Un libro incredibilmente feroce, di quella ferocia che l’annullamento totale della ragione, dell’esistenza in nome di una non comprensione della stessa, se non per l’ineluttabilità dei fatti cui ci fa assistere, porta a seminare piante carnivore nell’animo umano.
Wolfson nella sua impassibile postazione da spettatore, devasta il lettore trasformando la malattia mortale della madre, in un dedalo di tagliente tristezza, che rievoca lo splendore della sofferenza stessa nostro malgrado.
Non ci sono atti di pietà, se non lievi – e forse involontari- accenni in queste pagine morbose, collose, scritte senza tener conto di chi dovesse leggerle.
Un grido di follia che si erge al di sopra della narrativa stessa, che urla un disprezzo verso tutto, un diario di un genitore morente e una pseudo autobiografia dello stesso autore/figlio, disperante l’alter, nella sua condizione.
Non si possono leggere queste pagine senza restare sgomenti, perché in esse si nasconde quel lampo nel cielo del nord capace di sconvolgere ogni percezione del mondo che ci circonda.
Semplicemente stupendo.
Buona scelta
IBD
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Mia madre musicista è morta di malattia maligna a mezzanotte tra martedì e mercoledì nella metà di maggio mille977 nel mortifero memorial di Manhattan
Autore: Louis Wolfson
Einaudi-2013