Ti è mai capitato?
Che sei a letto e la testa frulla di pensieri che non riesci a smettere, e fuori c'è il lavaggio delle strade e le finestre sono aperte perchè fa ancora caldo e tu sei stanca, oh così stanca ma proprio no: non dormi che hai paura di fermare anche solo un attimo queste elucubrazioni e allora dai la colpa a Milano che è troppo rumorosa, che belle che erano le notti d'estate dove si sentivano solo i grilli e il fresco della pineta.
Ti è mai capitato?
Conti che non tornano, conti da far tornare e allora ti blocchi paralizzata nel momento in cui la tua mente da la colpa a questa tua poca capacità di gestione del denaro, del tempo, ecco questa colpa è quello che ci trattiene da un legame equilibrato, dall'idea di felicità che per anni abbiamo sognato? e' veramente così?una sorta di anatema?
Ti è mai capitato?
Perdere i benefici delle vacanze in nemmeno cinque giorni. E domandarsi dov'è finita quella ragazza coi capelli pieni di sale che solo due settimane fa giurava davanti a un oceano con tante onde e pochi surfisti, che mai più avrebbe perso il contatto con quella me medesima che i problemi si faceva spallucce e il sorriso tornava nel tempo di trentasecondinetti.
E poi piangersi addosso, lamentarsi del karma pesante, lamentarsi delle mancate occasioni, arrabbiarsi con se stesse per tutto questo nervosismo pro bono e di nuovo punto e capo: noi giudici severe, inflessibili e puntigliose di noi stesse.
Ti è mai capitato?
Quando ti trovi in una stanza esautorata dal contesto attuale, dove sei capitato trascinato a forza da eventi scatenati dal volere altrui, lì incontri una signora anziana che dopo pochi giorni saluta questo mondo, ma prima ti prende le mani e come in un film di Tim Burton, in una lingua poco decifrabile ti predice il futuro e ti racconta qualcosa del passato e tu forse non la puoi dimenticare così facilmente.
Ti è mai capitato?
Ti leggono le carte e ti dicono cose e sensazioni e tu per avvalorarle, come se la felicità non ci spettasse, come se non potessimo crederci fino in fondo, vorresti solo tornare indietro e farti di nuovo fare una mano di tarocchi, per vedere se viene ancora la stessa cosa.
Ti è mai capitato?
Guardi la tua famiglia, i tuoi genitori e vorresti a volte fare un fermo immagine e gridare a gran voce: Q U E S T A N O N E' L A M I A F A M I G L I A
Poi però ti arriva un whatzup da uno di quelli della gang che adori e che che ti ricorda una semplice verità che riporto qui esattamente come se fosse Bibbia: quando i genitori invecchiano diventano bambini. E tocca a noi prenderci cura di loro, anche e soprattutto quando fanno capricci, quando è dura stargli accanto, quando vorresti solo prendere un volo aereo e mettere un oceano di mezzo tra noi e loro.. Siamo cresciuti pretendendo attenzioni e amore e cura, che ci sono stati donati senza esclusione di colpi. E come nel migliore stile del karma, ora sono loro a chiedere indietro tutte queste attenzioni. Questo deve essere il nostro modo di amare e il nostro tributo alla vita.
Diciamo che il mio re inizio è stato pesante, a tratti scomodo e con un carico emotivo non indifferente. Diciamo che ringrazio Iddio, i Santi e la Madonna per avere accanto persone meravigliosamente uniche che da un groviglio di me stessa riescono ancora a vederci dentro le stelle. Diciamo che ho voglia di partire, dove la partenza sono l'attuazione di nuovi progetti che danno aria e respiro al cuore e al cervello, dove si continua ad ascoltare Debussy alla sera e dove, perchè no, c'è dentro anche un aereo e qualche bel tramonto da ubriacarcisi dentro di rosa, arancione e blu.
Diciamo che ho anche voglia del vento del nord, di maglioni pesanti dove perdermi un po' dentro, di sorrisi senza ombre, di orsi di natale, di colazioni la domenica - o forse il sabato, che il sabato è forse più bello perchè sai che hai ancora il cuscinetto della domenica e ti sembra quasi un lusso- a base di Mimosa, di New York, di una casa a Milano con camino, esposta a est e con vetrate grandi che mi piace quella luce autunnale di ottobre, di vino rosso e del primo camembert di stagione.
Diciamo che ho forse capito che devo permettere al mio cuore di offrire nuove chance, che magari Lucio Dalla da lassù il mio cuore lo fa aprire in una calda sera di ottobre a venire.
Diciamo che amo le frittate.
Diciamo che faccio fatica a girarle, ma posso metterci dentro di tutto.
Diciamo che l'accoppiata gipsy e sabato mattina e mimosa e ottobre è top, senza finte modestie.
Diciamo che faccio frittate con la stessa facilità con cui riesco a incasinarmi con le mie stesse mani o con quella maestria che mi appartiene nell'indossare lo smalto rosso e Iris Nobile, a prenotare voli e a istagrammare immagini.
Diciamo che questa ricetta l'ho fatta una sera in cui avevo bisogno di staccare tutti questi "ti è mai capitato" e "diciamo" e ritrovare la me che scrive e la me che inventa nuove melodie, una sera in cui forse il sonno sarebbe stata la cura migliore, ma Morfeo credo abbia preferito altre dimore, quindi voilà, caro San Francesco Caracciuolo, protettore dei cuochi, salva me e le mie padelle.
Frittata di mezzanotte - anzi delle 2.14 am
4 uova
1 pera
sale himalayano affumicato
formaggio - io ho usao i formaggini tigre, ma andrà benissimo anche il caprino
zenzero ( quello dei ristoranti giapponesi, per intenderci)
basilico
burro
Sbattere le uova a parte in un contenitore di vetro.
Versarle in padella, dove avrete in precedenza fatto sciogliere un po di burro.
Appena inizia a formarsi la crosticina, inserire la pera tagliata a tocchi piccoli, lo zenzero e cospargere di sale. verso fine cottura aggiungere il formaggio e servire.
oggi mi trovate qui:http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli