da "Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare".
Lovarie (Ghiottonerie di Carnevale)
Nel mattino del giovedì, del sabato, della domenica, del lunedì e del martedì di Carnevale, con Licenzadei Superiori, si vendevano in molte città e paesi murati della Romagna su panchette (piccole panche) messe in lunga fila, le "lovarie dei giorni grassi che alcune di queste molte famiglie per risparmio o per sentir questa festa grande, facevano però anche entro le loro cucine".
Le panchette, "con addobbi giulivi" di nastri e cordelle di seta, festoni e fiori di carta, ponevano in bella mostra per i clienti queste vivande: Frappole (sfrappole, Cenci), Ravioli ripieni di mostarda, Ciambelle e Ciambelloni, Bracciatelli, Crostate, Torte, Sabadoni, Savòr, Amaretti, Pizze ripiene di marmellata e Saba, Migliaccio, Biscotti, Anguille in umido, e in agro dolce, Aringhe, Baccalà, Sarda, Gamberi lessi, Rane fritte e in umido, Agnello e Capretto arrosto, Polpette fritte e in umido, Castriato (castrato) in graticola, Cervellati (cervella), Bellecotto (cotechino bollito che veniva venduto caldo), Salsiccia matta fatta col sangue e le parti più scadenti del maiale, Trippa venduta calda, Ciccioli di maiale, Coppa di testa, Fegato alla graticola e in umido venduto caldo, Coste, Lingua, Aranci, Mandorle, Mandarini, Nocciole, Noci, Anseri (castagne essicate e affumicate), Prasecchi, (fette di mele essicate), Uve passe e fresche, Mele, Pere, Mele cotogne, Cecini, Pinoli, Maccaroni (maccheroni) di Napoli e Cappelletti pasticciati, Gnocchi, Vermicelli di Napoli al pomodoro, Risi conditi in vari modi, Favata (minestra di fave), Ceci, Castagne, Polenta, Piadina, Piada, e Pani salati e dolci.
Il popolo girava, guardava, comprava, mangiava; le pance si tiravano, le tasche dei corsetti (panciotti) si vuotavano e tutti davano fondo ai risparmi perchè dovunque domani era Quaresima e in ogni casa il paiolo veniva attaccato alla chiodella di una trave nella camera del fuoco e avrebbe bollito ancora nel camino solamente all'alba del mattino del giorno di Pasqua.
In ogni dove si mangiava, si beveva, si cantava, si ballava, si rideva perchè non vi fossero carestie, morbi, flagelli, morìe, ladri e divise straniere, perchè il Carnevale, re di tutte le feste, allora sarebbe diventato lutto.
Il primo giorno di Quaresima, chiamato anche delle Ceneri, è detto in Romagna, scherzosamente San Grugnone, perchè essendo finito il Carnevale, la maggior parte delle persone è triste ed imbronciata.
- da "Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare": Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.
da "Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare".
Lovarie (Ghiottonerie di Carnevale)
Nel mattino del giovedì, del sabato, della domenica, del lunedì e del martedì di Carnevale, con Licenzadei Superiori, si vendevano in molte città e paesi murati della Romagna su panchette (piccole panche) messe in lunga fila, le "lovarie dei giorni grassi che alcune di queste molte famiglie per risparmio o per sentir questa festa grande, facevano però anche entro le loro cucine".
Le panchette, "con addobbi giulivi" di nastri e cordelle di seta, festoni e fiori di carta, ponevano in bella mostra per i clienti queste vivande: Frappole (sfrappole, Cenci), Ravioli ripieni di mostarda, Ciambelle e Ciambelloni, Bracciatelli, Crostate, Torte, Sabadoni, Savòr, Amaretti, Pizze ripiene di marmellata e Saba, Migliaccio, Biscotti, Anguille in umido, e in agro dolce, Aringhe, Baccalà, Sarda, Gamberi lessi, Rane fritte e in umido, Agnello e Capretto arrosto, Polpette fritte e in umido, Castriato (castrato) in graticola, Cervellati (cervella), Bellecotto (cotechino bollito che veniva venduto caldo), Salsiccia matta fatta col sangue e le parti più scadenti del maiale, Trippa venduta calda, Ciccioli di maiale, Coppa di testa, Fegato alla graticola e in umido venduto caldo, Coste, Lingua, Aranci, Mandorle, Mandarini, Nocciole, Noci, Anseri (castagne essicate e affumicate), Prasecchi, (fette di mele essicate), Uve passe e fresche, Mele, Pere, Mele cotogne, Cecini, Pinoli, Maccaroni (maccheroni) di Napoli e Cappelletti pasticciati, Gnocchi, Vermicelli di Napoli al pomodoro, Risi conditi in vari modi, Favata (minestra di fave), Ceci, Castagne, Polenta, Piadina, Piada, e Pani salati e dolci.
Il popolo girava, guardava, comprava, mangiava; le pance si tiravano, le tasche dei corsetti (panciotti) si vuotavano e tutti davano fondo ai risparmi perchè dovunque domani era Quaresima e in ogni casa il paiolo veniva attaccato alla chiodella di una trave nella camera del fuoco e avrebbe bollito ancora nel camino solamente all'alba del mattino del giorno di Pasqua.
In ogni dove si mangiava, si beveva, si cantava, si ballava, si rideva perchè non vi fossero carestie, morbi, flagelli, morìe, ladri e divise straniere, perchè il Carnevale, re di tutte le feste, allora sarebbe diventato lutto.
Il primo giorno di Quaresima, chiamato anche delle Ceneri, è detto in Romagna, scherzosamente San Grugnone, perchè essendo finito il Carnevale, la maggior parte delle persone è triste ed imbronciata.
- da "Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare": Menù per festività e ricorrenze con oltre 350 ricette raccolti in un cucinario di una vecchia famiglia nobiliare romagnola che il rampollo Giovanni Manzoni ha svelato in questo libro ricco di suggerimenti e leccornie. Tra le ricette più selezionate ben otto modi di fare i cappelletti romagnoli ed altrettanti per i tortellini bolognesi con tanto di brodo doc per palati fini. Da citare la polenta alla Manzoni che riporta gli antichi sapori nostrani, poi per sbizzarrirsi si può provare a cucinare altre ricette che si adattano a qualsiasi piatto ed accostamento di cibi. Lugo di Romagna 1985.