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Lourdes González Herrero: Racconti dell’Estate Cubana

Creato il 30 gennaio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Lourdes González Herrero: Racconti dell’Estate Cubana

L'approccio alla lettura di perfetti sconosciuti ha un non so che di affascinante per me. Non riesco proprio a informarmi prima, ho sempre il terrore di scoprire qualcosa che possa allontanarmi dall'obiettività di giudizio. Anche stavolta è stato così, con il minuscolo volume della scrittrice cubana Lourdes González Herrero Racconti d'estate o Cuentos de verano. Ebbene sì, due titoli (che poi è lo stesso in spagnolo, o in italiano, dipende dai punti di vista) perché la casa editrice romana Edizioni Libreria Croce ha fatto la scelta (che ho molto apprezzato) di pubblicare il volume da una parte in italiano, e ruotandolo dall'altra parte in lingua originale. Salta facilmente all'occhio che si tratta di racconti che, come ho già specificato, ho letto con l'inconsapevolezza di cosa e chi stavo leggendo.

Undici microracconti, tra le due e le quattro pagine (per un totale di quaranta pagine) che si leggono in pochissimo tempo. Non esiste un tema che li accomuna, un fil rouge da seguire: ci sono uomini e donne, la loro testa e i loro corpi. C'è desiderio, follia, povertà. Ci sono contemporaneamente il ricordo e l'oblìo, c'è la scoperta di alter ego e di sensazioni carnali e violente mai sperimentate. Il tutto viene narrato senza fronzoli, senza orpelli, con uno stile asciutto e immediato. La fisicità dei corpi e delle azioni è minuziosa ma allo stesso tempo spigolosa, una modalità di scrittura che rende la lettura densa e mai frivola, è impossibile distrarsi per paura di uscire fuori dall'atmosfera vischiosa che si è creata.

Ho fatto le mie ricerche on-line e della Herrero non ho scoperto molto. Ha un curriculum di tutto rispetto, la sua arte principale è la poesia per la cui bravura è stata insignita di premi di un certo livello e a volerla dire tutta la Signora dal 1997 è stata inserita nell'Enciclopedia della Letteratura Latinoamericana. A voler tirare le somme, da buona latinoamericana - e non vuole essere un cliché -, l'autrice ha romanzato con ferocia le maschere umane della nostra società quasi ridicolizzandole, è necessario guardare al di là del grottesco e del surreale che le caratterizza per ritrovarsi davanti ad un'umanità più vicina di quanto possiamo immaginare.

Quaranta pagine consigliate, se poi masticate lo spagnolo potete anche dilettarvi ruotando solo el pequeño libro.


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