finale - cosa tutt'altro che scontata, vista la leggerezza con cui per motivi commerciali è ormai consuetudine decapitare le serie televisive - una nutrita schiera di fan si è detta delusa dallo epilogo, trasmesso dalla ABC lo scorso 23 di maggio. Principale oggetto di contestazione è stata la scelta degli autori di affidarsi a fatalismo e dogmatismo, espediente che in sostanza li avrebbe sollevati dallo onere di svelare molti misteri che avevano caratterizzato la trama. Rimostranze condivisibili. Applicando all'epilogo di Lost la stessa chiave di lettura che ha caratterizzato la maggior parte delle "interpetrazioni" discusse in rete - infatti - non si può che restare perplessi dalle modalità con cui la vicenda è finita. E' tuttavia passata inosservata una chiave di lettura ben riconoscibile per chiunque non sia del tutto digiuno in materia di esoterismo e relativa simbologia. Un punto di vista che sfoltisce la vicenda degli elementi riempitivi e denuda il nocciolo della questione. Lost rappresenta una allegoria. Gli ultimi episodi hanno confermato ciò che appariva probabile sin dal principio. L'intera epopea è leggibile come metafora della condizione umana osservata da un punto di vista "illuminato." D'ora in avanti darò per scontato che tu conosca la serie e che sia a conoscenza del finale. Se non vuoi rovinarti la sorpresa, non leggere oltre.
A seguito di una avaria l'aereo di linea su cui viaggiavano precipita su una strana isola governata da forze che non riescono a comprendere e controllare, e che perciò sono obbligati a subire finché scoprendo la verità non riusciranno a dominarle. L'incidente rappresenta la nascita. L'isola è il mondo che ci circonda, oscuro e pieno di insidie per chiunque non sia adeguatamente edotto. La grotta di luce nascosta nelle viscere della isola - uno degli elementi epilogativi più contestati agli autori della serie - incarna la conoscenza, è una prosaicizzazione del concetto di illuminazione. La grotta di luce è l'obiettivo indeterminato alla cui ricerca i personaggi si votano per svelare il mistero e porre fine alla loro condizione. In particolare, l'incidente rappresenta la "creazione" ad opera del "demiurgo" (Jacob) del cosiddetto Grezzo. In lessico massonico il Grezzo è la materia da plasmare, la mente non "illuminata" e dunque smarrita (lost) nella oscurità della ignoranza. Jack, John, Hugo, Sawyer e gli altri naufraghi rappresentano una allegoria della umanità nata grezza e votata alla ricerca della illuminazione.
Le peripezie vissute dai naufraghi nell'arco della vicenda rappresentano il percorso che ogni individuo dovrebbe compiere verso la comprensione del mondo che lo circonda, con passione e coraggio. Proprio come fanno i personaggi principali del telefilm, ossia Jack e John. Nel corso della lunga vicenda emerge una moltitudine di elementi connessi ai misteri esoterici tra cui riferimenti alla antica cultura egizia ed al multiverso della cabala ebraica, oltre a digressioni fisico - filosofiche intorno al concetto di tempo cronologico. Il superamento di ogni traversia sancisce un nuovo passo verso la (grotta della) luce. I personaggi che si adattano supinamente alle contingenze - cioè praticamente tutti i naufraghi ad eccezione dei pochi veri protagonisti - rappresentano il Grezzo destinato a rimanere tale; quella parte di umanità "indolente" che si lascia distrarre dalle contingenze e perde di vista il fine ultimo della creazione.
Uno degli ultimi episodi della serie, quello intitolato Al di Là del Mare, è stato giudicato inopportuno da molti appassionati, così come gli elementi che ha introdotto, considerati l'espressione di un "deus ex machina" che ha agito con la impellente necessità di chiudere il cerchio e scrivere la parola fine. Tale episodio - in apparenza improduttivo rispetto alla economia della trama - suscita perplessità se inquadrato nello ambito di una chiave di lettura convenzionale. La interpetrazione esoterica ne fa invece il fulcro della storia; la chiave di decrittazione del codice. L'episodio narra la storia di Jacob, uno dei due "dei minori" presenti sulla isola al momento dello incidente. Lo si vede crescere in un remoto passato, allevato da una donna che si rivelerà essere la "custode della luce." Che cos'è la luce? In sostanza, dalle profondità di una grotta nascosta nel cuore sotterraneo dell'isola, fluisce una luce calda e abbagliante, fonte di immenso potere. Compito del custode è quello di assicurarsi che nessuno trovi mai quella grotta. Il personaggio della donna oltre a incarnare il "tyler" - custode della loggia, ruolo codificato nella cultura massonica - rappresenta le oligarchie detentrici del sapere; in poche parole, coloro ai quali è rivolto il messaggio esoterico di Lost. Al momento opportuno la donna passa il testimone a Jacob. Tutto ciò ha luogo mediante una pratica che è difficile non accostare ad un rito iniziatico. Quando Jacob le chiede perché non desideri condividere la luce con la comunità stanziata sulla parte opposta della isola, la custode sottolinea che - trattandosi di persone violente, opportuniste e ignoranti - finirebbero per usarla nel modo sbagliato. Questo passaggio credo si commenti da solo. Ecco come cambiando chiave di lettura, molte perplessità vengano meno. L'elemento apparentemente più estraneo alla storia - cioè la grotta di luce - muta valenza, infondendo alla stessa un significato preciso. La chiave allegorica smentisce la idea di un epilogo raffazzonato, e traccia la linea di demarcazione culturale tanto cara alle oligarchie illuminate, tra la massa ignorante, incapace di cogliere l'autentico significato delle cose, e i detentori della saggezza necessaria a vedere oltre la superficie.
