Lou Reed e i Velvet Undeground

Creato il 13 gennaio 2011 da Sulromanzo

Quando l’avanguardia incontra il “rock decadente”

Siamo alla fine degli anni ’60, l’estate dell’amore si sta estinguendo, arsa dalla sua stessa passione; dalle ceneri, nei bassifondi del grigiore metropolitano, una sottocultura inquieta e repressa prolifica fino a esplodere in un’innovativa forma di avanguardia. Ogni movimento culturale che si rispetti è figlio delle arti nella completezza del loro spettro, racchiudendo pittura, poesia, spettacoli e musica. L’opulenta borghesia americana degli anni ‘70, la corruzione morale di quei giovani svezzati nel benestare esaspera gli artisti, i quali reagiscono sferrando l’unica arma che conoscono: la propria arte.

Nel versante musicale una corrente del panorama underground, etichettata da Piero Scaruffi come “rock decadente”, si prende l’impegno di raccontare questa realtà degradata attraverso caricature paradossali e sarcastiche, ritratti provocatori di violenza e sadomasochismo, perversione ed amore proibito fino a trasformarsi in uno show fine a se stesso, scevro da qualsiasi fine commerciale. Un eterno happening musicale, in cui il lirismo e il virtuosismo s’incontrano creando pura poesia. Profeti inconsci di questa nuova tendenza sono i Velvet Underground di Lou Reed e John Cale, i quali fondono l’esasperata intellettualità del primo alla sperimentazione d’avanguardia del secondo. Una innovativa commistione tra poesia e musica che diventa eredità per il posteri.

Nel 1967 il gruppo è protetto sotto la benevola ala di Andy Warhol, uno dei più grandi personaggi dell’avanguardia newyorkese oltre che massimo esponente della Pop-Art. Entrando a far parte della Factory di Warhol il gruppo si ritrova immerso in una vera e propria “fabbrica” di produzione artistica, in cui si sperimenta una nuova forma d’arte fondata sulla condivisione (nella sua accezione più completa) di artisti, emarginati, travestiti, divi del rock e cineasti, tutti in cerca del loro momento di notorietà. Il gruppo parteciperà a uno dei più monumentali spettacoli della Factory dal nome “Explosing Plastic Inevitable” (1966), che celebra l’incontro tra Pop-Art, cultura underground e psichedelia, il tutto corredato da un uso massiccio di droga. In tale contesto i Velvet Underground suonano insieme alla bellissima Nico, dipinta più volte da Warhol come teutonica e statuaria valchiria: da qui a breve nascerà  l’album della loro collaborazione, “Velvet Underground and Nico”. I testi di Reed, cui è concessa totale libertà per la realizzazione del disco, sono quella che Cale stesso definì “mitologia della strada”. Sono brevi monologhi interiori in prima persona, oscillanti tra la prosa e il cantato, che narrano di decadenza, di alienazione, sesso e droga descrivendo una umanità alla deriva.

Lou Reed è spesso stato etichettato come poeta maledetto della sua generazione, sia durante la militanza con i Velvet Underground che nella sua prolifica carriera solista. La sua passione nasce dalla ammirazione per un suo contemporaneo, il poeta Delmore Schwartz che fu suo professore di letteratura all’università. La sua raccolta di racconti “In Dreams Begin Responsibilities And Other Stories” presenta lo stile antiretorico e asciutto del realismo letterario che plasmerà lo stile dei testi delle sue canzoni. Lo stile conciso e diretto, frutto inoltre delle letture dei romanzi di Chandler, si accompagna alla scelta di temi e personaggi ereditati da Hubert Selby Jr.; i transessuali, gli omosessuali, i drogati e marinai che si lasciano andare ad un'orgia di cui canta nel brano “Sister Ray” ricordano infatti i personaggi che l’autore introduce in “La regina è morta”. Nei testi di Lou Reed è possibile riconoscere la predisposizione a creare immagini dall’impatto iconografico istantaneo e allegorico, attingendo alle personali esperienze per renderle simbolo di una popolazione di disadattati, come gli svariati personaggi che incontra durante la frequentazione della Factory. L’eredità del rock decadente e della avanguardia degli anni ’70 è questa: documentari, album concettuali e sperimentazioni strumentali, rivisitazioni letterarie in chiave musicale (come il doppio CD Raven del 2002 in cui Reed reinterpreta poesie e racconti di E.A. Poe in forma di recitativi e canzoni). 

Come ogni movimento culturale di tale portata, l’avanguardia newyorchese crea un profondo legame tra musica, letteratura ed arti visive prendendo d’ispirazione la società alla deriva con cui convive ogni giorno.

“Mi piace scrivere di cose che rappresentano l'umanità. Non conosco altro argomento più importante di questo."

(Lou Reed)


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