Se pensiamo di sapere cosa siano i margini della società, soprattutto la società americana fatta di sogni e speranze, dove ancor oggi si può far crescere un'idea e farla diventare un successo, dove la meritocrazia dovrebbe funzionare, andiamo a vedere Louisiana – The Other Side, il film di Roberto Minervini presentato la scorsa settimana al festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.
Il regista marchigiano era già sbarcato sulla Croisette nel 2013 con Stop The Pounding Heart, l'ultimo uscito della trilogia del Texas poi premiato con il David di Donatello. In Louisiana provvede a sezionare per oltre 90 minuti intensi, fortissimi, le vite dei protagonisti di cui ci mostra anche i dettagli più intimi, esteriori (del corpo) e interiori (della mente e dell'anima).
Il film narra le vicende dolci e amare di amanti uniti più dalla droga che dall'amore, incapaci di staccarsi da metanfetamine e altre sostanze che in alcuni tratti sembrano incarnare l'essenza stessa della loro vita; adolescenti privi di punti di riferimento e prospettive; anziani ex combattenti abbandonati a sé stessi che vedono il governo americano come una macchina che si autoalimenta, senza badare agli interessi della gente, e che finiscono per identificare il presidente Obama come un bersaglio contro cui combattere.
Sullo sfondo non c'è nulla tranne abitazioni fatiscenti e luoghi di lavoro dove prevale lo sfruttamento su tutto. Della Louisiana, lo Stato del sud che dà il nome al film più volte nominato nei dialoghi, non si riconosce alcun riferimento perché la telecamera sta quasi sempre appiccicata ai volti e ai corpi dei protagonisti. Ai margini della società e oltre.
Louisiana, The Other Side uscirà in Italia il prossimo 28 maggio, distribuito da Lucky Red.
di Roberta Zennaro