Quando "i candidati" giungono alla grotta la serie giunge all'epilogo. Tale tempistica non fa che avvalorare la teoria di questo post, in quanto rimarca la crucialità della (grotta della) luce, conferendole una importanza che trascende la sua materialità per trovare collocazione in ambito allegorico. I pochi personaggi rimasti "in lizza" sono il frutto di una minuziosa selezione naturale; coloro i quali hanno saputo cercare la (grotta della) luce con maggiore perseveranza, districandosi tra peripezie e piste fuorvianti. Ad un certo punto qualcuno rivela a Jack l'ubicazione della grotta. "Conosco a menadito l'isola," risponde lui. "Se ci fosse una tale grotta di certo la conoscerei." "Non potevi vederla, in quanto non eri ancora pronto", è la replica sibillina. Anche in questo caso il senso allegorico dovrebbe risultare chiaro. Attraverso lo stesso rituale di iniziazione a cui avevamo assistito nell'episodio Al di Là del Mare, Jacob inizia alla fratellanza Jack, il quale successivamente farà la stessa cosa con Hugo. Anche Desmond entra in contatto con la luce, tuttavia non viene iniziato e dunque resta un uomo illuminato, ma esterno alla fratellanza.
Un ulteriore elemento che avalla la chiave di lettura esoterica è rappresentato dai nomi attribuiti ai personaggi della serie, gran parte dei quali riconducibili a celebri filosofi e fisici, tutti appartenuti alla massoneria. Da notare che fisica e filosofia sono le principali discipline 'accademiche' alle quali è accostabile il concetto di "ricerca della verità." Provare per credere. Fiction → Realtà
John Locke → John Locke (filosofo ed illuminista, massone).
Jeremy Bentham (pseudonimo di Locke) → Jeremy Bentham (filosofo e giurista, illuminista, massone).
Shannon Rutherford → Ernest Rutherford (chimico e fisico, massone).
Boone Carlyle → Thomas Carlyle (storico e filosofo, massone).
Mr. Eko → Meister Eckhart (teologo, mistico e filosofo, massone).
Juliet Burke → Edmund Burke (politologo e filosofo, massone).
Goodwin → William Goodwin (filosofo, massone).
Mikhail Bakunin → Michail Aleksandrovič Bakunin (rivoluzionario e filosofo, massone).
Richard Alpert → Richard Alpert (psicologo, massone).
Daniel Faraday → Michael Faraday (chimico e fisico, massone).
George Minkowski → Hermann Minkowski (matematico, massone).
Charlotte Staples Lewis → Clive Staples Lewis (scrittore e filologo, esoterista, la cui appartenenza alla massoneria non è accertata).
Danielle Rousseau → Jean-Jacques Rousseau (scrittore, filosofo, illuminista, massone).
Desmond David Hume → David Hume (filosofo, massone).
Anthony Cooper → Anthony Cooper (filosofo, illuminista, massone).
Edmund Burke → Edmund Burke (politico e filosofo, massone).
Eloise Hawking → Stephen Hawking (fisico, la cui appartenenza alla massoneria non è accertata).
Se a ciò aggiungiamo che la ABC - che ha trasmesso la serie - fa capo al gruppo Disney, industria della quale è noto - chiamiamolo così - l'orientamento culturale ... ebbene il quadro mi sembra completo.
Lost è stata una delle serie tv più seguite della storia della televisione. Non mi stupirebbe se sia stata prodotta con la precisa intenzione di celebrare occultamente alcuni principi quintessenziali dello esoterismo massonico, così come accaduto con alcuni dei più noti film e romanzi di tutti i tempi. Chiudo sottoponendo alla vostra attenzione i due loghi apparsi in innumerevoli scene della serie. Quello della Oceanic, compagnia proprietaria del velivolo precipitato, e il Dharmacakra del Dharma (termine sanscrito ricorrente nel buddismo, che può essere tradotto come: "Legge", "Legge cosmica", "Legge Naturale", "il modo in cui le cose sono") , misterioso progetto scientifico con base sulla isola. Entrambe richiamano un simbolo. Una delle figure più deificate dell'antichità. Figura che ancora oggi in molti ambiti continua a incarnare il concetto di sapienza, in quanto veicolo di luce, di illuminazione, e quindi di conoscenza. Avete indovinato, è proprio lui. Ra, Mitra, Sion. Il Dio Sole.