Prendo spunto dalla polemica di questi giorni per raccontare la mia personale esperienza che potrà aiutare a farvi capire su questo strano fenomeno.
Vaiassa per me, alcuni ormai lo sanno, è sinonimo di fashion blogger.
Non mi stancherò mai di fare un premessa necessaria: il lusso non lo si vende facendolo indossare ad una fashion blogger, ne serve a livello di comunicazione del brand. Se io mi posso permettere un accessorio di Vuitton lo ricercherò su google ed andrò a leggere gli articoli correlati sull’oggetto di mio interesse ed andrò a vedere le relative immagini. Importante: ho scritto “leggere”. Pertanto sceglierò un sito che mi possa permettere di apprendere qualcosa. Semplice il ragionamento….
Non andrò mai sul sito di una vaissa che si auto fotografa perchè google non mi porterà, con le mie parole chiave di ricerca, a quei siti. Poi io ho voglia di conoscere un oggetto che devo acquistare, non devo fare il voyeur eccitandomi davanti alle foto di ragazze, piu’ o meno belle, che si fotografano nelle mise piu’ strane e meno appropriate.
Mi potrà dire qualche comunicatore: ma loro ottengono tante visite e commenti. Certo visite e commenti di altri blogger che scrivono una minchiata della seria cool, lovely, adoro, glam e subito dopo il link del loro blog. Stai certo che non acquisteranno mai nulla, non gli importa nulla ne dell’articolo (chiamarlo tale è un oltraggio), ne della blogger (anzi non vedono l’ora di tagliarle la testa e di prendere il suo posto) ne dell’oggetto di lusso. Comunicazione fallita!
Quando vedo a fine serata le statistiche del mio blog e su come sono arrivati a ricercarmi i lettori, mi accorgo di una cosa: sono stato ricercato e cliccato perchè erano interessati a ricercare quell’argomento specifico, quindi mi hanno mi hanno letto.
Alcuni lettori mi hanno chiesto il motivo della mancata pubblicazione di notizie sulle novità della maison Louis Vuitton. Ora voglio proprio raccontarvi come sono andate le cose. Dopo l’inaugurazione della nuova boutique di Roma mi ero lamentato del fatto che non ricevevo più comunicati e che per altri eventi erano stati invitati dei blogger (della fattispecie vaiassa, oggi incriminata) mentre io ne ero stato escluso.
L’ufficio stampa mi risponde carinamente e con gentilezza, come ha sempre fatto, ecco uno stralcio della email: “Caro, dato che per noi il mondo digital e' super importante, abbiamo un ufficio dedicato per i bloggers con cui ti metto in contatto. La persona a cui devi far riferimento per l'Italia si chiama…Sono loro che, secondo una strategia dedicata, decidono chi invitare agli aventi e a chi indirizzare la comunicazione. (…) Faccio presente la cosa al mio collega in modo tale che vi mettiate in contatto in modo tale che tu possa essere sempre aggiornato in futuro. Buona serata”.
Nulla da eccepire, anzi l’addetta all’ufficio è una persona adorabile. Attendo quindi contatto da questo digital p.r., la risposta non tarda ed eccola: “Gentile A., teniamo a ringraziarla per interesse dimostrato per la Maison e per averci introdotto al suo blog. Al momento, non è previsto l'invio di comunicati stampa ad online influencers. Terremo certamente in considerazione la sua richiesta per eventuali progetti futuri. La ringraziamo nuovamente per averci contattato e le auguriamo il meglio per il suo blog. Un'eccellente serata”.
Online influencers? Non mi aveva mai definito nessuno così, sembra una malattia. Prima cosa non mi chiami per nome, ma mi dai del Dott., Sig., e se consenti mi inserisci il mio titolo nobiliare, non ti conosco e mi sembra il minimo richiesto. Forse gli avrò fatto antipatia, chissà.
La mia risposta non è mancata: “Gent.le (…), grazie per risposta. Anche se io non mi definisco blogger se questo termine equivale ad essere assimilato a persone che utilizzano poco la sintassi e il giorno fotografano i loro outfit. Il mio blog seppur giovane, un anno di vita, ottiene moltissime visite dall'Italia e da tante nazioni lontane come costumi e lingue. Io, come altri miei colleghi, ci auguriamo che la professionalità sia un valore non aggiunto ma predominante per certe scelte. Grazie e buona serata”.
Naturalmente non ha mai risposto, forse non aveva nulla da rispondere davanti ad una realtà che oggi è piu’ che mai evidente.
Mi sono esposto sempre in prima persona e continuerò a farlo. Vuitton non mi inviterà ai suoi eventi? Pace…vivrò ugualmente felice, continuerò a scrivere. Vuitton ha scelto le vaisse che si auto promuovono? Bene. E’ giusto però che lo sappiano anche i miei lettori.
Se un giorno leggerete qualcosa su Vuitton sul mio blog, che un tempo acquistavo ( anche il mio giovane Napoleone ha il guinzaglio LV), state certi che il sottoscritto avrà ricevuto una email di scuse ed un bel cadeau!
Sono una piccola goccia ma….gutta cavat lapidem
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