I provvedimenti restrittivi sono eseguiti dalla Squadra Mobile della Questura di Venezia, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato (S.C.O.) e con la collaborazione delle squadre mobili di Lecce, sta eseguendo i provvedimenti restrittivi.
Le indagini hanno fatto emergere l'infedeltà di un funzionario di banca di Caorle (Venezia) che aveva stretto assieme ad un imprenditore un «pactum sceleris» con pregiudicati di Napoli e Casal di Principe (Caserta). Il bancario, tra le altre, avrebbe fraudolentemente riempito quattro assegni, sottratti al Banco di Napoli, apponendo a ciascuno l'indicazione di beneficiari-complici per circa 4 milioni di euro.
Secondo quanto accertato il patron dell'A.C. San Donà Calcio 1922, per il pagamento degli stipendi ai giocatori e per sponsorizzazioni 2010/2011 della squadra di calcio aveva predisposto con il bancario la negoziazione di 10 di questi assegni per un importo di 970.000 euro. Somma che non è stata incassata solo per un caso, ragion per cui è scattata la spedizione punitiva degli 8 campani che, dopo aver sequestrato e picchiato selvaggiamente il bancario, gli hanno chiesto un 1 milione di euro per il mancato esito dell'affare.
Il grave quadro indiziario è stato esaustivamente riscontrato e compendiato dalle indagini della squadra mobile veneziana che hanno portato il pm della D.D.A. di Venezia Roberto Terzo a chiedere e ottenere dal gip Michele Medici, 13 provvedimenti restrittivi per estorsione aggravata, porto di armi da sparo, ricettazione, truffa, lesioni gravi, falso, commessi con l'aggravante delle modalità mafiose (416 bis).
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