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LOUISIANA (THE OTHER SIDE) di Roberto Minervini (2015)

Creato il 27 maggio 2015 da Ifilms
Dettagli Scritto da Riccardo Tanco Categoria principale: Le nostre recensioni Categoria: Recensioni film in sala Pubblicato: 27 Maggio 2015 Roberto Minervini   Nel profondo sud degli Stati Uniti in Louisiana, vive una comunità ai margini del tessuto sociale dove crisi economica, povertà e criminalità sono all'ordine del giorno. Spacciatori, veterani che odiano l'America, donne senza futuro e senza speranza. Esseri umani che lottano vanamente per un proprio posto nel mondo. Dopo la trilogia del Texas composta da The Passage del 2011, Low Tide del 2012 e il sorprendente capolavoro Stop The Pounding Heart del 2013, il regista italiano Roberto Minervini si sposta di stato passando dal Texas alla Louisiana, per raccontare ancora di un'America nascosta e rurale in cui i vantaggi del benessere comune sembrano ancora non arrivati. Minervini punta l'occhio quindi sull'altro lato (The Other Side appunto, questo il titolo del nuovo film), su una fauna umana composta da drogati ed ex veterani, anziani disillusi e militari che odiano il governo. Con Louisiana (The Other Side), Minervini prosegue la sua opera cinematografica atta a sfumare sempre più il labile confine tra fiction e documentario, tra reale e propria rappresentazione. I personaggi che Minervini filma interpretano se stessi e i loro comportamenti, vivono il proprio habitat naturale mentre una macchina da presa li scruta e sceglie. Tale modus operandi ha portato a un risultato stupefacente nel precedente film del regista originario delle Marche, il già citato Stop the Pounding Heart: lì si assisteva a un inedito cortocircuito tra cosa i personaggi facevano, cosa Minervini filtrava da quello che vedeva e cosa veniva restituito allo spettatore. Tre livelli di lettura che davano un'immagine diversa per ogni punto di vista coinvolto, in cui nulla era ciò che sembrava, dove la realtà delle persone si trasfigurava in un dramma struggente. In The Other Side si prosegue con il pedinamento intimo dei personaggi, con la camera a mano e con l'improvvisazione, filmando il più possibile anche ciò che può essere eticamente scorretto mostrare. Ma c'è qualcosa che purtroppo manca al film e che lo rende un netto e doloroso passo indietro per Minervini. Qui manca il filtro dello sguardo registico, quella capacità di vedere un ambiente e dei personaggi da documentario e trasfigurarli in un racconto di fiction che possa ambire a narrare qualcosa oltre a ciò che si vede. A The Other Side manca la delicatezza e la lucidità e quello a cui si assiste sullo schermo ha il sapore del documentario stantio e monocorde o dell'ennesimo, convenzionale film basato su un'America Southern e violenta. Così, il film non riesce a guardare oltre il proprio immaginario abusato ma anzi lo ricalca e ne rimane vittima, senza alcuna rielaborazione o vera riflessione sull'America. L'impressione è quella di adagiarsi su un campionario di umanità che non sa come essere guardata oltre lo stereotipo con cui la si immagina e di vedere un discreto documento di “vita vera” che fatica enormemente a diventare grande cinema. Voto: 2/4

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